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DIA: UN ARRESTO A ROMA IMPORTANTE

Personale del Centro Operativo della D.I.A. di Roma ha rintracciato nella Capitale il pregiudicato MAZZULLO Alessandro, nato a Oppido Mamertina (RC) il 24.10.1983, legato alla cosca calabrese dei GALLICO, e dato esecuzione  allOrdinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa nei confronti del medesimo dal G.I.P. del locale Tribunale, nel mese di gennaio scorso.  Nello stesso contesto, in quanto viaggiava in sua compagnia, è stata tratta in arresto - in flagranza di reato - una 29enne cittadina moldava, residente a Roma, responsabile di favoreggiamento personale del MAZZULLO e di ricettazione dellautovettura in suo possesso, sulla quale sono stati bloccati a seguito di predisposto servizio allesito di articolata attività di ricerca. IL MAZZULLO, che era riuscito a sottrarsi alla cattura qualche mese fa, quando furono tratti in arresto - per gli stessi reati - FRISINA Francesco (classe 1956) e SACCA Carmine (classe 1967), è ritenuto responsabile di trasferimento fraudolento di beni, ex art. 12 quinquies L. 356/1992, aggravato dal metodo mafioso di cui allart. 7 D.L. 152/1991, unitamente ad altri 6 prestanome che avevano concorso nellattività delittuosa e ne rispondono in stato di libertà. In aggiunta al provvedimento restrittivo, il giudice aveva  anche disposto  ex art. 12 sexies L. 356/1992   il sequestro preventivo di numerosi beni (oltre una ventina di fabbricati tra Palmi (RC) e Roma, più di una cinquantina di appezzamenti di terreno in provincia di Reggio Calabria, una trentina di conti correnti bancari/postali e diverse partecipazioni societarie) per un valore complessivo superiore a 20 milioni di euro.  Con lultimo arresto del MAZZULLO, loperazione  che è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma -  ha fatto emergere lesistenza di un progetto di infiltrazione nella realtà economico-finanziaria della Capitale tramite il reinvestimento di cospicue somme di denaro dalla provenienza ritenuta illecita
In particolare, con lausilio di prestanome, familiari e non, e attraverso lindispensabile aiuto di un agente immobiliare romano (indagato in stato di libertà), i sodali avevano acquisito noti locali commerciali della Capitale nonché svariati immobili e terreni tra Roma e la provincia di Reggio Calabria. In particolare, lattività investigativa svolta ha permesso di appurare che gli indagati avevano creato un sistema per reinvestire in Roma i proventi illeciti delle attività delittuose della loro cosca di appartenenza. Tale sistema, ideato grazie alla collaborazione offerta da professionisti del settore, prevedeva, in primis, lacquisto di esercizi commerciali da porre come garanzia per le successive acquisizioni nel campo della ristorazione. Parte dei ricavi illeciti si ritiene siano stati reinvestiti nellacquisto di tre unità immobiliari in via Boccea , dal valore cadauna di circa 500mila euro, che i principali indagati (FRISINA Francesco e SACCÀ Carmine) hanno intestato fittiziamente a loro familiari e/o parenti per eludere eventuali misure patrimoniali nei loro riguardi. Dal 2008 il gruppo ha concluso varie operazioni di acquisto e cessioni di società nel settore della ristorazione, palesemente fittizie in quanto intestate a terzi prestanomi (indagati in stato di libertà), acquistate per un valore di gran lunga inferiore a quello di mercato, al fine di coprire i loro investimenti illeciti, considerando che hanno ad oggetto attività commerciali situate nelle zone tra le più pregiate di questo centro cittadino, tra cui le principali sottoposte a sequestro sono: - la società COLONNA ANTONINA 2004 SRL, intestata a SACCÀ Maria Antonia e RUGOLO Grazia, di fatto di proprietà dei mariti FRISINA Francesco e SACCÀ Carmine, società già titolare del noto bar Chigi sito nellomonima via e sottoposto a sequestro preventivo dal Centro Operativo DIA di Roma nel luglio 2011; - il bar ANTICHE MURE, sito in via Leone IV, della società MACC4 SRL, intestata a SACCÀ Maria Antonia, MAZZULLO Alessandro e PALMISANO Claudio, di fatto di proprietà di FRISINA Francesco. Roma, 27 giugno 2013

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