DICHIARAZIONE STAMPA
SCIOLTA NELL'ACIDO: . CALLERI (FONDAZIONE CAPONNETTO), “SE PM NON CONTESTA AGGRAVANTE MAFIOSA SEGNALE NEGATIVO MANDATO ALL'OPINIONE PUBBLICA”
Firenze 24.02.2012.- E' in corso a Milano il processo per la morte di Lea Garofalo, la donna calabrese che venne sequestrata a Milano e poi sciolta in 50 chili di acido dall'ex compagno, un affiliato alla 'ndragheta per punirla per la sua collaborazione con la Giustizia. Qualche giorno fa il legale della sorella e della madre di Lea Garofalo ha inviato una memoria al pm della Dda milanese Marcello Tatangelo, che rappresenta l'accusa nel processo, nella quale gli si chiede 'con forza' di contestare agli imputati, tra cui l'ex convivente della donna, l'aggravante dell'aver agito con modalità mafiose. Condividendo totalmente la richiesta Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, ha rilasciato la seguente dichiarazione stampa:
“Nel pieno rispetto delle parti in causa e della loro autonomia la Fondazione Antonino Caponnetto, in relazione allo scioglimento nell'acido della giovane donna Lea Garofalo ed in casi simili, auspica venga richiesta l'aggravante mafiosa. Quando avvengono simili e brutali fatti la risposta dello stato deve essere forte ed incisiva. In caso contrario il segnale che verrebbe mandato all'opinione pubblica sarebbe negativo ed in grado di creare sconforto in chi quotidianamente combatte contro la mafia”. nb
SCIOLTA NELL'ACIDO: . CALLERI (FONDAZIONE CAPONNETTO), “SE PM NON CONTESTA AGGRAVANTE MAFIOSA SEGNALE NEGATIVO MANDATO ALL'OPINIONE PUBBLICA”
Firenze 24.02.2012.- E' in corso a Milano il processo per la morte di Lea Garofalo, la donna calabrese che venne sequestrata a Milano e poi sciolta in 50 chili di acido dall'ex compagno, un affiliato alla 'ndragheta per punirla per la sua collaborazione con la Giustizia. Qualche giorno fa il legale della sorella e della madre di Lea Garofalo ha inviato una memoria al pm della Dda milanese Marcello Tatangelo, che rappresenta l'accusa nel processo, nella quale gli si chiede 'con forza' di contestare agli imputati, tra cui l'ex convivente della donna, l'aggravante dell'aver agito con modalità mafiose. Condividendo totalmente la richiesta Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, ha rilasciato la seguente dichiarazione stampa:
“Nel pieno rispetto delle parti in causa e della loro autonomia la Fondazione Antonino Caponnetto, in relazione allo scioglimento nell'acido della giovane donna Lea Garofalo ed in casi simili, auspica venga richiesta l'aggravante mafiosa. Quando avvengono simili e brutali fatti la risposta dello stato deve essere forte ed incisiva. In caso contrario il segnale che verrebbe mandato all'opinione pubblica sarebbe negativo ed in grado di creare sconforto in chi quotidianamente combatte contro la mafia”. nb