Passa ai contenuti principali

Spaccio di stupefacenti: arrestate 6 persone alla periferia della Capitale, la base in un locale occupato

 


Comando Provinciale di Roma - Roma, 02/10/2024 08:22

I Carabinieri della Compagnia di Roma Piazza Dante, supportati dal Nucleo Cinofili di Santa Maria di Galeria e dal Nucleo Elicotteri Pratica di Mare, hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone l’arresto per 6 uomini, 5 in carcere e 1 agli arresti domiciliari, gravemente indiziati, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante, dal novembre 2023 all’aprile 2024, ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine all’esistenza di un’associazione che gestiva una piazza di spaccio nel popoloso quartiere capitolino di Casal Bruciato, in via Sebastiano Satta e nello specifico come base in un locale ex sala giochi, occupato abusivamente dagli indagati, di proprietà del Comune di Roma; l’organizzazione in turni dell’attività di spaccio, garantendo agli acquirenti l’acquisto di cocaina e crack, sostanze stupefacenti per le quali pusher e vedette utilizzavano un codice alfa numerico cifrato con il quale indicavano i quantitativi e la qualità della sostanza quotidianamente comprata e venduta.

Attraverso i riscontri effettuati nel corso dell’indagine, i Carabinieri hanno accertato che la postazione del pusher, collocata all’interno di questo locale denominato “bisca”, era protetta da una porta in ferro, installata abusivamente e gestibile solo dall’interno. Ad ulteriore “difesa” del pusher era prevista una rete di vedette, alcune delle quali chiamate ad osservare gli ingressi nelle strade di accesso al locale, altre, invece, ad effettuare un controllo preventivo degli acquirenti appena arrivati: la necessità era oltre quella di scongiurare la presenza di operatori delle forze dell’ordine in abiti borghesi, sapere in anticipo il quantitativo e il tipo di sostanza stupefacente richiesta. Superato il primo “controllo”, la vedetta, senza utilizzare ricetrasmittenti, a rischio di essere intercettate, ma solo attraverso segni convenzionali, faceva aprire il portone al pusher che veniva così raggiunto dal cliente per la successiva cessione. L’accesso al locale era regolato da un video citofono e da due telecamere poste all’ingresso della “bisca” che consentivano la visione della persona che giungeva per l’acquisto e dell’area antistante all’ingresso. In alcuni casi le visite degli acquirenti erano precedute da contatti telefonici tramite piattaforme informatiche. Ai fini organizzativi e per mantenere le relazioni tra gli indagati e fornire le indicazioni quotidianamente necessarie venivano utilizzati apparecchi telefonici dedicati all’attività illecita e falsamente intestati.

In caso di intervento delle Forze dell’Ordine, le vedette facevano allontanare gli acquirenti, mentre il pusher, lasciato chiuso il portone in ferro, abbandonava la propria postazione, nascondendosi in uno degli appartamenti dello stabile.

Nel corso dell’indagine è emersa anche una particolare attenzione da parte degli indagati alle modalità di rifornimento della piazza di spaccio. Solitamente le ricariche di cocaina e crack, per via delle ridotte dimensioni, venivano occultate in cavità ricavate in serrande di alcuni locali disabitati nei pressi della piazza di spaccio.

Lo scopo di queste accortezze era chiaramente quello di garantire un’operatività pressoché ininterrotta della piazza di spaccio, riducendo al massimo le possibili conseguenze derivanti dall’intervento delle Forze dell’Ordine. Un vero e proprio sistema di regole ed espedienti che però i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante hanno scoperto e smembrato; i due locali commerciali costituenti la “bisca” e un appartamento occupati abusivamente erano stati già sequestrati e liberati e successivamente restituiti al comune di Roma. I Carabinieri hanno inoltre sequestrato una pistola scacciacani priva di tappo rosso, due sistemi di videosorveglianza muniti di tre telecamere, materiale vario per il taglio e confezionamento dello stupefacente, 18 smartphone muniti di schede telefoniche, una rubrica recante date e numeri attinenti all’approvvigionamento della sostanza stupefacente, 24.155 euro in banconote da piccolo e medio taglio.

Documentati nel corso delle indagini, 5648 episodi di spaccio di sostanza stupefacente per un volume di affari di decine e decine di migliaia di euro.

Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.


 

 

Post popolari in questo blog

Oro Rosso: rubano 15 chilometri di rame da una linea elettrica, denunciate 5 persone

  Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la quale s

FOCUS SU MAFIA A RAGUSA

FONDAZIONE CAPONNETTO: FOCUS ANALITICO SULLE INFILTRAZIONI CRIMINALI NELLA PROVINCIA DI RAGUSA 2015 a cura di Salvatore Calleri INDICE PROLOGO CLAN PROVINCIA DI RAGUSA SCIOGLIMENTO COMUNE DI SCICLI MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI VITTORIA INTERROGAZIONI PARLAMENTARI SULLA MAFIA NEL RAGUSANO CONCLUSIONI PROLOGO L'idea di questo focus nasce dal fatto che in provincia di Ragusa la sottovalutazione della presenza delle organizzazioni criminali è purtroppo molto alta. Non è raro assistere al fenomeno del negazionismo della presenza della mafia da parte di esponenti politici o della società civile. Da questo punto di vista Ragusa è assimilabile ad alcune realtà del centro nord non abituate alla criminalità organizzata. I fatti criminali però ci dimostrano l'esatto contrario tant'è che le relazioni della DNA e della DIA oramai da tempo mappano il territorio della provincia di Ragusa. Oggi quindi negare è impossibile e sorge il ragionevole dubbio che chi segue il negazioni

INCHIESTA DDA SCUOTE LA LIGURIA

  Procura della Repubblica di Genova Direzione Distrettuale Antimafia COMUNICATO STAMPA Ravvisato l’interesse pubblico nella divulgazione di informazioni riguardanti l‘accertamento di episodi di corruzione ritenuti essere stati perpetrati in occasione di consultazioni elettorali riguardanti la Liguria, nonché nell’ambito della Autorità di sistema portuale e della P.A. regionale, e fatta salva la presunzione di innocenza – in base sagli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per queste e per le aziende coinvolte (ma allo stato non destinatarie di contestazioni), di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede Si comunica che: nella mattinata odierna militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di