Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio Comunale
Comune di Sesto Fiorentino
Mozione - Lotta contro le infiltrazioni di associazioni criminali e mafiose negli appalti pubblici: Stipula "Protocollo di Legalità"
TENUTO CONTO che quando attività criminali che operano facendo leva sull’intimidazione e sui pregiudizi della popolazione assurgono al disonore della cronaca, significa che il loro manifestarsi ha superato ogni livello d’allarme.
PRESO ATTO che le relazioni pubbliche della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia confermano il forte interesse e la presenza nella nostra regione delle organizzazioni mafiose.
CONSIDERATO che questi riscontri non sono più campanelli di allarme, ma realtà con cui la comunità civile e istituzionale deve confrontarsi per difendere i propri valori democratici di libertà e giustizia.
RISCONTRATO che le mafie diventano una minaccia per la libera economia quando riescono a trasformare i loro guadagni criminali in capitali c.d. “puliti" e che tale passaggio trova un terreno fertile in una realtà economica in crisi, oggi spesso allo stremo e che cerca continuamente risorse finanziarie per poter sopravvivere.
RITENUTO che contrastare le continue, dubbie e preoccupanti acquisizioni immobiliari e di esercizi pubblici, nonché impedire all’origine i continui tentativi di sofisticazione delle gare d'appalto, non possono più essere sole dichiarazioni d’intenti, ma priorità di progetti concreti per tutelare l’economia legale.
PRESO ATTO che le infiltrazioni mafiose presenti negli appalti pubblici sono un dato di fatto, insieme alla parcellizzazione dei contratti e al ricorso eccessivo al subappalto, che le Amministrazioni interessate dovranno affrontare.
TENUTO CONTO che noi non abbiamo soltanto ereditato il nostro territorio dai nostri padri, lo abbiamo anche preso in prestito ai nostri figli: dobbiamo sin da ora organizzarci per dare loro risposte concrete alla richiesta di tutela dei valori democratici che già oggi ci pongono con insistenza e preoccupazione.
CONSIDERATO che dovremo poter spiegare quali iniziative abbiamo attivato e realizzato per poter rendere efficace il controllo da parte delle Forze dell’Ordine, perché non c’è dubbio che il sistema degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, ha la necessità di essere riformato verso una maggiore trasparenza nelle procedure e verso il potenziamento dell’efficacia dei controlli e delle verifiche.
PRESO ATTO che prima che ciò sia realizzato nelle sedi legislative, è necessario, irrinunciabile, improrogabile e importante che ciascuno di noi si impegni per rendere più facile il lavoro di coloro che, quotidianamente, cercano di contrastare queste infiltrazioni della malavita organizzata nella nostra economia, quella di oggi e ancor più quella di domani.
CONSIDERATO che la chiave di ogni attività antimafia è la sicurezza partecipata, fondamenta e qualificazione di ogni società civile e democratica.
VISTI i protocolli d’intesa firmati recentemente stipulati dalla Prefettura di Rimini col Comune capoluogo e la Provincia, “per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti e concessione di lavori pubblici”
PRESO ATTO che i recenti scioglimenti per infiltrazioni mafiose di Comuni (17 solo nel 2012) hanno riguardato anche regioni del centro nord quali Lazio, Liguria e Piemonte
VISTO in particolare l’intesa firmata da ANCI e AVCP nel marzo 2012, per la redazione di apposite linee guida per promuovere la corretta applicazione del Codice degli Appalti (D.Lgs 163/06), in modo da garantire trasparenza, regolarità ed economicità nella gestione degli appalti pubblici, scoraggiando le infiltrazioni di natura malavitosa.
TENUTO CONTO:
che la sinergica azione preventiva delle istituzioni costituisce presupposto imprescindibile per garantire la libertà di iniziativa economica e la libera concorrenza, salvaguardando il tessuto imprenditoriale dalle illecite ingerenze delle organizzazioni criminali;
che il “Protocollo di Legalità” rappresenta idoneo strumento nella lotta alle illecite interferenze delle associazioni di tipo mafioso con le attività imprenditoriali sulla base di esperienze già avviate in altri luoghi;
che l’art. 15 della L. 241/90 stabilisce che le pubbliche amministrazioni possano sempre concludere tra loro accordi amministrativi per disciplinare lo svolgimento di attività di interesse comune;
che la volontà di questo Consiglio è di perseguire con strumenti efficaci il preminente interesse pubblico alla legalità, alla trasparenza nelle procedure di affidamento e alla tutela del sistema delle imprese dal rischio di infiltrazioni mafiosa
IL CONSIGLIO COMUNALE DI SESTO FIORENTINO
INVITA IL SIG. PREFETTO DI FIRENZE
ad attivarsi, di concerto con gli Enti Locali della Provincia, per stipulare un apposito “Protocollo di Legalità”, che preveda scambio di informazioni per specifici casi di appalti, di subappalto, servizi e forniture “sensibili”
IMPEGNA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
a trasmettere la presente mozione al Sig. Prefetto di Firenze e ai Sindaci della Provincia
Si allegano riferimenti normativi e proposte esemplificative
Il Consigliere Comunale
Luigi Mattei
Allegato
Le informazioni prefettizie di cui all’art. 10 del DPR 3 giugno 1998, n. 252, possono essere richieste dalla stazione appaltante anche in caso di:
contratti a particolare rischio di infiltrazione mafiosa, relativi a lavori pubblici per:
trasporto di materiali a discarica;
trasporto smaltimento rifiuti;
fornitura e trasporto terra e materiali inerti;
fornitura e trasporto calcestruzzo;
fornitura e/o trasporto di conglomerato bituminoso;
noli a freddo di macchinari;
fornitura di ferro lavorato;
fornitura con posa in opera e noli a caldo qualora non debbano essere assimilati a subappalto ex art. 118, comma 11, del Codice;
servizio di autotrasporto;
guardiania di cantiere;
subappalti di lavori pubblici per determinati importi, qualora ricorrano elementi che possano costituire indici di anomalia (significativi ritardi nell’esecuzione dei lavori, richiesta di varianti in corso d’opera da parte dell’appaltatore o concessionario, reiterate violazioni di leggi o regolamenti, carente organizzazione del cantiere sotto il profilo della manodopera impiegata e del rispetto della norme della sicurezza dei lavoratori).
per gli altri subappalti di lavori pubblici di importo superiore a una cifra stabilita.
Possibili clausole per bandi di gara:
la sottoscrizione del contratto ovvero le concessioni o le autorizzazioni effettuate prima dell’acquisizione delle informazioni di cui all’art. 10 del D.P.R. n. 252/1998, anche al di fuori delle soglie di valore ivi previste, sono sottoposte a condizione risolutiva e che la stazione appaltante procederà alla revoca della concessione e allo scioglimento del contratto qualora dovessero intervenire informazioni interdittive;
l'obbligo per l’aggiudicatario di comunicare alla stazione appaltante l’elenco delle imprese coinvolte nel piano di affidamento con riguardo alle forniture ed ai servizi, nonché ogni eventuale variazione successivamente intervenuta per qualsiasi motivo;
l’obbligo per l’aggiudicatario di inserire in tutti i contratti di subappalto la clausola risolutiva espressa per il caso in cui emergano informative interdittive a carico dell’altro subcontraente; tale clausola dovrà essere espressamente accettata dall’impresa aggiudicataria;
le imprese appaltatrici dovranno impegnarsi a comunicare tempestivamente alla stazione appaltante ogni eventuale variazione dei dati riportati nei certificati camerali propri e delle loro imprese subcontraenti e, in particolare, ogni variazione intervenuta dopo la produzione del certificato stesso relativa ai soggetti che hanno la rappresentanza legale e/o l’amministrazione dell’impresa e al direttore tecnico.
Possibili criteri per lo scambio di informazioni
La stazione appaltante può creare e mantener
Al Presidente del Consiglio Comunale
Comune di Sesto Fiorentino
Mozione - Lotta contro le infiltrazioni di associazioni criminali e mafiose negli appalti pubblici: Stipula "Protocollo di Legalità"
TENUTO CONTO che quando attività criminali che operano facendo leva sull’intimidazione e sui pregiudizi della popolazione assurgono al disonore della cronaca, significa che il loro manifestarsi ha superato ogni livello d’allarme.
PRESO ATTO che le relazioni pubbliche della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia confermano il forte interesse e la presenza nella nostra regione delle organizzazioni mafiose.
CONSIDERATO che questi riscontri non sono più campanelli di allarme, ma realtà con cui la comunità civile e istituzionale deve confrontarsi per difendere i propri valori democratici di libertà e giustizia.
RISCONTRATO che le mafie diventano una minaccia per la libera economia quando riescono a trasformare i loro guadagni criminali in capitali c.d. “puliti" e che tale passaggio trova un terreno fertile in una realtà economica in crisi, oggi spesso allo stremo e che cerca continuamente risorse finanziarie per poter sopravvivere.
RITENUTO che contrastare le continue, dubbie e preoccupanti acquisizioni immobiliari e di esercizi pubblici, nonché impedire all’origine i continui tentativi di sofisticazione delle gare d'appalto, non possono più essere sole dichiarazioni d’intenti, ma priorità di progetti concreti per tutelare l’economia legale.
PRESO ATTO che le infiltrazioni mafiose presenti negli appalti pubblici sono un dato di fatto, insieme alla parcellizzazione dei contratti e al ricorso eccessivo al subappalto, che le Amministrazioni interessate dovranno affrontare.
TENUTO CONTO che noi non abbiamo soltanto ereditato il nostro territorio dai nostri padri, lo abbiamo anche preso in prestito ai nostri figli: dobbiamo sin da ora organizzarci per dare loro risposte concrete alla richiesta di tutela dei valori democratici che già oggi ci pongono con insistenza e preoccupazione.
CONSIDERATO che dovremo poter spiegare quali iniziative abbiamo attivato e realizzato per poter rendere efficace il controllo da parte delle Forze dell’Ordine, perché non c’è dubbio che il sistema degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, ha la necessità di essere riformato verso una maggiore trasparenza nelle procedure e verso il potenziamento dell’efficacia dei controlli e delle verifiche.
PRESO ATTO che prima che ciò sia realizzato nelle sedi legislative, è necessario, irrinunciabile, improrogabile e importante che ciascuno di noi si impegni per rendere più facile il lavoro di coloro che, quotidianamente, cercano di contrastare queste infiltrazioni della malavita organizzata nella nostra economia, quella di oggi e ancor più quella di domani.
CONSIDERATO che la chiave di ogni attività antimafia è la sicurezza partecipata, fondamenta e qualificazione di ogni società civile e democratica.
VISTI i protocolli d’intesa firmati recentemente stipulati dalla Prefettura di Rimini col Comune capoluogo e la Provincia, “per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti e concessione di lavori pubblici”
PRESO ATTO che i recenti scioglimenti per infiltrazioni mafiose di Comuni (17 solo nel 2012) hanno riguardato anche regioni del centro nord quali Lazio, Liguria e Piemonte
VISTO in particolare l’intesa firmata da ANCI e AVCP nel marzo 2012, per la redazione di apposite linee guida per promuovere la corretta applicazione del Codice degli Appalti (D.Lgs 163/06), in modo da garantire trasparenza, regolarità ed economicità nella gestione degli appalti pubblici, scoraggiando le infiltrazioni di natura malavitosa.
TENUTO CONTO:
che la sinergica azione preventiva delle istituzioni costituisce presupposto imprescindibile per garantire la libertà di iniziativa economica e la libera concorrenza, salvaguardando il tessuto imprenditoriale dalle illecite ingerenze delle organizzazioni criminali;
che il “Protocollo di Legalità” rappresenta idoneo strumento nella lotta alle illecite interferenze delle associazioni di tipo mafioso con le attività imprenditoriali sulla base di esperienze già avviate in altri luoghi;
che l’art. 15 della L. 241/90 stabilisce che le pubbliche amministrazioni possano sempre concludere tra loro accordi amministrativi per disciplinare lo svolgimento di attività di interesse comune;
che la volontà di questo Consiglio è di perseguire con strumenti efficaci il preminente interesse pubblico alla legalità, alla trasparenza nelle procedure di affidamento e alla tutela del sistema delle imprese dal rischio di infiltrazioni mafiosa
IL CONSIGLIO COMUNALE DI SESTO FIORENTINO
INVITA IL SIG. PREFETTO DI FIRENZE
ad attivarsi, di concerto con gli Enti Locali della Provincia, per stipulare un apposito “Protocollo di Legalità”, che preveda scambio di informazioni per specifici casi di appalti, di subappalto, servizi e forniture “sensibili”
IMPEGNA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
a trasmettere la presente mozione al Sig. Prefetto di Firenze e ai Sindaci della Provincia
Si allegano riferimenti normativi e proposte esemplificative
Il Consigliere Comunale
Luigi Mattei
Allegato
Le informazioni prefettizie di cui all’art. 10 del DPR 3 giugno 1998, n. 252, possono essere richieste dalla stazione appaltante anche in caso di:
contratti a particolare rischio di infiltrazione mafiosa, relativi a lavori pubblici per:
trasporto di materiali a discarica;
trasporto smaltimento rifiuti;
fornitura e trasporto terra e materiali inerti;
fornitura e trasporto calcestruzzo;
fornitura e/o trasporto di conglomerato bituminoso;
noli a freddo di macchinari;
fornitura di ferro lavorato;
fornitura con posa in opera e noli a caldo qualora non debbano essere assimilati a subappalto ex art. 118, comma 11, del Codice;
servizio di autotrasporto;
guardiania di cantiere;
subappalti di lavori pubblici per determinati importi, qualora ricorrano elementi che possano costituire indici di anomalia (significativi ritardi nell’esecuzione dei lavori, richiesta di varianti in corso d’opera da parte dell’appaltatore o concessionario, reiterate violazioni di leggi o regolamenti, carente organizzazione del cantiere sotto il profilo della manodopera impiegata e del rispetto della norme della sicurezza dei lavoratori).
per gli altri subappalti di lavori pubblici di importo superiore a una cifra stabilita.
Possibili clausole per bandi di gara:
la sottoscrizione del contratto ovvero le concessioni o le autorizzazioni effettuate prima dell’acquisizione delle informazioni di cui all’art. 10 del D.P.R. n. 252/1998, anche al di fuori delle soglie di valore ivi previste, sono sottoposte a condizione risolutiva e che la stazione appaltante procederà alla revoca della concessione e allo scioglimento del contratto qualora dovessero intervenire informazioni interdittive;
l'obbligo per l’aggiudicatario di comunicare alla stazione appaltante l’elenco delle imprese coinvolte nel piano di affidamento con riguardo alle forniture ed ai servizi, nonché ogni eventuale variazione successivamente intervenuta per qualsiasi motivo;
l’obbligo per l’aggiudicatario di inserire in tutti i contratti di subappalto la clausola risolutiva espressa per il caso in cui emergano informative interdittive a carico dell’altro subcontraente; tale clausola dovrà essere espressamente accettata dall’impresa aggiudicataria;
le imprese appaltatrici dovranno impegnarsi a comunicare tempestivamente alla stazione appaltante ogni eventuale variazione dei dati riportati nei certificati camerali propri e delle loro imprese subcontraenti e, in particolare, ogni variazione intervenuta dopo la produzione del certificato stesso relativa ai soggetti che hanno la rappresentanza legale e/o l’amministrazione dell’impresa e al direttore tecnico.
Possibili criteri per lo scambio di informazioni
La stazione appaltante può creare e mantener