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SCALIA: APPROFONDIRE LA QUESTIONE DEI CROLLI AUTOSTRADALI

Ponti, caselli e cartelli a rischio crollo - Indifferenza o assuefazione? di Renato Scalia Ieri è stata una giornata speciale, ricorreva il decennale della morte del Giudice Antonino Caponnetto - per gli uomini della Polizia di Stato che hanno avuto l’onore di scortare, Nonno Nino - e ho avuto il piacere di ricordarlo insieme a persone straordinarie. Permettetemi una citazione particolare per il mio unico Grande Capo, Elisabetta Baldi in Caponnetto, Nonna Betta. Il giudice, negli anni '80 costituì il pool antimafia di Palermo, di cui facevano parte Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta, ed istruì e portò a conclusione il maxi processo alla mafia. Per la prima volta centinaia di affiliati a Cosa Nostra furono condannati per associazione di stampo mafioso. La mattina lo abbiamo ricordato nella Scuola di addestramento dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza di Orvieto, insieme al Procuratore nazionale antimafia. E’ stato bello vedere gli oltre 200 allievi e il Comandante della Scuola stringersi intorno a Nonna Betta e ricordare che il Giudice aveva vissuto proprio in una caserma della Guardia di Finanza, nel periodo di permanenza a Palermo. Nel pomeriggio ci siamo portati a Pistoia dove abbiamo consegnato il Premio Nazionale Antonino Caponnetto a una donna straordinaria, Antonella De Miro, Prefetto di Reggio Emilia, che in tutta la sua carriera ha sempre operato senza risparmiarsi contro la criminalità organizzata con l‘obiettivo prioritario e imprescindibile di costruire la cultura della legalità. Ora, direte voi, cosa c’entra tutto questo con il titolo; qualcun altro avrà già pensato, “ha sbagliato titolo!”. No, il titolo è giusto. Si, perché ieri, per rendere ancora più dolce il ricordo di Nonno Nino, è giunta la notizia da Firenze di una maxi inchiesta sul pericolo di crolli di ponti, caselli e cartelli autostradali. Dall’indagine, svolta dal Centro Operativo DIA di Firenze e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, emergerebbe anche l’ombra della camorra sulla realizzazione di queste opere. Facciamo un passo indietro. Il 14 novembre 2011, a pagina 24 del Corriere della Sera, ai più è sfuggito un articolo di Alessandra Coppola dal titolo: “Ponti e caselli a rischio crollo Fermate chi li ha costruiti”. Nel pezzo, si parla di un’indagine su appalti truccati e materiale scadente, partita a Milano ed estesa in tutta Italia. Tutto scaturisce dalla testimonianza resa da un ex Carabiniere alla DIA di Milano. Secondo il testimone, i lavori eseguiti da una società di Castellamare di Stabia lungo le autostrade della nostra penisola e non solo, sarebbero a rischio crollo. L’ex carabiniere è stato assunto dall’impresa specializzata in carpenteria metallica. Durante la sua collaborazione inizia a vedere cose che lo iniziano a turbare, bustarelle, regali costosi e tanto altro. L’esperienza passata nei Carabinieri gli fa fiutare che, probabilmente, i veri proprietari della società, protetti da prestanome, sono in realtà altre persone. Inizia a vedere e sentir parlare di gare vinte, pur non avendo i requisiti, di ingegneri compiacenti, di certificazioni ritoccate, di fatture gonfiate. Si accorge anche che probabilmente dietro tutto questo ci possa essere la camorra. L’uomo decide di tentare di bloccare tutto questo dopo che si rende conto che la società utilizza per l’esecuzione dei lavori materiali scadenti. Raccoglie le confidenze di alcuni operai di Cinisello, impegnati nella costruzione di una passerella. Le saldature sono “soffiate”, vuote, i tiranti non agganciano dove dovrebbero, la forma della struttura è “a conca”, sbagliata. Viene a sapere che nel mese di dicembre 2008 il casello di Cherasco, Cuneo, sotto il peso della neve è crollato e per miracolo non c' è scappato il morto. Dopo tutto questo non resiste più e decide di presentarsi negli uffici della Direzione Investigativa Antimafia e racconta tutto. Si apre un'inchiesta e, come primo atto, viene disposto il sequestro di una passerella di Cinesello Balsamo. Ora dopo un articolo del genere, dove si parla di un pericolo che riguarda lavoratori (i casellanti) e milioni di cittadini che viaggiano lungo le autostrade o attraversano passarelle, uno si aspetterebbe una qualche reazione da parte di altri mezzi d’informazione e, invece, tutto tace. Quindi siamo partiti, comunque, con già con due episodi circostanziati: il crollo del casello di Cherasco e il sequestro della passerella di Cinesello Balsamo. Se dopo aver letto questo articolo e vogliamo fare un rapido approfondimento, basta fare una piccolissima ricerca su internet e ci accorgiamo che: Torino, 1 agosto 2008, dal Quotidiano.it, titolo e sottotitolo: “Nubifragio si abbatte su Torino. Cade un cartello stradale: un morto - La struttura in metallo di un segnale stradale si è abbattuta su un'auto uccidendo l'autista che transitava sulla tangenziale allo svincolo con Orbassano”. Nell’articolo non è specificata la denominazione dell’impresa costruttrice. Venerdì 30 Dicembre 2011, dal quotidiano Il Mattino, titolo e sottotitolo: “Segnaletica killer, paura a Napoli a rischio tangenziale e autostrada Nel mirino ditta di Castellammare che avrebbe eseguito i lavori in fretta e utilizzando materiali scadenti”. Nel corpo dell’articolo è scritto: “Il cartellone autostradale di metallo che indica l’uscita di Santa Maria Capua Vetere sull’Autosole precipitato sull’asfalto all’alba di domenica scorsa non è caduto a causa del vento, come dichiarato, ma a causa della cattiva messa in opera: lo ha scritto la Polizia Stradale di Caserta Nord nell’informativa alla Procura. Il tabellone non ha retto perché le saldature non erano a regola d’arte. E ora è allarme per tutta la segnaletica dell’autostrada per Salerno e della Tangenziale. E su alcuni appalti si indaga per eventuali infiltrazioni della camorra.” Napoli 2 gennaio 2012, Il Mattino, titolo: “Cartelloni stradali killer in autostrada - La Procura indaga sul ferro cinese” I precedenti esistono e sono gravi. L’argomento è serio e riguarda tutti noi da molto vicino ma non è sufficientemente trattato e adeguatamente approfondito dai mass media. Anche l’operazione della DIA di ieri non ha avuto quel risalto che una notizia del genere meriterebbe. Ieri abbiamo appreso che, un paio di settimane fa, sono crollati alcuni pannelli dal casello di Rosignano, fortunatamente senza alcun ferito. Tra l’altro, la società ha eseguito i lavori anche in altre zone della Toscana quali: i caselli autostradali di Firenze Nord (A1), di Viareggio, di Frizzone (A11), del casello e del nuovo cavalcavia in ferro  Capannori (LU). Stiamo parlando di quattro Procure della Repubblica che stanno svolgendo indagini e del delitto di attentato alla sicurezza dei trasporti commesso dai titolari di un’impresa che avrebbe installato sulle autostrade italiane 55 pensiline, 30 cavalcavia, tutti i Punti Blu, e numerosi cartelloni autostradali. L’effetto più grave di questa operazione è che nessuno sa di che qualità è il ferro utilizzato per realizzare pensiline, ponti, pilastri di calcestruzzo e che l’impiego di materiale scadente e non omologato viene accertato, attraverso perizie effettuate a posteriori, solo in caso di disastri e sciagure. Ricordiamo tutti quello che è capitato all’Aquila nella Casa dello Studente, eppure queste notizie continuano ad essere messe a pagina 24. Sarà a causa dell’indifferenza o dell’assuefazione? Firenze, 07 dicembre 2012

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