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SCALIA (MEGAFONO TOSCANO) SU CARCERI ITALIANE (VISUALE INNOVATIVA)

Carceri: 'Megafono' Toscana, pensiamo anche a chi ci lavora Pochi agenti. E rischio-telefonini per gestire crimine da celle FIRENZE (ANSA) - FIRENZE, 29 AGO - La criticità dei penitenziari italiani "non può essere affrontata esclusivamente con provvedimenti svuota carceri: si fa un gran parlare delle problematiche di chi deve scontare una pena, ma troppo spesso ci si dimentica dei lavoratori che operano all'interno degli istituti di pena". A sostenerlo è Renato Scalia, coordinatore toscano del Megafono, il movimento che fa riferimento al governatore della Sicilia Rosario Crocetta, secondo il quale "gli operatori della polizia penitenziaria, quotidianamente, sono costretti a lavorare in condizioni di emergenza e pericolo e, con organici ridotti ai minimi termini, devono tenere a bada una popolazione carceraria che supera di gran lunga quella prevista da ogni singolo penitenziario". A Sollicciano, spiega Scalia, "vi sono oltre 1000 detenuti a fronte di una capienza di 475 posti e nel carcere circondariale fiorentino è prevista una dotazione organica del personale di polizia penitenziaria di 635 unità, anche se la pianta organica è del 2001, mentre le forze presenti si dovrebbero arrestare a 485 unità: inevitabilmente, con un numero ridottissimo di addetti ai controlli, i carceri nostrani sono divenuti un colabrodo e le stesse organizzazioni sindacali hanno denunciato situazioni insostenibili dovute al sovraffollamento degli istituti di pena italiani". Un quadro generale nel quale, spiega Scalia, si sviluppano "relazioni sentimentali tra detenuti e operatori sanitari, spaccio di sostanze stupefacenti, traffico di cellulari e schede telefoniche ed anche estorsioni". La questione poi della presenza di telefoni cellulari in carcere è, spiega Scalia, frequente e origine della capacità di alcuni detenuti di proseguire a gestire le loro attività criminali da dietro le sbarre: "Nelle prigioni i cellulari sono divenuti merce di scambio estremamente preziosa tra i detenuti" e, "sicuramente - continua Scalia - un metodo efficace potrebbe essere la schermatura degli istituti penitenziari e i reparti di polizia penitenziaria dovrebbero essere dotati di appositi rilevatori di telefoni cellulari". (ANSA).

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