COMUNICATO STAMPA
Nella mattinata del 29 marzo 2013, il personale del Centro Operativo della DIA ed i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo a carico di MUSOLINO Rocco, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta del Procuratore Aggiunto dott. Michele Prestipino Giarritta e del Sostituto Procuratore dott. Stefano Musolino della locale Direzione Distrettuale Antimafia. Il provvedimento ha riguardato imprese, conti correnti e beni mobili ed immobili riconducibili a Rocco MUSOLINO per un ammontare complessivo di oltre 150.000.000 di euro.
Le indagini a carico del c.d. “re della montagna” furono avviate dai Carabinieri nel 2008, a seguito del tentato omicidio, perpetrato nei confronti di MUSOLINO Rocco, noto imprenditore nel settore dei legnami, e miravano ad individuare il contesto nell’ambito del quale era maturato l’evento.
Le risultanze dell’attività d’indagine, che si è avvalsa di attività tecniche e di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno evidenziato che MUSOLINO sia stato più volte interessato per la risoluzione di disaccordi e problemi sorti a Santo Stefano in Aspromonte e a Reggio Calabria, in ragione del prestigio criminale di cui godeva.
Dall’attività di indagine è emerso che MUSOLINO ha esercitato la propria attività sfruttando i legami con la ‘ndrangheta, che gli hanno consentito di operare ed agire, fino a raggiungere una posizione di sostanziale monopolio, con modalità di sopraffazione e intimidazione tipiche dell’impresa mafiosa, nonché sfruttando le cointeressenze in tutti gli altri settori del mondo politico, economico ed istituzionale.
Circa lo spessore criminale di MUSOLINO è importante riferire che, a seguito degli accertamenti condotti dai Carabinieri il giorno dell’attentato, lo stesso viaggiava armato, con il colpo in canna e munito di due caricatori, circostanza che il soggetto ha poi affermato essere abitudinaria per lui.
Sul conto di MUSOLINO, inoltre, sono state rese dichiarazioni da collaboratori di giustizia, che lo indicavano quale personaggio di estrema importanza nell’ambito della cosca SERRAINO, ove avrebbe esplicato funzioni di vertice: “…il suo grado - ha riferito il collaboratore di giustizia BARRECA - all’interno della ‘ndrangheta è elevatissimo, più di “vangelo”, e questo grado di mafia cumula con quello di massone…”.
Il collaboratore di giustizia RODÀ Antonino, inoltre, ha riferito che MUSOLINO Rocco apparteneva alla cosca SERRAINO - riscontrando in ciò le già note dichiarazioni di Margherita DI GIOVINE - ma con un ruolo autonomo di Capo Società di Gambarie, riscontrando in ciò le già note dichiarazioni dei collaboratori di giustizia LAURO e BARRECA che lo definivano un capo.
Giacomo Ubaldo LAURO ha riferito circa l’intervento di MUSOLINO per la liberazione di un sequestrato, unitamente a SERRAINO, a GIOFFRÈ e a NIRTA Antonio ed infine il collaboratore di giustizia ZAVETTIERI Antonino ha dichiarato che a Santo Stefano d’Aspromonte esisteva un autonomo locale di ‘ndrangheta capeggiato da Rocco MUSOLINO, in un contesto di solida alleanza con la famiglia mafiosa dei SERRAINO.
Determinate attività d’indagine, peraltro, hanno evidenziato rapporti anche con Cosimo ALVARO, tratto in arresto nell’operazione META, figlio del più noto ALVARO Domenico, arrestato per associazione mafiosa nella più recente operazione CRIMINE.
Le indagini hanno accertato che MUSOLINO è un imprenditore colluso che ha tratto indubbio vantaggio dalla sua vicinanza alla ‘ndrangheta, poiché tale contiguità gli ha garantito la tranquillità necessaria ad espandere la sua impresa fino ad ottenere un consistente vantaggio patrimoniale specie quando, intrattenendo rapporti economici con la Regione Calabria, ha lavorato e/o fornito prestazioni proprio in quei cantieri in cui la presenza di esponenti della ‘ndrangheta era massiccia. In questo modo MUSOLINO è riuscito ad accumulare nel tempo un patrimonio di ingenti proporzioni.
La contiguità ad ambienti ‘ndranghetisti ha reso evidente come i profitti ricavati dalle sue imprese abbiano costituito proprio il profitto della sua attività illecita; gli accertamenti seguiti alle attività d’indagine svolte nei suoi confronti hanno contribuito a fare chiarezza sulla caratura del personaggio e sui modi attraverso i quali ha costruito la sua ricchezza; modi tipici caratterizzanti le condotte mafiose, con riferimento sia alle interferenze nell’economia legale, al conseguimento di profitti illeciti, agli ostacoli frapposti al libero esercizio del voto, come emerge in intercettazioni risalenti a periodi di elezioni amministrative nella sua zona d’origine.
A MUSOLINO Rocco è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari con il quale gli è stata contestata la violazione dell’art. 132 del Decreto Legislativo n. 385/1993 (abusivo esercizio dell’attività finanziaria). Analogo provvedimento è stato notificato alla segretaria particolare SINICROPI Francesca cl. 1955; entrambi, in concorso tra loro, Rocco MUSOLINO quale gestore dei rapporti e la SINICROPI in suo ausilio, quale sua segreteria e persona di fiducia, esercitavano nei confronti del pubblico attività finanziarie quali, in particolare, la concessione di prestiti e finanziamenti ad un ampio numero di soggetti con cui si relazionava nell’ambito delle attività di imprese a lui riconducibili, ovvero in virtù della sua notoria capacità di concedere mutui e di svolgere attività di intermediazione creditizia.
Nel medesimo contesto, è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari anche a Saverio PIZZIMENTI Saverio, cl. 1972, a FRASCA Giuseppe, cl. 1962, ed a STILO Rocco, cl. 1952, poiché, a seguito dei reati contestati a MUSOLINO, lo aiutavano ad eludere le investigazioni rendendo dichiarazioni false e reticenti ai Carabinieri, riferendo poi al “re della montagna” il contenuto delle loro dichiarazioni rese alle forze dell’ordine, nonché le intercettazioni a loro contestate e detenendo tutta la documentazione comprovante gli illeciti rapporti finanziari tenuti da Rocco MUSOLINO.
I complessi accertamenti, svolti dalla D.I.A., finalizzati all’individuazione del cospicuo patrimonio del MUSOLINO, hanno permesso il sequestro, eseguito dal personale del Centro Operativo della D.I.A. e dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, dei seguenti beni, per un valore di oltre 150 milioni di euro:
impresa individuale <<MUSOLINO Rocco di Francesco>>, con sede legale in Santo Stefano in Aspromonte (RC), Corso Garibaldi nr. 50, Partita IVA 00083440800, in attività dal 09.12.1958, operante nel settore dell’industria boschiva;
quote sociali e patrimonio aziendale della <<MAIUS IMMOBILIARE s.r.l.>>, con sede in Reggio Calabria, via Vittorio Veneto nr. 2/B, Partita IVA 02173190808, avente per oggetto “la compravendita e locazione di beni immobili propri con esclusione di ogni attività di agenzia immobiliare”;
84 fabbricati (di cui 1 ubicato a Roma) e 118 terreni situati in provincia di Reggio Calabria;
rapporti intrattenuti con Istituti di Credito pubblici o privati, Casse Rurali, Direzioni Provinciali P.T., Società Assicurative, Finanziarie o Fiduciarie, Società di Intermediazione Mobiliare.