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BENI CONFISCATI A FIRENZE RICHIESTI DA SENTINELLE

Piazza della Signoria, Firenze. Al civico 7 vi è il palazzo Uguccioni, bell'edificio costruito a metà del Cinquecento, oggetto di un restauro conservativo concluso nel 1998, diviso in appartamenti ai piani superiori. Uno di questi appartamenti è stato confiscato a Raffaele Monticelli, trafficante d'arte e predone di reperti anche se ufficialmente maestro elementare, che lo aveva acquistato, mentre era latitante, per 250 milioni di lire, più o meno 1.000 euro a metro quadro! Se volessimo cercare una metafora più efficace della opposizione Stato mafia, avremmo difficoltà, probabilmente, a trovarne una più efficace di questa spaziale: uno di fronte all'altro il Palazzo della casa comunale di Firenze e la casa frutto dell'illegalità, come hanno accertato e sanzionato i giudici. In mezzo il silenzio. Per rompere questo silenzio la Fondazione avanza la proposta e fa richiesta all'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) di avere in assegnazione l'appartamento. Da tempo la Fondazione ripete che è necessaria una svolta nei beni confiscati alla criminalità organizzata, una svolta culturale e politica. Occorre una etica pubblica che abbia nella sua tavola di valori quello del rispetto delle leggi senza se e senza ma. E rispetto delle leggi significa togliere e recuperare ad uso della collettività i beni acquisiti con denaro frutto di attività illegali. E occorre il coraggio politico di atti in questa direzione. Con il progetto I giovani sentinelle della legalità la Fondazione raggiunge giovani in tante scuole per favorirne il protagonismo e i percorsi di cittadinanza. Il progetto si è arricchito negli anni grazie alle proposte dei giovani guidati dai tanti insegnanti, veri partigiani di questa nuova resistenza: la resistenza dei valori, della legalità, nell’impegno a formare i nostri giovani cittadini. Ma il progetto si è impoverito riguardo i finanziamenti sempre più esigui e per aver perso per strada alcuni dei compagni di questa avventura. In questa primavera il progetto si arricchisce dell’esperienza e della competenza di Maurizio Pascucci, come nostro Responsabile Nazionale Beni confiscati che da sempre è stato accanto a noi. Il suo prezioso lavoro fra ragazzi e ragazze toscani e di tutte le regioni d'Italia, che hanno volontariamente lavorato sulle terre confiscate alla mafia, ha consentito di riportare al centro dell'attenzione la questione del recupero dei beni sottratti alla mafia, restituendoli alle comunità in modo che divengano occasioni di sviluppo economico e sociale nella legalità. Ed è altrettanto preziosa la sua opera in Sicilia, a Corleone, non più solo città della mafia ma anche dell'antimafia, dove Casa Caponnetto è divenuto luogo di riferimento per produttori e commercianti che lavorano nel pieno rispetto della legge e hanno bisogno di una rete per i propri prodotti, rete a cui Maurizio lavora attivamente con la costituzione dell'associazione Fior di Corleone. Per la Fondazione è motivo di onore la collaborazione di Maurizio Pascucci, ma è anche un modo per tener fede a quell'ammonimento di Antonino Caponnetto di non lasciar mai soli coloro che si battono contro la mafia. Grazie alla sua esperienza abbiamo arricchito il progetto delle Giovani sentinelle con un percorso di adozione di un bene confiscato studiandone tutta la vicenda dal sequestro alla confisca, approfondendone le possibilità di riutilizzo, fino a giungere ad una discussione pubblica per l'assegnazione. A Firenze vi sono due beni, un immobile in via Giotto, confiscato ad un usuraio, ed un immobile di pregio in piazza della Signoria, che possono essere riutilizzati. Per tutti e due la Fondazione chiede l'assegnazione in modo da trovare spazio per i suoi uffici, nel primo, e far divenire luogo di ospitalità come dimore storiche, il secondo, da cui trarre un reddito per finanziare le proprie attività di educazione alla legalità. Inoltre la Fondazione si costituirà parte civile nei processi contro le mafie in Toscana. La richiesta di assegnazione di beni e la costituzione di parte civile sono strumenti per le risorse della Fondazione, per la sua attività nelle scuole, fra i giovani, fedeli in questo all'insegnamento di Antonino Caponnetto che diceva che «la mafia teme più la scuola della giustizia», così le risorse sottratte alla mafia rendono possibili quelle attività scolastiche essenziali alla costituzione di una solida coscienza civica. Clicca qui per scaricare le foto Editore Domenico Bilotta Responsabile Nazionale Progetto Scuola

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