Comunicato stampa
Fondazione Caponnetto: “Riflettere come combattere la mafia oggi ma respingere con forza chi vuole delegittimare il vero movimento antimafia”
“Oggi più che mai è necessario riflettere su come si deve combattere la mafia ma bisogna anche respingere con forza tutti i tentativi di delegittimazione del vero movimento antimafia”. E’ questo l’allarme lanciato da Salvatore Calleri presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, da Federico Gelli, deputato del PD e componente dell’ufficio di presidenza dopo le polemiche seguite all’arresto dell'ex sindaco antimafia del Comune di Capo Rizzuto, seguito da quello di Rosy Canale, la cosiddetta “donna coraggio” di San Luca sempre in Calabria. “Si tratta di arresti che hanno potenzialità distruttive enormi per l’antimafia – sottolineano gli esponenti della Fondazione Caponnetto – che alcune trasmissioni televisive hanno trattato in modo eclatante, ma anche fuorviante. Il movimento antimafia deve analizzare come ciò sia potuto accadere e soprattutto agire di conseguenza senza togliere niente all’importanza della antimafia della società civile che, in questi anni, è stata utilissima per colpire le organizzazioni criminali in particolare erodendo il consenso sociale di cui si nutrono soprattutto in Sicilia. Sull'onda dell'entusiasmo, quando sono venuti alla luce nuovi soggetti tra virgolette antimafia, sono stati accolti a braccia aperte e senza fare le verifiche necessarie sulla bontà delle intenzioni facendoli diventare anche testimoni paladini al nord. Una nuova antimafia che potrebbe essere stata favorita e creata ad hoc con uno scopo: delegittimare e distruggere il movimento antimafia, quello storico e radicato da decine di anni che ha dato il suo grande contributo nella lotta alle mafie. Questa tesi al momento non è provata – aggiungono Calleri e Gelli - ma ci sono numerosi segnali che vanno in quella direzione e c’è chi cerca di far passare il messaggio che l'antimafia vera e la mafia sono la stessa cosa. Questa confusione è molto grave e non va in alcun modo sottovalutata. Le mafie in passato hanno già tenuto comportamenti simili nei confronti dei collaboratori di giustizia e sono molto abili nello sfruttare queste situazioni contro chi realmente combatte la mafia quotidianamente con i fatti, le analisi e le denuncie senza ovviamente sostituirsi alle autorità competenti. Occorre riflettere con attenzione - concludono - rispedendo al mittente tali comportamenti intrusivi delle forze mafiose nell'antimafia da un lato e dall'altro guardandosi da chi oggi predica l'antimafia delle parole in modo soprattutto mediatico ed è spuntato dal nulla”.
Comando Provinciale di Reggio Emilia - Reggio Emilia , 21/11/2025 13:42 Nonostante i continui inviti a diffidare dagli estranei ad opera dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia - che al riguardo hanno anche più volte ricordato i consigli della campagna antitruffa “Non aprite quella porta” – non si fermano i truffatori che con pretestuose richieste o controlli raggirano e derubano gli anziani dei loro averi. Proprio questo è accaduto il 20 novembre scorso a Reggiolo, quando due uomini intorno alle 13:00 circa, suonavano al citofono di casa di un’anziana 81enne, e qualificandosi come operatori sanitari, riferivano all’anziana donna che le avrebbero dovuto effettuare una visita domiciliare. I due falsi operatori sanitari dunque, avuto accesso all’abitazione, con artifizi e raggiri, si impossessavano di due collanine in oro di grande valore affettivo, custodite su un mobile della cucina, e successivamente si dileguavano immediatamente. L’anziana d...
