La questione dei rifiuti tossici di cui recentemente si è occupata la Fondazione Caponnetto ci deve far alzare l'attenzione su tale tema. La recente uscita dell'agenzia americana sulla zona di Prato come la nuova terra dei fuochi, poi meglio specificata ma non ritirata dal Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, ha aperto una sorta di vaso di Pandora delle polemiche. In alcuni casi eccessive volte a ridimensionare il grido di allarme. La Toscana ha paura di parlare di questo tema. Secondo me i nervi scoperti sono un brutto segnale di sottovalutazione della questione mafiosa nella nostra terra. Eppure i clan sono presenti. Eppure il riciclo viene effettuato. Eppure i controlli vengono fatti, ma tutte le autorità competenti sono sotto organico. Alcune cose vanno dette comunque. Innanzitutto a Prato la situazione da un punto di vista della presenza mafiosa è molto pesante. Dal seguente blog è scaricabile il rapporto sulla mafia a Prato: http://legalitapratese.blogspot.it. Anche la questione, tra l'altro recente, dell'accordo sui rifiuti tessili da smaltire in Cina tra criminalità cinese e camorra non è da sottovalutare, perchè tale caso ci dimostra che è stata tracciata una rotta che può essere usata per tanti scopi. E sono state trovate sinergie tra mafie diverse. Personalmente non sono rimasto stupito dalle nuove precisazioni del Procuratore Roberti, in quanto non poteva certo parlare di casi nuovi o di indagini coperte da segreto. Si può parlare solo di indagini chiuse. È ovvio. Ma la cosa che mi meraviglia, è la reazione dei politici alle parole del Procuratore. Si sono più preoccupati delle dichiarazioni di una persona splendida come Roberti, che del fatto che le mafie sono presenti in Toscana ed a Prato. Un segnale politico non bello. Insomma solo un dato è certo: il rifiuto di parlare dei rifiuti a Prato.
Comando Provinciale di Reggio Emilia - Reggio Emilia , 21/11/2025 13:42 Nonostante i continui inviti a diffidare dagli estranei ad opera dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia - che al riguardo hanno anche più volte ricordato i consigli della campagna antitruffa “Non aprite quella porta” – non si fermano i truffatori che con pretestuose richieste o controlli raggirano e derubano gli anziani dei loro averi. Proprio questo è accaduto il 20 novembre scorso a Reggiolo, quando due uomini intorno alle 13:00 circa, suonavano al citofono di casa di un’anziana 81enne, e qualificandosi come operatori sanitari, riferivano all’anziana donna che le avrebbero dovuto effettuare una visita domiciliare. I due falsi operatori sanitari dunque, avuto accesso all’abitazione, con artifizi e raggiri, si impossessavano di due collanine in oro di grande valore affettivo, custodite su un mobile della cucina, e successivamente si dileguavano immediatamente. L’anziana d...
