PROVINCIA DI RIMINI
Nel territorio della provincia di Rimini sono attivi i Vrenna-Bonaventura.
L'organizzazione 'ndranghetista opera anche attraverso gli alleati Masellis -
Lentini, nel controllo del gioco d’azzardo, l’usura, le estorsioni e il traffico di
sostanze stupefacenti. Sono presenti anche i Pompeo di Capo Rizzuto, gli Ursino di
Gioiosa Jonica (RC) e i Muto.
E’ molto forte e radicata la presenza della camorra con i clan D’Alessandro,
Di Martino - Afeltra, Vallefuoco di Brusciano (NA), Mariniello di Acerra (NA) e
dei casalesi. Sono presenti soggetti della sacra corona unita e anche del clan
mafioso catanese dei Laudani.
Nel rapporto del 2012 abbiamo messo in evidenza la denuncia lanciata dagli
albergatori, che avevano evidenziato il rischio di possibili acquisizioni di strutture
ricettive e della balneazione da parte la mafia, a causa della crisi che ha investito il
settore turistico. La conferma a quanto paventato dagli addetti al settore, giunge da
una recente analisi della Prefettura di Rimini, secondo la quale alcuni hotel della
provincia sarebbero passati in mano alla criminalità organizzata.
I beni confiscati nella provincia di Rimini.
* Il totale va inteso al netto degli immobili non confiscati in via autonoma.
Comuni In
gestione
Destinati
consegnati
Destinati
non
consegnati
Usciti
dalla
gestione
Non
confiscati
in via
autonoma
Aziende
in
gestione
Aziende
uscite
dalla
gestione
Totale
*
BELLARIA
IGEA
MARINA
0 0 0 0 0 1 0 1
CATTOLICA 0 0 2 0 0 1 1 4
RIMINI 1 0 0 0 0 0 0 1
Criminalità organizzata calabrese
• Novembre 2012, la Questura di Cosenza ha sequestrato beni mobili e
immobili, per un valore di circa due milioni di euro, intestati o riferibili ad
Agostino Briguori, 44 anni, di Bonifati (CS), e ai suoi familiari. I beni erano
già stati sottoposti a sequestro preventivo nel maggio del 2011. L'uomo era
stato coinvolto nell'operazione Cartesio e accusato dei reati di usura,
estorsione e favoreggiamento, in quanto ritenuto referente della 'ndrina dei
Muto di Cetraro (CS) in Emilia Romagna. Il provvedimento è stato eseguito al
termine di un procedimento nel quale sarebbe stata accertata una notevole
discrepanza tra i beni posseduti e i redditi dichiarati. La confisca riguarda
abitazioni, anche di lusso, terreni, automobili, quote di società, aziende che
gestiscono lidi balneari, società edili, alberghi, ristoranti e pizzerie, nel
cosentino e anche in provincia di Rimini.
Criminalità organizzata campana
• Dicembre 2012, operazione “Vulcano”, i Carabinieri hanno eseguito nelle
province di Rimini, Prato, Napoli e Caserta ordinanze di custodia cautelare,
emesse dal Gip di Bologna su richiesta della Procura distrettuale antimafia, nei
confronti di 18 persone indagate per associazione di tipo mafioso, estorsione,
usura e tentato sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravati dal
metodo mafioso. Al centro delle indagini dei Ros le infiltrazioni in Emilia-
Romagna e Toscana della camorra casertana e napoletana. Le attività di
usura ed estorsione, secondo le indagini dei Ros, erano compiute ai danni di
imprenditori e commercianti locali, avvalendosi anche di agenzie di recupero
crediti fittizie. I Carabinieri hanno documentato continue minacce e
intimidazioni alle vittime, costrette a intestarsi attività commerciali e
imprenditoriali da utilizzare per commettere truffe a istituti di credito. Come è
successo nel caso di una società di Calenzano, in provincia di Firenze, di cui il
gruppo criminale si è impossessato convincendo poi un uomo gravemente
malato a fare da prestanome in cambio di una lauta ricompensa in denaro. La
vittima aveva pensato di lasciare questo denaro alla sua famiglia (sapendo di
dover morire) ma non aveva fatto i conti con i personaggi di cui era caduto in
trappola: quella che aveva visto come un'occasione si è trasformata in un
incubo, ha subito minacce su minacce e alla fine non ha visto neanche un soldo
ed è morto.
• Aprile 2013, operazione "Mirror", i Carabinieri di Rimini hanno arrestato 20
persone appartenenti al clan Licciardi di Secondigliano (NA), per i delitti di
estorsione e riciclaggio. Minacciavano e picchiavano gli imprenditori che non
volevano fare affari con loro, che non pagavano i prestiti o non li facevano
entrare in società solo per ripulire i soldi del traffico di stupefacenti e armi.
Nell'obiettivo del clan, una frangia degli scissionisti di Secondigliano,
c'erano le attività economiche redditizie della Riviera, bar, ristoranti, alberghi e
soprattutto locali notturni. L'organizzazione di stampo camorristico era
presente nella provincia di Rimini almeno dagli inizi del 2000. Nel corso
dell'operazione sono stati posti sotto sequestro due noti night club nel
Riminese. Nel mese di novembre è stato disposto anche il sequestro di un
hotel. Uno degli arrestati è anche indagato nell'ambito dell'indagine "Venus"
(vedasi provincia di Parma) del maggio 2012.
• Agosto 2013, la Squadra Mobile di Rimini ha arrestato un latitante
pluripregiudicato, esponente di spicco di un noto clan camorristico. Umberto
Falanga, 40 enne napoletano è affiliato al clan Contini. Aveva raggiunto la
famiglia a Rimini per trascorrere il Ferragosto. E' stato catturato mentre
passeggiava sul lungomare. Gli agenti della Squadra Mobile stavano pedinando
la sua famiglia, la moglie e i genitori, che alloggiavano in un residence, da una
settimana.
Criminalità organizzata
• Novembre 2013, “Operazione trent’anni”, la Guardia di Finanza e i Carabinieri
hanno effettuato un sequestro di 25 milioni di euro nei confronti di Ernesto
Diotallevi, considerato uno dei capi storici della banda della Magliana. Un
immobile è stato sequestrato nel riminese.
Reati fiscali
• Gennaio 2013, operazione ”Machiavelli”, la Guardia di Finanza e l'Agenzia
delle dogane di Rimini hanno scoperto una maxi-frode Iva sull'asse Italia e
San Marino. Le persone coinvolte sono 27 e sono stati eseguiti cinque arresti e
sequestri per quasi 40 milioni di euro. Sono coinvolte diverse società nazionali,
intestate anche a prestanome compiacenti, e una decina di società estere
(principalmente con sede nella Repubblica di San Marino, ma anche in Gran
Bretagna, Romania, Austria e Svizzera), nella diretta disponibilità di uno degli
arrestati e dei suoi soci. I reati contestati agli indagati sono associazione per
delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di dichiarazione fraudolenta
mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omessa
dichiarazione, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti,
occultamento o distruzione di documenti contabili, con l'aggravante dell'essere
il numero degli associati superiore a dieci e con l'aggravante che nella
commissione del reato ha dato il suo contributo un gruppo criminale
organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato (Italia, San
Marino, Svizzera, Gran Bretagna, Austria e Romania). Secondo gli
investigatori, gli indagati facevano uso di società commerciali che
organizzavano vendite e acquisti di merce secondo il sistema consolidato del
carosello fiscale, che prevede il transito dei beni da ditte italiane a soggetti
giuridici esteri e, successivamente, il passaggio a più aziende italiane, con lo
scopo di interporre, fra il soggetto venditore e l'effettivo destinatario finale,
all'atto del rientro in Italia delle merci, una o più aziende fittizie “cartiere”. Il
profitto dei singoli reati fiscali consumati dal sodalizio criminale è
quantificabile in non meno di 37,4 milioni di euro per la sola evasione dell'Iva"
(su un imponibile di 187 milioni). Sono stati sottoposti a sequestro preventivo
di beni mobili, immobili e risorse finanziarie nella disponibilità degli indagati
fino a 37,4 milioni. Le misure cautelari sono state eseguite tra Rimini, San
Marino, Milano, Reggio Emilia, Bologna, Perugia, Volterra, Latina, Aprilia,
Roma, Ascoli Piceno, Pescara, Foggia, Cagliari, Reggio Calabria e Catania.
Criminalità da strada
• Agosto 2013, rissa con sparatoria sul lungomare di Riccione. Un ragazzo è
stato ferito da un colpo di pistola, probabilmente, dopo una lite con un gruppo
di giovani. La vittima, di origine calabrese, avrebbe precedenti per
stupefacenti. Secondo le prime ricostruzioni il ferito era in compagnia di un
altro ragazzo napoletano, anche quest'ultimo con precedenti per droga, quando
sarebbe nata un'animata discussione con un gruppo di altre tre o quattro
persone, degenerata in un'aggressione fisica culminata con l'esplosione di due
colpi di arma da fuoco di piccolo calibro. Il ragazzo è stato colpito al fianco,
mentre il ragazzo che era con lui ha riportato delle contusioni. L'autore
dell'episodio è stato acciuffato dai Carabinieri del comando di Barletta, che lo
hanno intercettato al suo arrivo in Puglia. E' un 20enne che ha ammesso di
essere stato lui a sparare due colpi di pistola in piazzale Azzarita sul lungomare
di Riccione. A poco più di 24 ore dal grave episodio i Carabinieri hanno
chiuso il cerchio attorno ai responsabili e sottoposto a fermo con l’accusa di
tentato omicidio in concorso quattro giovani pugliesi. Non è ancora chiaro il
movente della sparatoria.
DIA: CONFISCATO PATRIMONIO PER OLTRE 7 MILIONI DI EURO AD IMPRENDITORE CONTIGUO AL CLAN MAFIOSO DEI “BARCELLONESI”
DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA COMUNICATO STAMPA DIA: CONFISCATO PATRIMONIO PER OLTRE 7 MILIONI DI EURO AD IMPRENDITORE CONTIGUO AL CLAN MAFIOSO DEI “ BARCELLONESI” La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un decreto di confisca, emesso dal Tribunale di Messina, relativo all’ingente patrimonio nella disponibilità di noto imprenditore edile di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), risultato contiguo alla famiglia mafiosa “ barcellonese” storicamente egemone nella fascia tirrenica della provincia messinese. Il provvedimento scaturisce da complesse indagini economico-finanziarie condotte dalla DIA in stretto raccordo con la Procura Distrettuale diretta dal d ott. Maurizio De Lucia e confluite nella proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale formulata dal Direttore della DIA . Con il procedimento “ Gotha VII ” è stata giudizialmente confermata, tra l’altro, la caratura criminale del proposto, condannato per il reato di estorsione aggravata per aver agevolato l’