DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
Centro Operativo di Palermo
COMUNICATO STAMPA
MAXI SEQUESTRO DELLA D.I.A. A PALERMO
Su proposta del Direttore della D.I.A., Arturo De Felice, il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro di beni riconducibili agli eredi di RAPPA Vincenzo, imprenditore palermitano deceduto nel 2009, il quale, nel tempo, ha intrattenuto rapporti con noti esponenti di “cosa nostra”, che ne hanno permesso l’escalation imprenditoriale e l’illecito arricchimento.
Il provvedimento, eseguito dal Centro Operativo D.I.A. di Palermo, ha consentito, in virtù delle recenti disposizioni inserite nel codice antimafia, di sequestrare agli eredi, entro il limite massimo di cinque anni dal decesso, l’importo ingentissimo di oltre 600 milioni di Euro, cifra al momento prudenzialmente stimata.
L’attività di prevenzione, svolta dall’articolazione D.I.A., ha consentito di accertare come il RAPPA, seppur non inserito organicamente nell’ambito dell’associazione mafiosa, abbia fornito alla stessa un concreto e fattivo contributo al suo sviluppo strutturale, ottenendo in cambio considerevoli vantaggi sia nel settore dell’edilizia privata sia in quello degli appalti pubblici.
Tra i beni sequestrati figurano numerosissimi immobili costituiti da appartamenti, ville, negozi, le sedi del T.A.R. a Palermo, del C.N.R. e della nota emittente televisiva siciliana TRM, nonché della Soc. PUBLIMED e di una concessionaria di auto di grossa cilindrata con sedi a Palermo, Catania e Siracusa.
Roma, 30 marzo 2014
Comando Provinciale di Reggio Emilia - Reggio Emilia , 21/11/2025 13:42 Nonostante i continui inviti a diffidare dagli estranei ad opera dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia - che al riguardo hanno anche più volte ricordato i consigli della campagna antitruffa “Non aprite quella porta” – non si fermano i truffatori che con pretestuose richieste o controlli raggirano e derubano gli anziani dei loro averi. Proprio questo è accaduto il 20 novembre scorso a Reggiolo, quando due uomini intorno alle 13:00 circa, suonavano al citofono di casa di un’anziana 81enne, e qualificandosi come operatori sanitari, riferivano all’anziana donna che le avrebbero dovuto effettuare una visita domiciliare. I due falsi operatori sanitari dunque, avuto accesso all’abitazione, con artifizi e raggiri, si impossessavano di due collanine in oro di grande valore affettivo, custodite su un mobile della cucina, e successivamente si dileguavano immediatamente. L’anziana d...
