Passa ai contenuti principali

INTERROGAZIONE DI LUMIA SUL CLAN VENTURA

Legislatura17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04511 Atto n. 4-04511 Pubblicato il 16 settembre 2015, nella seduta n. 505 LUMIA - Ai Ministri della giustizia e dell'interno. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante: nell'ultimo rapporto (2014) della Direzione nazionale antimafia sono 3 i capimafia nella provincia di Ragusa, Mario Campailla, Franco Mormina e Filippo Ventura, e a quest'ultimo, secondo le più recenti investigazioni, si ricondurrebbe la leadership del gruppo mafioso e criminale su Vittoria (Ragusa) per il gruppo della Stidda; i componenti della famiglia Ventura, tranne il capomafia Filippo detenuto in carcere per associazione mafiosa, non sono attualmente in condizioni di detenzione. Filippo Ventura ha 2 fratelli, Gionbattista e Vincenzo, e 2 figli, Jerry ed Angelo Elvis (entrambi con precedenti penali e più volte arrestati per spaccio di droga). Gionbattista Ventura, detto "Titta u marmararu", come si apprende da diversi articoli del giornalista Paolo Borrometi (pubblicati sul giornale online "la spia"), riuscì a farsi reclutare, ai tempi d'oro, nell'organizzazione mafiosa "Dominante - Carbonaro" di Vittoria, insieme al fratello Filippo ed all'altro fratello Vincenzo; Gionbattista Ventura è un "soggetto socialmente pericoloso", definito tale per i suoi gravi e numerosissimi precedenti penali, fra i quali omicidio e associazione per delinquere (ma è stato in carcere anche per associazione mafiosa) ed ha un figlio, tale Angelo Ventura (detto "u Checco") da poco uscito dal carcere. Gionbattista Ventura ha svariate condanne: la più grave (divenuta esecutiva nel 1999) è a 25 anni per i reati di associazione per delinquere finalizzato al traffico di droga, omicidio aggravato, detenzione e porto illegale di armi ed altro (per il quale è stato detenuto nel carcere di Fossombrone). Ventura è stato più volte arrestato e condannato, nello specifico: già negli anni '80 venne arrestato e il 20 febbraio 1987 condannato (prima volta) per associazione per delinquere. Il 30 giugno 1992 venne condannato per rapina e violazione di domicilio (seconda volta). Il 3 maggio 1993 venne condannato per violazione delle norme sulle sostanze stupefacenti (terza volta). Il 28 novembre 1994 viene arrestato, questa volta per associazione mafiosa. L'8 aprile 1999 viene condannato (quarta volta) a 25 anni per i reati di associazione per delinquere, finalizzata al traffico di droga, omicidio aggravato, detenzione e porto illegale di armi ed altro. Il 24 novembre 2000 gli vengono sequestrati beni personali. L'11 giugno 2011 viene sottoposto a misura di sorveglianza speciale per mafia. Più volte Gionbattista Ventura infrange la misura tanto che, attualmente, è sottoposto a libertà vigilata; Gionbattista Ventura oggi (come rivelano le inchieste giornalistiche di Paolo Borrometi) gestirebbe un'agenzia funebre della quale non risulta essere formalmente proprietario. L'attività, nonostante pubblicamente porti il nome di "Agenzia Funebre Ventura", non è registrata con tale nome ed è intestata al signor Maurizio Cutello. Tutto ciò perché, come è facile immaginare, Gionbattista Ventura non può avere autorizzazioni e licenze, soprattutto antimafia, avendo la carriera criminale illustrata. Però, per la capacità di intimidazione sul territorio vittoriese, Ventura avrebbe modificato il nome dell'attività tanto da farla diventare (solo nelle insegne e nella propaganda pubblicitaria) "Agenzia Ventura"; la rivelazione fatta dal giornalista Paolo Borrometi della non regolarità dell'agenzia funebre porterà Gionbattista Ventura, il 1° agosto 2015, a minacciare di morte Borrometi, con frasi dal pesante contenuto indimidatorio, e a sfidare lo Stato; Gionbattista Ventura non sarebbe nuovo a minacce mafiose pubbliche del genere, tanto da arrivare a minacciare pesantemente ed ingiuriare pubblicamente persino il commissario della Polizia di Stato di Vittoria, Rosario Amarù; Ventura userebbe la pubblica intimidazione per esercitare il proprio ruolo mafioso nei confronti dei cittadini vittoriesi, eppure, nonostante tutti questi episodi, rimane a piede libero e l'attività commerciale (senza autorizzazioni) rimane aperta al pubblico; Angelo Ventura, figlio di Gionbattista, inoltre, il giorno successivo all'uscita dal carcere, avrebbe pubblicato la foto di un cartello con la scritta "Attenti al cane" con al posto del cane una foto di un carabiniere in divisa (episodio pubblicato in un articolo del giornalista Paolo Borrometi); va precisato che le minacce a Borrometi (la cui attività giornalistica è servita ad informare la collettività della presenza sul territorio della famiglia Ventura, ha contribuito a svelare retroscena fondamentali per comprendere meglio i fatti) al commissario Rosario Amarù e la pubblicazione della foto sbeffeggiante dei carabinieri hanno provocato una corale indignazione pubblica (fino all'intervento di sostegno a Paolo Borrometi del firmatario del presente atto di sindacato ispettivo e della fondazione "Caponnetto") ottenendo parole di sostegno del movimento Antiracket di Vittoria, si chiede di sapere: quali iniziative di competenza i Ministri in indirizzo intendano intraprendere per impedire a Gionbattista Ventura (e gli altri componenti della famiglia criminale) di intimidire i vittoriesi e di presentarsi al territorio come soggetti che operano al di fuori della legalità e di verificare i motivi per i quali Ventura non sia in stato di detenzione; quali iniziative di competenza intendano intraprendere per sostenere la Direzione distrettuale antimafia di Catania e la procura di Ragusa nell'azione di repressione della mafia e dell'illegalità nel difficile territorio di Vittoria, volta a monitorare le attività illegali e commerciali della famiglia Ventura; quali iniziative di competenza inoltre intendano intraprendere per riaffermare il controllo del territorio da parte delle forze di polizia e supportare il movimento Antiracket; quali iniziative intendano intraprendere per supportare l'attività di giornalisti coraggiosi come Paolo Borrometi e assicurare loro sicurezza e libertà di movimento e di azione.

Post popolari in questo blog

Catanzaro: operazione “Alto impatto”

  Operazione “Alto impatto” nel rione Aranceto di Catanzaro con controlli e perquisizioni della Polizia, Carabinieri e guardia di finanza. Alle operazioni hanno partecipato Polizia locale, Vigili del fuoco e altri enti quali Enel, Italgas e i servizi sociali di Catanzaro. Durante le attività sono state identificate 282 persone, controllati 180 veicoli, di cui 7 sequestrati, contestate 16 violazioni del Codice della Strada ed elevate 2 contravvenzioni amministrative nei confronti di esercizi pubblici che somministravano alimenti e bevande senza alcuna autorizzazione.  Inoltre, gli operatori hanno sequestrato marijuana, denaro contante, attrezzi per lo scasso, centraline elettroniche utilizzate per rubare le autovetture ed anche impianti di videosorveglianza non autorizzati posizionati a guardiania di abitazioni di pregiudicati. Inoltre, sono stati trovati alcuni veicoli rubati che nei prossimi giorni verranno restituiti ai legittimi proprietari. Nel corso dell’operazione sono stati effe

Rubano corrente per alimentare la serra di marijuana

  Comando Provinciale di Latina - Latina, 23/02/2024 11:00 I Carabinieri della locale Stazione di Borgo Sabotino hanno tratto in arresto due uomini di 35 anni in flagranza del reato di coltivazione di sostanza stupefacente. In particolare, a seguito di perquisizione domiciliare i due venivano trovati in possesso di 200 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana, nonché n.76 piante di canapa indica in infiorescenza, coltivate in una serra realizzata all’interno dell’abitazione. Tutto veniva sottoposto a sequestro. Inoltre, durante le operazioni i Carabinieri accertavano che vi era un collegamento illecito alla rete elettrica mediante manomissione del contatore Enel sia nell’abitazione interessata dalla perquisizione che in altre due case nella disponibilità di uno dei due soggetti arrestati. Dopo le formalità di rito i due soggetti tratti in arresto venivano sottoposti agli arresti domiciliari.

Catania: sequestro di stalle e cavalli nel quartiere San Cristoforo

    Durante un controllo straordinario nel quartiere San Cristoforo, a Catania, i poliziotti della Questura hanno scoperto cinque stalle abusive all’interno delle quali c’erano dei carretti utilizzati per le corse clandestine. Nelle stalle vivevano i cavalli in pessime condizioni igienico-sanitarie e senza microchip. Inoltre, dalle visite fatte dai veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) è emerso anche che i cavalli avevano subito maltrattamenti da parte dei proprietari. Gli animali sono stati sequestrati dai poliziotti della Squadra a cavallo e della Squadra mobile, che li hanno affidati ad una struttura idonea. Durante le perquisizioni sono stati trovati e sequestrati diversi farmaci dopanti che venivano utilizzati sui cavalli durante le corse clandestine. Sono tre le persone denunciate per maltrattamenti di animali alle quali sono stati contestati anche altri illeciti amministrativi, anche da parte del personale Asp. Sempre a seguito delle perquisizioni sono stati rinven