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Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-03409
Atto n. 3-03409 (con carattere d'urgenza)
Pubblicato il 19 gennaio 2017, nella seduta n. 744
GIARRUSSO , DONNO , SANTANGELO , AIROLA , CAPPELLETTI , PAGLINI , MORONESE , BUCCARELLA , PUGLIA - Ai Ministri della giustizia e della salute. -
Premesso che:
secondo quanto riportato da "meridionews", in data 18 gennaio 2017, si apprende che è stato arrestato dagli agenti della Direzione investigativa antimafia (DIA) il boss Maurizio Galletta, esponente di primo piano del clan catanese Santapaola-Ercolano, grazie all'inchiesta denominata "Lazarus";
il boss sarebbe stato condannato per l'omicidio di Salvatore Vittorio, grazie all'aiuto del capomafia e cugino Maurizio Zuccaro, e del duplice omicidio di Angelo Di Pietro e Giulio Magrì;
il suddetto articolo evidenzia che Galletta, in 12 anni, avrebbe cambiato 17 strutture penitenziarie, venendo sottoposto a numerose visite specialistiche per il suo stato di salute fino a quando, nel mese di luglio 2008, il killer mafioso sarebbe riuscito ad ottenere la scarcerazione, mentre si trovava in carcere a Parma, in quanto, secondo i giudici del tribunale di sorveglianza di Bologna, lo stato di salute del boss "non era conciliabile con il regime carcerario";
inoltre, "Il Gazzettino" del 18 gennaio 2017 precisa che la dimora del boss Galletta, negli ultimi 9 anni, sarebbe stata una casa all'interno del "Villaggio Delfino" di Vaccarizzo, nella zona sud di Catania, grazie ai molteplici certificati medici attestanti le gravi condizioni di salute e che sarebbero serviti per "attenuare provvedimenti cautelari emessi nei confronti di Maurizio Galletta";
in particolare, si apprende che, insieme al boss, sarebbero indagate anche una decina di persone e tra questi diversi medici catanesi di strutture private e pubbliche, che non solo avrebbero favorito lo stesso Galletta a vivere a casa, ma anche consentito allo stesso di percepire benefici economici, quali la pensione civile e l'indennità di accompagnamento, sottraendo alle casse dello Stato somme elevate, che ammonterebbero a circa 200.000 euro nell'arco di 11 anni;
considerato che:
le indagini dell'inchiesta "Lazarus", condotte dalla DIA di Catania, avrebbero fatto emergere anche indizi nei confronti di presunti complici, e tra questi familiari, prestanome a cui intestare beni o far gestire attività commerciali ed un uomo che avrebbe avuto il ruolo di "palo", con il compito di avvertire il killer Galletta quando le forze dell'ordine si sarebbero recate al residence di Vaccarizzo;
inoltre, sarebbero state accertate corresponsabilità da parte di medici e specialisti, anche con incarichi dirigenziali nella sanità pubblica, che nel tempo avrebbero sottoposto a visite e perizie il boss Galletta dove svolgono la loro professione,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
se il Ministro della giustizia non ritenga opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, affinché sia fatta al più presto luce su quanto accaduto e sulle motivazioni che hanno indotto le autorità preposte a non sottoporre il killer mafioso Maurizio Galletta a controlli medici e specialistici in un ospedale militare;
se il Ministro della salute intenda attivarsi presso le sedi di competenza affinché: siano sottoposte a rigorose indagini le aziende sanitarie interessate; vengano accertati i nominativi dei medici che avrebbero attestato le condizioni di salute dell'ergastolano catanese Maurizio Galletta; siano garantiti controlli e sanzioni più restrittivi, al fine di ripristinare la legalità nella sanità pubblica.
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...