PUBBLICATO 27 SETTEMBRE 2017 · AGGIORNATO 27 SETTEMBRE 2017
giuseppe lumiaÈ fatta! Con l’approvazione definitiva del Codice antimafia si raggiunge un risultato straordinario. Che fatica!
Una riforma radicale e vasta che per la prima volta interviene il “giorno prima”, mentre nella storia della legislazione antimafia si è arrivati sempre il “giorno dopo” gli assassinii e gli attentati. Così è avvenuto nel 1982 con il 416 bis e con l’aggressione ai patrimoni. In quell’anno il Parlamento varò il testo della legge sull’introduzione del reato di associazione mafiosa e sulla confisca dei beni, dopo le uccisioni di Pio La Torre e del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Lo stesso accadde nel 1992 quando all’indomani delle stragi di mafia furono adottati alcuni provvedimenti importanti, pensati da Giovanni Falcone, come la costituzione della Procura nazionale e delle Direzioni distrettuali antimafia e del carcere duro per i boss, il cosiddetto 41 bis.
Oggi il Codice antimafia consente di aggredire i patrimoni in modo più veloce ed efficace. Si potenzia il processo di prevenzione patrimoniale e nello stesso tempo lo si rende più garantito alla luce dell’esperienza maturata in questi anni. Il Codice dispone misure per una gestione manageriale e trasparente dei beni confiscati, che potranno finalmente diventare una vera risorsa di legalità e sviluppo. L’Agenzia nazionale viene potenziata e modernizzata e si potranno utilizzare le migliori professionalità di cui si dispone per non far fallire più le aziende sottratte ai boss, come purtroppo troppo spesso avviene.
Il Protocollo Antoci, maturato nell’esperienza del Parco dei Nebrodi, è diventato legge. Da adesso sono più aspre le pene e si aumentano i controlli, con lo strumento dell’interdittiva, contro quella “mafia dei terreni” che è diventata più ricca della stessa “mafia della droga”.
Anche sulla lotta alla corruzionesi è comunque fatto un passo in avanti. È stato, infatti, trovato un equilibrio che consente alle norme previste dalla riforma di rimanere nell’alveo costituzionale e allo stesso tempo di combattere in modo più stringente il fenomeno.
Questa legislatura sul versante della lotta alle mafie ha fatto molto, più di quanto si potesse immaginare, viste le difficoltà che ho potuto verificare tutte le volte che nel passato quando si provava a migliorare la normativa in tal senso.
Giuseppe Lumia
ANCORA CONTROLLI DELLA TASK FORCE COORDINATA DALLA POLIZIA DI STATO NELLE STALLE E NEGLI ALLEVAMENTI: DENUNCIATO UN UOMO PER MALGOVERNO DI ANIMALI E SEQUESTRATO UN CAVALLO. SOTTOPOSTO A SEQUESTRO SANITARIO ANCHE UN INTERO ALLEVAMENTO DI ANIMALI A VACCARIZO A CATANIA
La Polizia di Stato ha denunciato per malgoverno di animali un catanese di 50 anni e ha sequestrato un cavallo maltrattato, affidandolo in giudiziale custodia. Nell’ambito dei controlli che vengono effettuati ogni settimana per la prevenzione e la repressione del fenomeno delle corse e della macellazione clandestina, i poliziotti della Squadra a Cavallo della Questura di Catania, unitamente ai medici del Dipartimento di Prevenzione – Servizio Veterinari – dell’Asp di Catania, hanno proceduto al controllo di una stalla in via Castromarino, in pieno centro storico. I poliziotti hanno rintracciato il proprietario del fatiscente box abusivo, che era stato adibito a stalla, priva di acqua e luce, al cui interno vi era un cavallo in evidenti condizioni di maltrattamento. L’equide era molto sporco e maleodorante, in condizioni igienico sanitarie estremamente precarie, senza cibo e acqua sufficienti, ed il box non aveva alcuna apertura per l’areazione degli ambienti. Unitamente ai polizi...