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DIA PALERMO: SEQUESTRO DA 25 MILIONI




DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
Centro Operativo di Palermo


COMUNICATO    STAMPA

MAFIA:  A PALERMO  LA D.I.A.  SEQUESTRA AZIENDA DI SURGELATI  E BENI MOBILI E IMMOBILI PER UN VALORE DI OLTRE 25 MILIONI DI EURO.


Il Centro Operativo di Palermo, su proposta del Direttore della D.I.A. Arturo De Felice, avanzata nel dicembre 2012, ha eseguito un sequestro di beni, disposto  dal Tribunale di Palermo – Sezione M.P. – (Presidente D.ssa Silvana Saguto) del valore di oltre 25 milioni di euro.
Il provvedimento, che rientra nel quadro delle attività istituzionali tese all’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali, ha colpito l’imprenditore palermitano VETRANO Salvatore, 42enne, nei confronti del quale sono stati acquisiti elementi che lo hanno fatto  ritenere   un collettore degli interessi mafiosi nel commercio di prodotti surgelati, gestito anche a mezzo di familiari.
 A riguardo, si sottolinea che, già nel luglio del 1999, Vetrano Salvatore e suo padre Giacomo,venivano raggiunti da Ordinanza di Custodia Cautelare perché, al fine di procurare a se stessi ed ai componenti della “famiglia” mafiosa palermitana  di Corso Calatafimi un profitto, ricevevano ed occultavano in una cella frigorifero della “Veragel srl”, azienda a loro riconducibile, il carico di pesce proveniente da una rapina, in danno di un autotrasportatore, commessa da soggetti vicini alla citata “famiglia” mafiosa. Nel febbraio 2002, Vetrano Salvatore veniva tratto in arresto, in esecuzione di Ordinanza, perché ritenuto responsabile di avere rapinato una carico di pesce congelato, in concorso con altri soggetti organici a “cosa nostra”. Ancora, Vetrano Salvatore ed il padre Giacomo nell’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dalla D.D.A. di Palermo nel febbraio  2005, che raggiungeva tra gli altri i noti esponenti di cosa nostra Graviano Benedetto cl 1958 e Lupo Cesare cl 1961, venivano citati quali soggetti “vicini” all’organizzazione mafiosa in parola.
La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha accertato ed evidenziato nella proposta avanzata dal Direttore della DIA come il Vetrano ha acquisito un consistente patrimonio immobiliare ed ha costituito numerose aziende, operanti nel settore del commercio di prodotti alimentari, anche beneficiando di finanziamenti comunitari erogati dal Fondo Europeo per la pesca in Sicilia, nonché sottraendo a tassazione ingenti ricavi imponibili, frutto della propria attività commerciale.
Nel giugno 2012, nonostante a causa delle sue condotte di vita fosse stato sottoposto ad “avviso orale” da parte del Questore di Palermo, Vetrano Salvatore veniva tratto in arresto, per il reato di tentato omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, in pregiudizio dell’imprenditore Toia Giuseppe.
Il Tribunale di Palermo – Sezione MP -, condividendo gli elementi acquisiti dal Centro Operativo di Palermo, a seguito degli accertamenti disposti dal Direttore della DIA, ulteriormente avvalorati dalla vicinanza del proposto Vetrano ad elementi di spicco della consorteria criminale “cosa nostra” (Puccio Gianfranco – Riina Giuseppe Salvatore, figlio del più noto capomafia Riina Salvatore) ha disposto il sequestro dei beni riconducibili al Vetrano, la cui scalata imprenditoriale si inserisce nella commistione di interessi tra attività di impresa ed attività mafiosa traendo, in un settore strategico del circuito dell’economia legale, sostegno, consenso ed ampia visibilità.

Tra i beni oggetto dell’odierno sequestro sono:
Nr.7 aziende, tra cui la “Veragel srl” di Carini (PA);
Nr.2 Veicoli di grossa cilindrata;
Nr. 2 imbarcazioni da diporto di oltre 20 metri;
Nr.20 immobili, costituiti da appartamenti, magazzini e terreni ubicati in Palermo, Carini (PA), Trabia (PA), Marsala (TP) e Sciacca (AG),
Rapporti bancari ed assicurativi, nonché il Ristorante “L’Orca”, sito nella località balneare palermitana di Isola delle Femmine.
Il valore complessivo dei beni sequestrati è di oltre 25 milioni di euro.

Palermo, 22 maggio 2013.

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