Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli
Direzione Distrettuale Antimafia
COMUNICATO STAMPA
Il Centro Operativo D.I.A. di Napoli ha dato esecuzione al decreto di fermo emesso da questa D.D.A. nei confronti di DEL PRETE Giovanni, di anni 27, TREMANTE Leopoldo, di anni 57, DEL PRETE Antonio, di anni 29 e CASTIELLO Giovanni, di anni 42, ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Gli indagati, avvalendosi della forza di intimidazione promanante dal clan camorristico di appartenenza, operante in Afragola conosciuto come clan Moccia, avevano imposto , in varie occasioni, il pagamento di una tangente ad un imprenditore che si era aggiudicato vari appalti per attività di montaggio e manutenzione di luminarie pubbliche presso il comune di Afragola ed in zone limitrofe.
L’attività è stata svolta in due distinte fasi.
La prima ha riguardato l’esecuzione del fermo di DEL PRETE Giovanni e di TREMANTE Leopoldo. Come accertato nel corso delle indagini, il DEL PRETE gestiva la trattativa con la vittima e ritirava il danaro, mentre il TREMANTE svolgeva il ruolo di intermediario.
La vicenda era emersa nel corso di intercettazioni telefoniche che avevano consentito, sia di ricostruire chiaramente le singole fasi della vicenda estorsiva, dalla richiesta alla dazione del danaro, sia di identificare compiutamente alcune delle persone coinvolte nella vicenda.
La DIA procedeva, altresì, all’escussione della vittima che, inizialmente, per il timore di ritorsioni, negava di aver mai subito richieste o minacce estorsive ad Afragola, ma a seguito della contestazione di alcune conversazioni telefoniche, estremamente eloquenti, finiva con il confermare di essere stata vittima di estorsione da parte di persone che gli si erano presentate a nome dei “compagni di Afragola”e che gli avevano chiesto di versare, a partire dal mese di giugno 2013, in due tranche, la somma di tremila euro, precisando di aver versato la prima – quella a cui si riferivano le intercettazioni - in prossimità delle festività natalizie.
Secondo le indagini, l’imprenditore aveva avuto i primi contatti con quelli che definiva i “camorristi di Afragola”nel 2011, quando, dopo che i suoi operai avevano subito minacce su un cantiere attivo all’epoca, aveva incontrato un uomo qualificatosi come il “capo” della camorra locale, il quale gli aveva chiesto, per tutti i lavori che effettuava in zona, una tangente “forfettaria” di quattromila euro all’anno da corrispondere in due tranches.
Le richieste estorsive erano continuate negli anni successivi ed avevano visto la partecipazione anche di altre persone, in un primo momento, non compiutamente individuate.
Per tale motivo questa D.D.A emetteva, oltre al decreto di fermo, anche decreto di perquisizione nei confronti di DEL PRETE Antonio, fratello di Giovanni, e CASTIELLO Giovanni, ritenuto uno degli attuali elementi di spicco dell’organizzazione criminale operante in Afragola, nei cui confronti confluivano alcuni indizi assai chiari che lo individuavano come il probabile capo che aveva inaugurato la vicenda estorsiva.
Le attività svolte in sede di esecuzione delle perquisizioni consentivano di ricostruire i fatti in maniera ancora più precisa e portavano all’emissione di un provvedimento di fermo anche nei confronti dei predetti, ritenuti partecipi alla vicenda estorsiva.
L’intervento della DDA e della DIA si è reso necessario, oltre che per impedire la prosecuzione del reato, per tutelare l’incolumità dell’imprenditore, dei suoi familiari e dei suoi collaboratori, verso i quali gli indagati, come emergeva dalle intercettazioni telefoniche, meditavano ritorsioni.
Napoli 26/02/2014
Il Procuratore della Repubblica Aggiunto
Giovanni Melillo
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...