REPORT
2014 SULLE CASCINE A FIRENZE
a
cura di Salvatore Calleri e di Renato Scalia
INTRODUZIONE
L’Amministrazione
Comunale, già dal 2001, ha condiviso la volontà del Ministero
dell’Interno di sostenere il progetto “Parchi Sicuri”, un
progetto di valore e di interesse nazionale. Valorizzazione e
rilancio del Parco delle Cascine sono alla portata di tutti: parliamo
di un ecosistema urbano fluviale, centrale per la vita ambientale,
sportiva, culturale ed economica fiorentina, considerato nella sua
parte storica come un’unica area monumentale, che conta circa 400
ettari, nel cuore non solo della città ma di tutta l’area
metropolitana. Le Cascine sono tanti parchi diversi quanto diversi
sono i suoi utilizzatori, il che ne fa un ambiente polifunzionale,
tra fruizione sportiva, culturale, economica, formativa, di servizi,
di intrattenimento ed eventi, e ne modifica la percezione dei confini
territoriali, che varia così in funzione dei suoi fruitori, della
loro provenienza e attività.
Il
Nuovo Teatro del Maggio Musicale e il progetto della grande piazza
antistante, in fase di realizzazione, offrono un sistema di elementi
di straordinaria importanza urbanistica e funzionale e caratterizzano
l’accesso al Parco, che l’Amministrazione intende valorizzare
investendo su tutte le interfacce Teatro del Maggio-Parco.
Nell’affrontare il piano di rilancio del Parco l’Amministrazione
si è anzitutto preoccupata di rafforzarne l’identità e la
soggettività. Il che significa, per esempio, che le attività che vi
si svolgono sono sì parte delle programmazioni dei singoli
Assessorati e Direzioni ma che contestualmente hanno un profilo di
programmazione e integrazione di più ampio respiro con la dimensione
Parco delle Cascine, le sue attività e la sua vitalità durante
l’anno. Lo stesso può esser detto riguardo al rapporto tra
l’Amministrazione e altri soggetti che vi sono attivi, tra cui
importanti attività formative, sportive, amministrative e di
servizio. Il Centro Visite, la mobilità sostenibile, ed in
prospettiva alcune forme gestionali specificamente disegnate per
l’ecosistema di riferimento. Il Parco delle Cascine è uno dei
principali, con un programma pluriennale di attività. Ed è la vita
stessa del Parco a richiedere un continuo lavoro di aggiornamento e
supervisione.
Quando
quest’Amministrazione si è insediata la tramvia non aveva ancora
iniziato ad attraversare il Parco, il nuovo Teatro del Maggio era un
progetto, l’ippica competitiva (trotto e galoppo) erano già in
piena crisi, l’opportunità dei mondiali di ciclismo del 2013 non
si era ancora manifestata. Oggi il nuovo teatro è una realtà, i
mondiali di ciclismo ci sono stati e l’ippica è tornata a generare
interesse. Alla luce di queste considerazioni le Cascine sono
indiscutibilmente:
- principale
parco urbano e metropolitano
- principale
luogo dello sport cittadino
- laboratorio
della mobilità sostenibile (realizzazione della Tramvia, che ha
aumentato la raggiungibilità del parco in modo significativo)
- principale
luogo degli eventi a livello cittadino, in particolare eventi
all’aperto.
- principale
luogo a livello metropolitano della riappropriazione tra comunità
locale e fiume
Queste
sono le principali macro vocazioni del Parco, inserite in un contesto
di ampio respiro e in una visione unitaria, articolata in progetti
tra di loro integrati, dove la Polizia di Stato occupa il ruolo
primordiale di ordine e sicurezza pubblica.
L’EVOLUZIONE
DEL PARCO L’INVOLUZIONE DELLA SICUREZZA
Se
negli ultimi anni il Parco ha incrementato le sue presenze e sono
sempre più numerosi coloro che scoprono e riscoprono le potenzialità
delle Cascine, ciò non di meno negli ultimi anni i posti di Polizia
- che hanno rivestito un ruolo fondamentale proprio nella
realizzazione di questa sua nuova vitalità - sono stati lentamente
soppressi. La prima struttura a chiudere è stata quella della
Polizia Forestale a Cavallo, che aveva delle competenze specifiche di
polizia ambientale. L’anno successivo è stata soppressa la caserma
dei Carabinieri a Cavallo; ed è di oggi la notizia che il Ministero
dell’Interno avrebbe diramato la volontà di chiudere anche la
Squadra a Cavallo della Polizia di Stato, ultimo - o per dir meglio
penultimo baluardo della sicurezza del Parco, poiché al suo interno
vi è anche una Squadra a Cavallo della Polizia Municipale composta
da 3 Agenti, che vengono impiegati principalmente per il servizio di
viabilità lungo le arterie cittadine. In buona sostanza la Polizia
di Stato a Cavallo resta la sola Forza di Polizia presente a custodia
dell’unico e vero cuore del Comune di Firenze.
Nel
2001 è nato il progetto parchi sicuri, in forza del quale
l’Amministrazione Centrale richiese maggiore attenzione per i
parchi cittadini sollecitando le Amministrazioni Comunali a favorire
l’insediamento di nuovi posti di polizia. In evidente
contrapposizione con questa volontà di rilancio, le strutture che
ospitavano i Carabinieri a Cavallo e il Corpo Forestale a Cavallo
vertono oggi in uno stato di quasi totale abbandono. Rispetto a 15
anni fa il Parco non è più ad altissima vocazione Ippica. La
Polizia a Cavallo è collocata all’interno della denominata
“Palazzina Grilli” di via del Visarno, in sostanza al centro del
Parco. La posizione è di notevole rilevanza strategica, poiché
consente ai poliziotti di avere un controllo immediato nei confronti
di chi frequenta l’Ippodromo, e di spostarsi rapidamente in tutte
le zone. In questi ultimi anni i poliziotti a cavallo non solo hanno
contribuito indissolubilmente al mantenimento della quiete e della
sicurezza pubblica ma sono aumentati i loro carichi di lavoro,
soprattutto dopo la soppressione dei Carabinieri a Cavallo (luglio
2012) e della Polizia Forestale a Cavallo (2010), che hanno
comportato un importante incremento della zona da pattugliare.
Per
la città di Firenze è di fondamentale importanza avere un corpo di
Polizia che possa accedere sia nei pressi “dell’argingrosso”
che tra i canneti del “fosso macinante”, luoghi di rifugio per
tossico dipendenti e persone dedite alla prostituzione. Le Cascine
sono un coacervo di situazioni delicatissime, e la polizia a cavallo
è di fondamentale importanza. L’uso del quadrupede offre
all’operatore di polizia la possibilità di guardare oltre le
siepi, per citare un solo esempio, come di spostarsi tempestivamente
da una zona all’altra, cosa che non sarebbe possibile con altri
mezzi.
ESAME
ZONA PER ZONA
Esaminiamo
quindi la zona delle Cascine partendo dalla via che ne prende il
nome: Via delle Cascine. Prima del sottopasso si trovano delle
presenze storiche di transessuali, tutto sommato abbastanza integrati
nel quartiere di Piazza Puccini.
Andando
in direzione Piazzale del Re sulla sinistra troviamo una porzione di
verde che confina con l'Ippodromo del Visarno. Rispetto al passato
l’area è sempre meno spesso occupata dalle comunità provenienti
dal centro / sudamerica. Tuttavia occorre verificare chi siano i
gruppi di varia nazionalità che frequentano il campo da basket
esistente sul retro. Nella zona è stato inoltre più volte rilevato
il fenomeno dello spaccio di droga, nei pressi della scuola.
Continuando
il percorso arriviamo a Piazzale del Re dove c'è la facoltà di
agraria. Nella zona a ferro di cavallo - dove c'è il capolinea degli
autobus ATAF- è ancora ben visibile la prostituzione maschile. Un
fenomeno che ritroviamo anche sotto i portici della Facoltà di
Agraria, dietro cui molto probabilmente si nasconde una forma
paramafiosa rumena o albanese. Oltre a sottolineare con
preoccupazione il fatto che vi sia una clientela disposta ad andarci,
va segnalato che in passato si sono verificati atteggiamenti
aggressivi da parte di chi si prostituisce nei confronti dei
passanti, che a volte alcuni prostituti si rechino in bici in altre
zone delle Cascine in cerca di clienti, è che è avvenuto di
assistere a giovani che si masturbano dietro pagamento davanti ad un
cliente, sotto gli occhi dei passanti.
Dal
Piazzale del Re si continua il percorso andando a sinistra verso il
Ponte della Vittoria. Sulla destra, nel pratone, il fine settimana (a
partire dal giovedì) è possibile trovare comitive di peruviani,
ecuadoriani ed altri gruppi provenienti dal centro e dal sud america,
alcuni dei quali nel recente passato hanno tenuto comportamenti poco
raccomandabili, tanto che non sono mancati alcuni spiacevoli episodi
collegati all'abuso di alcolici per non dire deI tappeto di bottiglie
di vetro che ne accompagna gli eccessi. All’interno della comunità
vi è inoltre la tendenza a dividersi in gruppi organizzati che a
volte confrontandosi danno vita a vere e proprie risse di massa:
grazie all'intervento congiunto della Polizia Municipale e delle
forze dell'ordine simili fenomeni sono oggi abbastanza sotto
controllo, ma non vanno sottovalutati e sarebbero destinati ad
acuirsi senza sorveglianza.
Proseguendo
si arriva al vialone: la prima metà è meta tradizionale di
transessuali dediti alla prostituzione e di alcune tossicodipendenti
storiche, mentre nella parte finale a prostituirsi sono le donne
straniere di varia nazionalità. Occorre verificare anche l’
eventuale presenza di prostituzione minorile, un tempo presente e poi
scomparsa, ma da monitorare attentamente visto il trend attuale. Il
mondo che gira intorno alla prostituzione, unito alla presenza dei
locali notturni, al momento chiusi, posizionati in fondo al viale a
margine del Ponte alla Vittoria rendono tale area delle Cascine la
meno gradevole e relativamente la meno sicura all'interno del parco.
Senza considerare le tante viuzze ed anfratti che favoriscono simili
traffici. Vi è inoltre un numero limitato di persone che si
aggirano in zona (nei controviali del galoppatoio, ad esempio)
all’imbrunire senza alcun motivo apparente - molto probabilmente in
ricerca droga o prostituzione - e che a volte importunano le ragazze
con complimenti pesanti. E' quindi una zona a rischio violenza
carnale.
Infine
dalla rotonda antistante il Circolo del Tennis si può accedere in
via del Visarno: lì la strada è soggetta a divieto di transito e
chiusa da una catena, ma all’inizio è possibile incontrare donne
di colore dedite alla prostituzione.
A
questo punto torniamo indietro. Si ripassa dal Piazzale del Re e si
arriva al Viale della Aeronautica, con a sinistra il pratone dove si
gioca a pallone dove tutto sommato la situazione è abbastanza
tranquilla (questo è anche il pratone dove giocano i pachiustani)
nonostante vi si radunino periodicamente gruppi di sudamericani.
All'imbrunire possono
esservi
comunque presenze strane, specie nei controviali paralleli.
Specialmente se il tempo è bello durante il fine settimana questa
zona viene presa d'assalto dai cosiddetti “utenti domenicali”,
poco abituati a vivere il parco, che lasciano molto sporco.
Continuando
il percorso si arriva alla piazzetta su cui si affaccia l'ex
ippodromo de “Le Mulina”: siamo nella zona dei cani e di coloro
che si allenano. Il viale porta all'anfiteatro, e i vialetti che
seguono portano al ponte all'Indiano. Una zona fin troppo deserta e
quindi da monitorare. I podisti e i cani rendono l’area ben
controllata da un punto di vista sociale, tanto che sia la
prostituzione che lo spaccio qui sono pressoché assenti. Resta
quindi ancora più inspiegabile la chiusura dell'anfiteatro con una
recinzione alta ai migliori utenti del parco, a maggior ragione se si
considera che è un luogo quasi mai usato.
Terminato
il giro si ritorna al Ponte della Vittoria, passando lungo l'Arno. La
zona è abbastanza tranquilla. All'imbrunire valgono le
considerazioni svolte per il pratone. Solo sotto il Ponte all'Indiano
ogni tanto ci sono delle presenze che sembrano collegate al mondo
della prostituzione maschile, ma si tratta di presenze sporadiche. Va
segnalato infine che ultimamente all’interno del parco sono
avvenuti alcuni avvelenamenti di cani.
CONCLUSIONI
Grazie
all’incessante programmazione di attività dell’Amministrazione e
per la scostante presenza e il controllo visibile ed attento delle
Forze dell’Ordine operato soprattutto dalla Polizia a Cavallo, nel
corso degli anni il Parco ha visto un continuo e costante
miglioramento della sua vivibilità e la sicurezza per il cittadino è
oggi di discreto livello. E allora….! Perché chiudere la Squadra a
Cavallo? Come accennavamo in apertura è infatti di poche settimane
fa la notizia che il Ministero dell’Interno ha inserito il corpo di
Firenze nel calderone delle probabili chiusure di Uffici di polizia,
venendo meno a ciò che era stato individuato nel “Progetto Parchi
Sicuri del 2001”. Chi prenderà il suo posto? Nessuno! Nessuno
potrà prenderlo, nessuno potrà acquisire le informazioni e le sue
conoscenze del territorio. Con questa probabile chiusura non ci
perderà il Ministero dell’Interno ma i cittadini che vivono il
Parco, e l’Amministrazione che sta investendo nella sua
rivitalizzazione: quando le attività della “Cittadella della
Musica” arriveranno a regime chi si occuperà della controllo della
sicurezza pubblica? Chi arriverà tempestivamente in una zona con
forti problematiche di viabilità? Perché chiudere uno dei più
importanti presidi della Polizia di Stato che può continuare a
contribuire l’Amministrazione Comunale nell’azione di rilancio
delle Cascine? Qual
è il senso di investire e sviluppare in una zona del comune per poi
non far nulla per impedire lo smantellamento di tutti i presidi di
Polizia che vi sono presenti?