1) i beni confiscati ed il loro utilizzo sono un tema fondamentale per la lotta alla mafia. Oggi quale è la situazione?
La situazione dei beni confiscati in Italia non è purtroppo buona. Nonostante gli sforzi che bisogna riconoscere a tutti gli operatori impegnati e soprattutto all'agenzia nazionale, vi sono ancora molti immobili inutilizzati e le aziende continuano a fallire nella gran parte dei casi. I beni confiscati non rappresentano ancora la risorsa economica che dovrebbero invece essere, data la consistenza economica e strutturale. Complessivamente i sistema non consente ancora un proficuo utilizzo, ne' tantomeno una parziale messa a reddito.
2) la nuova normativa in discussione quali sono i pregi e i difetti?
La nuova normativa ha il pregio di intervenire in una materia in cui ormai da ogni parte si segnala la necessità di un intervento sostanziale. Purtroppo, però, di questo intervento sostanziale a mio parere vi è solo una traccia iniziale. Si comincia a parlare di valutazione sulla utile proseguibilita' della società sequestrata, a prevedere un potenziamento dell'agenzia nazionale, e poco altro. Si sta perdendo una grande occasione. L'approccio mi sembra ancora troppo timido.
3) in particolare il soggetto che dovrebbe gestire a livello nazionale i beni che caratteristiche dovrebbe avere?
La commissione di riforma presieduta dal collega Gratteri ha disegnato una proposta di riforma molto più incisiva che individua un tribunale specializzato per la gestione dei beni, strumenti di verifica della proseguibilita' dell'azienda e poteri e funzioni più significativi per l'agenzia. Un progetto peraltro nato in terra di Gomorra studiato dai professori del Grale, spin off della Seconda Università di Napoli che condivido e sottoscrivo in pieno.
4) esiste un tabù sulla questione dei beni confiscati? Se si, quale?
Credo che esista ancora un tabù ideologico che si chiama vendita. Anche nella nuova proposta di riforma in discussione non si trova questa parola, quasi fosse una bestemmia. Non bisogna aver paura della vendita dei beni che non abbiamo vocazione a fini sociali o altro possibile immediato utile impiego. E non bisogna aver paura di scriverlo prevedendo adeguate procedure che ne assicurino una destinazione lecita. E non si deve escludere anche una vendita anticipata delle imprese destinate altrimenti a fallire. Anche qui mi piace molto la soluzione studiata dai professori del Grale.
5) più in generale la normativa antimafia italiana oggi la soddisfa? In cosa può migliorare?
La normativa antimafia offre agli operatori strumenti formidabili di aggressione alle mafie, soprattutto sul fronte economico che rappresenta la vera frontiera su cui si gioca la partita fondamentale della lotta alle mafie. Ovviamente qualcosa si può sempre migliorare come ad esempio sul fronte della punizione dell'accordo mafioso politico elettorale, nonostante la recente riforma. ma soprattutto è legittimo attendersi un intervento coraggioso e tendenzialmente duraturo sul terreno della gestione dei beni confiscati. Speriamo di non dover parlare di un fallimento annunciato e di non ritornare a breve a commentare una riforma insoddisfacente e che non ha risolto i problemi da molti segnalati.
A cura di Salvatore Calleri
La situazione dei beni confiscati in Italia non è purtroppo buona. Nonostante gli sforzi che bisogna riconoscere a tutti gli operatori impegnati e soprattutto all'agenzia nazionale, vi sono ancora molti immobili inutilizzati e le aziende continuano a fallire nella gran parte dei casi. I beni confiscati non rappresentano ancora la risorsa economica che dovrebbero invece essere, data la consistenza economica e strutturale. Complessivamente i sistema non consente ancora un proficuo utilizzo, ne' tantomeno una parziale messa a reddito.
2) la nuova normativa in discussione quali sono i pregi e i difetti?
La nuova normativa ha il pregio di intervenire in una materia in cui ormai da ogni parte si segnala la necessità di un intervento sostanziale. Purtroppo, però, di questo intervento sostanziale a mio parere vi è solo una traccia iniziale. Si comincia a parlare di valutazione sulla utile proseguibilita' della società sequestrata, a prevedere un potenziamento dell'agenzia nazionale, e poco altro. Si sta perdendo una grande occasione. L'approccio mi sembra ancora troppo timido.
3) in particolare il soggetto che dovrebbe gestire a livello nazionale i beni che caratteristiche dovrebbe avere?
La commissione di riforma presieduta dal collega Gratteri ha disegnato una proposta di riforma molto più incisiva che individua un tribunale specializzato per la gestione dei beni, strumenti di verifica della proseguibilita' dell'azienda e poteri e funzioni più significativi per l'agenzia. Un progetto peraltro nato in terra di Gomorra studiato dai professori del Grale, spin off della Seconda Università di Napoli che condivido e sottoscrivo in pieno.
4) esiste un tabù sulla questione dei beni confiscati? Se si, quale?
Credo che esista ancora un tabù ideologico che si chiama vendita. Anche nella nuova proposta di riforma in discussione non si trova questa parola, quasi fosse una bestemmia. Non bisogna aver paura della vendita dei beni che non abbiamo vocazione a fini sociali o altro possibile immediato utile impiego. E non bisogna aver paura di scriverlo prevedendo adeguate procedure che ne assicurino una destinazione lecita. E non si deve escludere anche una vendita anticipata delle imprese destinate altrimenti a fallire. Anche qui mi piace molto la soluzione studiata dai professori del Grale.
5) più in generale la normativa antimafia italiana oggi la soddisfa? In cosa può migliorare?
La normativa antimafia offre agli operatori strumenti formidabili di aggressione alle mafie, soprattutto sul fronte economico che rappresenta la vera frontiera su cui si gioca la partita fondamentale della lotta alle mafie. Ovviamente qualcosa si può sempre migliorare come ad esempio sul fronte della punizione dell'accordo mafioso politico elettorale, nonostante la recente riforma. ma soprattutto è legittimo attendersi un intervento coraggioso e tendenzialmente duraturo sul terreno della gestione dei beni confiscati. Speriamo di non dover parlare di un fallimento annunciato e di non ritornare a breve a commentare una riforma insoddisfacente e che non ha risolto i problemi da molti segnalati.
A cura di Salvatore Calleri