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AGGIORNAMENTO SU CONFISCA DIA CATANZARO

COMUNICATO STAMPA LA D.I.A.  DI  CATANZARO CONFISCA PATRIMONIO AD USURAIO  La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha messo a segno un altro importante risultato di servizio nell’ambito di un’articolata operazione convenzionalmente denominata “Quattro Terre” che, ad oggi, ha consentito di aggredire i beni di sei distinti soggetti aventi valore complessivo prossimo a 15.500.000 di euro. Con l’odierna attività è stata data esecuzione ad un provvedimento ablativo che ha colpito il patrimonio, avente valore prossimo a circa quattro milioni di euro, riconducibile a CICONTE Domenico Antonio (cl. 64) di Sorianello (VV), condannato in via definitiva per usura. L’ordinanza in argomento è stata adottata dalla Corte d’Appello di Catanzaro, ex art. 12 sexies legge n. 356/92, a seguito della richiesta formulata dal Procura Generale del capoluogo regionale che, a sua volta, ha fatto ricorso agli accertamenti patrimoniali esperiti dalla Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro.  La Corte d’Appello di Catanzaro per adottare l’invocato provvedimento ha preliminarmente appurato l’esistenza di una sentenza definitiva di condanna per uno dei reati tassativamente indicati dall’art. 12 sexies legge n. 356/92. Poiché CICONTE Domenico Antonio è stato condannato per i reati previsti dagli artt. 81, 110 e 644 c.p. (usura) con sentenza divenuta irrevocabile in data 01/10/2009, al termine del processo scaturito dall’operazione denominata “Dinasty”, il Collegio si è spinto a considerare nel merito la misura patrimoniale richiesta. A tal proposito il Collegio, muovendo dall’esito delle investigazioni patrimoniali che hanno considerato un arco temporale compreso tra il 1985 ed  il 2010, ha evidenziato che “… Gli accertamenti di  natura patrimoniale esperiti dalla Direzione Investigativa Antimafia – Sezione Operativa di Catanzaro – nei confronti del Ciconte hanno consentito di acclarare che una parte del patrimonio riconducibile al medesimo ha un valore sproporzionato rispetto alle dichiarazioni presentate dallo stesso e dai componenti del suo nucleo familiare ai fini delle imposte sul reddito. … “. Ulteriormente, i Giudici della Corte d’Appello hanno così argomentato “ … Sulla base dei dati statistici, fondati sui valori, di tipo medio, tratti dalle pubblicazioni dell’Istituto Nazionale di Statistica, riferiti agli anni presi in considerazione dalle investigazioni compendiate nell’informativa della D.I.A. agli atti, emerge, infine, una evidente sperequazione tra … la capacità reddituale annuale del nucleo familiare del Ciconte e la spesa familiare annua, quale ritenuta necessaria ad ogni nucleo familiare per i propri bisogni quotidiani. … “. Muovendo da queste premesse, il Collegio ha concluso sostenendo che “ … Alla luce dei dati sposti, va escluso, pertanto, che con il solo reddito dichiarato da lui e dalla moglie, il Ciconte potesse provvedere al sostentamento quotidiano del proprio nucleo familiare e, al tempo stesso, incrementare il suo patrimonio. Appare, allora, fondata, nel caso di specie, la presunzione di illecita accumulazione, ribadita dalla Suprema Corte nelle decisioni sopra richiamate, in ordine ai beni di cui è titolare il Ciconte, anche per mezzo dei suoi familiari e segnatamente della moglie De Caria Assunta. …”.  Catanzaro, 24 luglio 2013

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