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OPERAZIONE DIA CATANIA - RIFIUTI



COMUNICATO STAMPA

Dalle prime ore della mattinata odierna, a conclusione di una complessa e articolata attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania e dipanatasi mediante l’utilizzo di servizi tecnici e riscontri sul territorio circa le condotte poste in essere dagli indagati, è in corso l’esecuzione, da parte di personale della DIA di Catania, diretta dal 1° Dirigente della P.S. dr. Renato Panvino, con il supporto dei Centri Operativi di Roma, Milano, Reggio Calabria e Caltanissetta, nonché della Sezione Operativa di Messina e del II Reparto di Roma, di un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal G.I.P. di Catania nei confronti di imprenditori e funzionari anche con ruoli apicali in seno alla Pubblica Amministrazione, in servizio presso il Comune di Catania – Settore Ecologia e Ambiente e Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato.
In particolare, il provvedimento ha disposto le seguenti misure:
Custodia in carcere nei confronti di:
DEODATI Antonio, cl.1962, imprenditore romano, comproprietario della I.P.I. s.r.l. affidataria in RTI con OIKOS dal 19.2.2011 al 15.5.2017 del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania; già socio fino al 2.3.2017 della ECO.CAR. s.r.l. affidataria in R.T.I. con SENESI S.p.A. del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, a far data dal 16.5.2017. Vicepresidente del Consorzio SENECO, cui vengono contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per  atti contrari ai doveri d’ufficio;
FAZIO Orazio Stefano, cl.1954, responsabile dei procedimenti incardinati nella P.O. “Servizi Esternalizzati” della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; Direttore Esecuzione del Contratto per i servizi di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e altri servizi di igiene pubblica del Comune di Catania, cui vengono contestati i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
Arresti domiciliari per:
NATOLI Antonio, cl.1972, già dipendente della I.P.I. s.r.l., società affidataria dal 19.2.2011 al 15.5.2017 in R.T.I. con OIKOS S.p.A. del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania; dal 16.5.2017 dipendente del Consorzio SENECO, costituito tra le società SENESI S.p.A. ed ECO.CAR. s.r.l., attuali affidatarie in R.T.I. del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, cui vengono contestati i reati di corruzione per  atti contrari ai doveri d’ufficio.
Interdizione, per 12 mesi, dall’esercizio di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, nello specifico, l’ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore generale e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, nonché ogni altro ufficio con potere di rappresentanza della persona giuridica o dell’imprenditore per:
DEODATI Francesco, cl.1967, amministratore unico della ECO.CAR. s.r.l., cugino di DEODATI Antonio, cui viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti;
ROSSO Massimo, cl.1964, Direttore della Direzione “Ragioneria Generale – Provveditorato ed Economato” del Comune di Catania dal 20.7.2016; Presidente del Consiglio di Amministrazione della S.R.R. (Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti) di Catania area metropolitana, cui viene contestato il reato di corruzione per  atti contrari ai doveri d’ufficio.

Sospensione, per un anno, dal pubblico ufficio, rispettivamente esercitato e con totale interdizione di tutte le attività ad esso inerenti, a:
ROSSO Massimo, sopra citato;
MUSUMECI Leonardo, cl.1984, Direttore della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; Responsabile Unico del Procedimento (RUP) per l’affidamento del Servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati, compresi quelli assimilati, e altri servizi di igiene pubblica all’interno dell’ARO Città di Catania, cui viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti.

Con il provvedimento in corso di esecuzione il G.I.P. di Catania, in accoglimento delle ipotesi di reato formulate dalla Procura della Repubblica, che ha delegato per le indagini la DIA, sono stati ritenuti fondati gli elementi probatori raccolti in merito allo svolgimento irregolare della procedura ad evidenza pubblica indetta dal Comune di Catania ed avente ad oggetto, nello specifico: “l’affidamento - per l’anno 2017 - del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati e altri servizi di igiene pubblica”.
Dalle investigazioni svolte, infatti, è emerso come, a scadenza del precedente servizio, più volte prorogato per un totale di cinque anni e svolto dal R.T.I. I.P.I. s.r.l – OIKOS S.p.a. (che presentavano ricorso al TAR per l’annullamento degli atti deliberativi, giudicandoli  economicamente non convenienti) il Comune indiceva una gara ad evidenza pubblica riguardante il servizio medesimo esteso, per un periodo di 84 mesi, all’intero territorio comunale con un impegno di spesa di € 351.171.561,26 (pari ad € 50.167.365,89 annui), che - pubblicata sulla G.U.C.E. il 18.11.2016 con termine fissato all’l’11.1.2017 per la presentazione delle offerte - andava, tuttavia, deserta. Quindi, in seguito al pronunciamento del TAR sul ricorso citato, avviava l’iter procedurale per lo svolgimento di una gara cd. ponte, avente ad oggetto, cioè, l’affidamento temporaneo (106 giorni) del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti esteso a circa il 75% del territorio comunale, con termine di scadenza per la presentazione delle offerte fissato inizialmente per il 29.12.2016 e, poi, prorogato al 9.1.2017. Tale gara si concludeva con l’aggiudicazione all’unico offerente, il R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR. S.r.l. Proprio l’analisi della documentazione inerente tale gara e le connesse investigazioni hanno evidenziato come l’aggiudicazione con mezzi fraudolenti che turbavano la regolarità della gara, sintetizzabili: 1) nella  mancata esclusione del predetto R.T.I. nonostante la mancanza del requisito, previsto dall’art. 12.5 del bando, dell’avere eseguito, almeno una delle ditte del raggruppamento per intero,  nel triennio precedente (2013/2015) servizi analoghi per un importo complessivo pari ad almeno euro 23.353.246,65 o comunque per un numero complessivo di utenza servita pari alla popolazione residente nel Comune di Catania (315.576 secondo la rilevazione ISTAT del 2015) e 2) nella mancata esclusione del RTI nonostante la riconducibilità della ECO.CAR ad un soggetto già destinatario, in qualità di legale rappresentante della Ipi srl dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Roma il 16.6.2014.
Tutte le suddette circostanze, come hanno dimostrato le indagini, in particolare le attività tecniche di intercettazione nonché le ulteriori attività istruttorie a riscontro, e come argomentato dal G.I.P. in ordinanza, non solo erano senz’altro a conoscenza degli indagati, ma questi avevano operato consapevolmente con l’intento di indirizzare la procedura di gara verso l’aggiudicazione al R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR. s.r.l., quest’ultima in sostanziale continuità con la I.P.I. s.r.l. (che aveva gestito il medesimo servizio, unitamente alla OIKOS S.p.A. nel periodo dal febbraio 2011 al maggio 2017), essendo entrambe sostanzialmente riferibili alla persona dell’indagato DEODATI Antonio (cugino di DEODATI Francesco, formalmente amministratore unico della società, ma di fatto prestanome di DEODATI Antonio, che ha interloquito e ha assunto tutte le decisioni per conto e nell’interesse della società nelle fasi antecedenti, concomitanti e successive allo svolgimento dell’appalto).
Particolarmente rilevante è il ruolo svolto nella vicenda dai due funzionari comunali indagati, l’ing. Leonardo MUSUMECI, RUP del procedimento e a capo della Direzione Ecologia e Ambiente del Comune di Catania, e FAZIO Orazio Stefano, assunto per chiamata diretta in quanto invalido civile come impiegato inquadrato nella categoria B2  e ben presto giunto in posizioni apicali all’interno del comune di Catania,  responsabile dei Servizi Esternalizzati della medesima Direzione Ecologia e Ambiente e Direttore Esecuzione del Contratto per il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e di altri servizi di igiene del comune di Catania. Dalle conversazioni captate tra i due risulta evidente la loro consapevolezza sia della sostanziale continuità tra una delle società (la I.P.I. s.r.l.) aggiudicataria del servizio per il periodo precedente e la nuova aggiudicataria ECO.CAR. s.r.l., sia della mancata precedente esperienza, per entrambe le società, in servizi analoghi nel triennio 2013-2015 in territori con densità abitativa pari  a quella del comune di Catania. Nonostante l’evidenza di una serie di circostanze che avrebbero dovuto indurre i due funzionari a non dare corso, ciascuno per la propria parte di competenza, al completamento delle procedure di aggiudicazione del servizio di raccolta dei rifiuti, escludendo il R.T.I. SENESI S.p.A. – ECO.CAR. sr.l., la gara è stata, invece,  aggiudicata. Deve, inoltre, considerarsi come il FAZIO abbia addirittura assunto una condotta attiva nel cercare di condizionare i vari attori intervenuti nella procedura antecedente e successiva all’aggiudicazione del servizio, dapprima per impedire che venissero rilevate, ad esempio, le inadempienze e i disservizi delle ditte I.P.I. s.r.l. – OIKOS S.p.A. in vigenza di contratto, con conseguente applicazione di penali, facendo valere il suo peso all’interno della struttura comunale, quindi assumendo in prima persona la gestione e il controllo degli stessi sorveglianti che avevano il compito di segnalare eventuali disservizi. A fronte di questo suo impegno, il FAZIO veniva remunerato con utilità di vario genere, come emerso dalle intercettazioni (dall’acquisto di smartphone e computer al pagamento di vacanze da parte di DEODATI Antonio e di NATOLI Antonio), giungendo a chiedere perfino l’assunzione di dipendenti presso il Consorzio SENECO.
Analogamente per quanto riguarda il ruolo svolto da Massimo ROSSO, Direttore della Direzione Ragioneria Generale Provveditorato ed Economato del Comune di Catania, definito dal G.I.P. rientrante “nel novero dei soggetti stabilmente a disposizione del DEODATI”. In particolare nel corso delle indagini è stato accertato che Massimo Rosso si è attivato per consentire pagamenti a favore del Consorzio Seneco con tempistiche e modalità del tutto vantaggiose per la parte privata, accentrando su di se ogni responsabilità in merito ai pagamenti da effettuare in relazione alle prestazioni oggetto del contratto e fornendo inoltre la propria opera di consulenza in materia contabile e commerciale, non solo in relazione al contratto citato, ma anche in relazione agli affari complessivi del gruppo Deodati, ciò anche in evidente conflitto di interessi con la propria posizione di funzionario apicale del Comune di Catania. Tali condotte trovano una illecita remunerazione nel pagamento da parte del Deodati del canone di affitto delle abitazioni occupate dalle figlie del Rosso a Roma, ove frequentano i rispettivi corsi di studi universitari, nonché nell’assunzione dei fidanzati delle figlie a tempo indeterminato presso società riconducibili al DEODATI.
In merito, infine, alla figura di NATOLI Antonio, dirigente della I.P.I. s.r.l. e del Consorzio SENECO, il G.I.P. ne riconosce il ruolo di fidato collaboratore e longa manus di DEODATI Antonio a Catania, sia nelle attività lecite che illecite, tanto da provvedere a finanziare gli acquisti di beni, viaggi e altre utilità da offrire a FAZIO Orazio Stefano e a ROSSO Massimo, in cambio del loro interessamento in favore delle società del DEODATI.

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