DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
COMUNICATO STAMPA
LA DIA DI TORINO CONFISCA DEFINITIVAMENTE BENI
PER 9 MILIONI DI EURO AGLI EREDI DI IARIA GIOVANNI
La Direzione Investigativa Antimafia di Torino ha confiscato definitivamente il patrimonio di IARIA Giovanni, deceduto nel 2013, già condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso, poiché ritenuto esponente di rilievo della locale di ndrangheta di Cuorgnè.
Lo IARIA, zio di IARIA Bruno Antonio, condannato anchegli per associazione di tipo mafioso, aveva nel tempo intrecciato amicizie in ambienti politici locali, che gli avevano consentito di acquisire conoscenze e appoggi finalizzati alla realizzazione degli interessi tipici del sodalizio mafioso.
La definitività dellodierno provvedimento, consegue alla pronuncia della Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibili i ricorsi avanzati dagli eredi IARIA, avverso loriginaria confisca disposta dal Tribunale di Torino, su proposta di misura di prevenzione patrimoniale avanzata dal Direttore della DIA.
Lapprofondita indagine svolta nel tempo dalla Direzione Investigativa Antimafia di Torino sul patrimonio personale di IARIA, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, ha evidenziato, tra laltro, lintestazione fittizia di beni in ambito familiare ed il reimpiego dei proventi illeciti ricavati, a partire dagli anni ‘70 e fino alla data del suo arresto, avvenuto nel 2011, per il reato di associazione mafiosa.
I beni interessati dallattività, che passano definitivamente al patrimonio dello Stato, ammontano ad oltre 9 milioni di euro e sono costituiti da 2 villini, 3 abitazioni, 3 autorimesse ed 1 magazzino, tutti in Cuorgnè, ed 1 immobile in Pont Canavese.
Torino, 12 marzo 2018
COMUNICATO STAMPA
LA DIA DI TORINO CONFISCA DEFINITIVAMENTE BENI
PER 9 MILIONI DI EURO AGLI EREDI DI IARIA GIOVANNI
La Direzione Investigativa Antimafia di Torino ha confiscato definitivamente il patrimonio di IARIA Giovanni, deceduto nel 2013, già condannato per associazione per delinquere di stampo mafioso, poiché ritenuto esponente di rilievo della locale di ndrangheta di Cuorgnè.
Lo IARIA, zio di IARIA Bruno Antonio, condannato anchegli per associazione di tipo mafioso, aveva nel tempo intrecciato amicizie in ambienti politici locali, che gli avevano consentito di acquisire conoscenze e appoggi finalizzati alla realizzazione degli interessi tipici del sodalizio mafioso.
La definitività dellodierno provvedimento, consegue alla pronuncia della Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibili i ricorsi avanzati dagli eredi IARIA, avverso loriginaria confisca disposta dal Tribunale di Torino, su proposta di misura di prevenzione patrimoniale avanzata dal Direttore della DIA.
Lapprofondita indagine svolta nel tempo dalla Direzione Investigativa Antimafia di Torino sul patrimonio personale di IARIA, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, ha evidenziato, tra laltro, lintestazione fittizia di beni in ambito familiare ed il reimpiego dei proventi illeciti ricavati, a partire dagli anni ‘70 e fino alla data del suo arresto, avvenuto nel 2011, per il reato di associazione mafiosa.
I beni interessati dallattività, che passano definitivamente al patrimonio dello Stato, ammontano ad oltre 9 milioni di euro e sono costituiti da 2 villini, 3 abitazioni, 3 autorimesse ed 1 magazzino, tutti in Cuorgnè, ed 1 immobile in Pont Canavese.
Torino, 12 marzo 2018