Passa ai contenuti principali

Riina è morto, la mafia no. La sfida è aperta - di Giuseppe Lumia

È morto il boss Totò Riina. Il capo dei capi di Cosa nostra. Ma non è morta la mafia e si determina una fase di transizione tremenda e dagli esiti incerti. La sfida è in sostanza aperta. Adesso non possiamo perdere tempo. Lo Stato deve saper dimostrare che sa passare dall'”antimafia del giorno dopo” all’”antimafia del giorno prima”. Vanno messi subito a fuoco alcuni scenari possibili: 1.Cosa nostra ritorna definitivamente al vecchio ritmo collusivo con la società, l’economia e le istituzioni per premere il grilletto solo quando è necessario e per “operazioni chirurgiche” all’interno e, solo quando è inevitabile, anche all’esterno. Si tratta di una stabilizzazione del quadro attuale interno all’organizzazione, con una guida e una strategia più adeguate e credibili rispetto a quelle dei corleonesi di Riina, Provenzano e Bagarella;
2.Cosa Nostra sposta il suo baricentro sulle dinamiche collusive ma deve dimostrare al mondo intero, in primis proprio ai mondi di riferimento collusivi, che quando sparare e uccidere è necessario lo si fa senza esitazioni. Si pensa così di mandare un messaggio chiaro ai cittadini riottosi, agli imprenditori che denunciano, ai rappresentanti delle istituzioni che esagerano in strategie e scelte concrete antimafia. Una Cosa nostra che trasmette al suo interno una parte del dna dei corleonesi;
3. La fase di transizione interna si chiude bene perché i tantissimi boss in libertà e in giro per “fine pena”, gli scarcerati, sono pronti e già preparati ad organizzare il passaggio che la morte di Riina impone. Si riprende il cammino con la pax mafiosa, la sua riorganizzazione per mettere alla guida capi affidabili e temprati per aver saputo reggere il carcere duro del 41 bis senza tradire o mollare la presa. Famiglie di mafia come i Guttadauro, gli Scotto, i Ribisi, i Guzzino, i La Rocca, i Madonia, i Bontempo Scavo … hanno i vecchi fuori e ancora arzilli e i giovani rampolli pronti che scalpitano. Sono più di trecento nei vari mandamenti mafiosi siciliani i boss che hanno scontato la pena e sono ansiosi di riprendere le fila. I giovani rampolli sono, invece, pronti a cogliere qualsiasi occasione utile per scalare i vertici;
4. Si apre una fase di fibrillazione anche violenta al suo interno. La transizione potrebbe incontrare difficoltà di linea condivisa e soprattutto di selezione del nuovo capo e dei nuovi capi in testa ai vari mandamenti e alle commissioni provinciali. Matteo Messina Denaro non riesce a prendere in mano la situazione perché non vuole lui, per rimanere acquattato nella sua latitanza protetta, o perché non lo consentono i boss palermitani che pensano, dopo la dittatura di Riina, di riprendere finalmente in mano la guida di Cosa nostra. Dobbiamo essere pronti anche a questa evenienza. riina giuseppeRitorniamo a Riina. Cosa rimarrà dei corleonesi? Il boss Leoluca Bagarella dentro e il boss Giovanni Grizzafi, il “messia”, fuori, da qualche mese scarcerato per fine pena. Dentro anche il figlio di Riina Giovanni, mentre tutti ricordiamo l’altro figlio, Giuseppe, che solo poco tempo fa nella tv di Stato seppe dimostrare la sfrontatezza e l’arroganza dei Riina nel dire al mondo intero che ci sono e che non si metteranno da parte. Ma non sarà facile succedere alla belva di Totò, “u curtu”. Gli scenari sono tanti, pericolosi e intriganti.

La strategia dello Stato deve essere pronta, determinata e chiara:
1 censire i boss scarcerati per fine pena, braccarli con la confisca di tutti i loro beni e impedire loro di agire ed operare con una azione a tenaglia anche sui loro figli, nipoti e affiliati;
2 spezzare le ossa al sistema delle collusioni con la società, l’economia e la politica per impedire quella continuità che ne legittima la sua permanenza nel potere e nei territori. Le leggi ci sono. Il codice antimafia è operativo da poche settimane. Le conoscenze sono oramai diffuse.

Naturalmente bisognerà verificare attentamente:
1 la volontà di agire per aggredire Cosa nostra prima che si riorganizzi;
2 la capacità progettuale e sistemica di sferrare un attacco integrato sul piano sociale e culturale, economico e finanziario, politico ed istituzionale, repressivo e giudiziario;
3
infine, se vogliamo, utilizzare la migliore e più preparata classe dirigente in questa sfida che possiamo e dobbiamo vincere. Giuseppe Lumia

Post popolari in questo blog

Catanzaro: operazione “Alto impatto”

  Operazione “Alto impatto” nel rione Aranceto di Catanzaro con controlli e perquisizioni della Polizia, Carabinieri e guardia di finanza. Alle operazioni hanno partecipato Polizia locale, Vigili del fuoco e altri enti quali Enel, Italgas e i servizi sociali di Catanzaro. Durante le attività sono state identificate 282 persone, controllati 180 veicoli, di cui 7 sequestrati, contestate 16 violazioni del Codice della Strada ed elevate 2 contravvenzioni amministrative nei confronti di esercizi pubblici che somministravano alimenti e bevande senza alcuna autorizzazione.  Inoltre, gli operatori hanno sequestrato marijuana, denaro contante, attrezzi per lo scasso, centraline elettroniche utilizzate per rubare le autovetture ed anche impianti di videosorveglianza non autorizzati posizionati a guardiania di abitazioni di pregiudicati. Inoltre, sono stati trovati alcuni veicoli rubati che nei prossimi giorni verranno restituiti ai legittimi proprietari. Nel corso dell’operazione sono stati effe

Rubano corrente per alimentare la serra di marijuana

  Comando Provinciale di Latina - Latina, 23/02/2024 11:00 I Carabinieri della locale Stazione di Borgo Sabotino hanno tratto in arresto due uomini di 35 anni in flagranza del reato di coltivazione di sostanza stupefacente. In particolare, a seguito di perquisizione domiciliare i due venivano trovati in possesso di 200 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana, nonché n.76 piante di canapa indica in infiorescenza, coltivate in una serra realizzata all’interno dell’abitazione. Tutto veniva sottoposto a sequestro. Inoltre, durante le operazioni i Carabinieri accertavano che vi era un collegamento illecito alla rete elettrica mediante manomissione del contatore Enel sia nell’abitazione interessata dalla perquisizione che in altre due case nella disponibilità di uno dei due soggetti arrestati. Dopo le formalità di rito i due soggetti tratti in arresto venivano sottoposti agli arresti domiciliari.

Catania: sequestro di stalle e cavalli nel quartiere San Cristoforo

    Durante un controllo straordinario nel quartiere San Cristoforo, a Catania, i poliziotti della Questura hanno scoperto cinque stalle abusive all’interno delle quali c’erano dei carretti utilizzati per le corse clandestine. Nelle stalle vivevano i cavalli in pessime condizioni igienico-sanitarie e senza microchip. Inoltre, dalle visite fatte dai veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) è emerso anche che i cavalli avevano subito maltrattamenti da parte dei proprietari. Gli animali sono stati sequestrati dai poliziotti della Squadra a cavallo e della Squadra mobile, che li hanno affidati ad una struttura idonea. Durante le perquisizioni sono stati trovati e sequestrati diversi farmaci dopanti che venivano utilizzati sui cavalli durante le corse clandestine. Sono tre le persone denunciate per maltrattamenti di animali alle quali sono stati contestati anche altri illeciti amministrativi, anche da parte del personale Asp. Sempre a seguito delle perquisizioni sono stati rinven