COMUNICATO STAMPA
Mafia Pachino: arresti fra chi voleva morto il giornalista Paolo Borrometi. Fondazione Antonino Caponnetto, ‘Non permetteremo che gli si faccia del male, Paolo non è solo.
Firenze 10.04.2018.- "Lo sai che ti dico? Ogni tanto un murticeddu [morto] vedi che serve... per dare una calmata a tutti. Un murticeddu, c'è bisogno, così si darebbero una calmata tutti gli sbarbatelli". Questa la trascrizioe di una intercettazione telefonica di un colloquio fra i boss di Pachino che progettavano un attentato a Paolo Borrometi, direttore del giornale on line la Spia e collaboratore dell’agenzia Agi. Borrometi, sotto scorta per altre pesanti minacce ricevute, da anni racconta fatti e smisafatti della mafia di Pachino e non solo. Queste parole sono finite nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere tre persone, una quarta è ricercata.
“La Fondazione Caponnetto è al fianco di Paolo e non permetteremo che gli si faccia del male, Paolo non è solo”, così Salvatore Calleri presidente della Fondazione Caponnetto anche a nome dell’Ufficio di Presidenza e del diretivo tutto. Calleri “ringrazia la Polizia di Stato perchè l'attenzione e la prevenzione in casi di minacce sono la miglior cosa e chiede a tutti membri della Fondazione che presiede di attivarsi a difesa di Paolo Borrometi”.
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Ufficio Stampa Fondazione Antonino Caponnetto
Nazzareno Bisogni
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Comando Provinciale di Reggio Emilia - Reggio Emilia , 21/11/2025 13:42 Nonostante i continui inviti a diffidare dagli estranei ad opera dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia - che al riguardo hanno anche più volte ricordato i consigli della campagna antitruffa “Non aprite quella porta” – non si fermano i truffatori che con pretestuose richieste o controlli raggirano e derubano gli anziani dei loro averi. Proprio questo è accaduto il 20 novembre scorso a Reggiolo, quando due uomini intorno alle 13:00 circa, suonavano al citofono di casa di un’anziana 81enne, e qualificandosi come operatori sanitari, riferivano all’anziana donna che le avrebbero dovuto effettuare una visita domiciliare. I due falsi operatori sanitari dunque, avuto accesso all’abitazione, con artifizi e raggiri, si impossessavano di due collanine in oro di grande valore affettivo, custodite su un mobile della cucina, e successivamente si dileguavano immediatamente. L’anziana d...
