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CORONAVIRUS: SIULP su emendamento “scudo penale”

CORONAVIRUS: SIULP, emendamento  “scudo  penale”  non  degno  di  un  paese  civile  e vilipendio  a  tutte  le  donne  e  gli  uomini  che  combatto  la  pandemia  in  prima  linea. Appello  ai  Presidenti  dei  rami  del  Parlamento  e  al  Presidente  del  Consiglio. Le  donne  e  gli  uomini  in  uniforme  non  riescono  proprio  a  comprendere  le  ragioni  per  cui, mentre  a  migliaia  di  donne  e  uomini  della  sanità  e  dei  comparti  sicurezza,  difesa  e  soccorso  pubblico viene  richiesto  il  massimo  impegno,  totale  spirito  di  abnegazione  e  altissimo  senso  di  responsabilità al  punto  di  prestare  il  proprio  servizio  anche  senza  i  necessari  dispositivi  di  protezione  richiesti  per combattere  e  fermare  la  pandemia  da  COVID-19  che  sta  attanagliando  il  paese  e  che  ha  persino limitato  libertà  fondamentali  quali  quella  del  diritto  alla  mobilità,    nella  IV  Commissione  Difesa  del Senato  della  Repubblica,  senza  alcuna  informazione  alle  Rappresentanze  di  questi  lavoratori,  è  stato approvato  un  emendamento  con  il  quale,  in  sostanza,  si  esonera  dalle  loro  responsabilità  i  datori  di lavoro,  per  tutta  la  durata  dell’emergenza,  che  non  ottemperano  alle  prescrizioni  per  la  tutela  della salute  dei  loro  dipendenti.     Un  fatto  senza  precedenti  che,  in  un  paese  civile  e  democratico  qual  è  ancora  l’Italia,  non dovrebbe  nemmeno  essere  immaginato,  figuriamoci  se  attuato. Così  Felice  ROMANO,  Segretario  generale  del  SIULP  interviene  sull’emendamento  della  IV Commissione  Difesa  del  senato  con  cui,  in  sede  di  conversione  del  D.L.  nr.18  varato  il  17  marzo  u.s., si  tenta  di  inserire  una  totale  deresponsabilizzazione  dei  datori  di  lavoro  dei  Comparti  Sicurezza  e Difesa  per  le  loro  inadempienze  relativa  agli  obblighi  di  tutelare  la  salute  dei  lavoratori. Veramente  non  si  comprende,  sottolinea  Romano,  per  quale  ragione  dovrebbe  essere  prevista una  deroga  al  principio  della  responsabilità  per  questi  comparti,  in  un  momento  in  cui,  semmai,  le responsabilità  devono  essere  fatte  valere  con  maggiore  rigore.  Giacché  è  proprio  dalle  conseguenze derivanti  dalle  inadempienze  alla  tutela  delle  lavoratrici  e  dei  lavoratori  che  discende  la  capacità  di riuscire  a  superare  questo  tragico  momento  che  vede  l’intero  Paese  ad  una  prova  senza  precedenti. Ma  la  cosa  più  grave  di  questa  iniziativa,  incalza  il  leader  del  SIULP,  è  che  questa  iniziativa va  a  minare  l’imprescindibile  rapporto  che  deve  esistere  per  alimentare  il  senso  di  appartenenza  e l’abnegazione  al  sacrificio  per  il  bene  del  Paese  e  dei  suoi  cittadini.  Giacché  è  soprattutto  attraverso l’esempio  che  si  rinsalda  e  si  rinnova  lo  slancio  a  continuare  senza  esitazione  questa  guerra  contro  un nemico  invisibile  e  terribile.   Invocare  le  responsabilità  di  chi  si  dirige,  lavorando  per  far  varare  una  norma  che  esclude quelle  di  chi  dirige,  è  l’esempio  più  sbagliato  che  si  possa  dare  se  si  vogliono  mantenere  coese  e serrate  le  fila  di  chi  combatte  in  prima  linea  questa  guerra  senza  precedenti. Le  donne  e  gli  uomini  in  uniforme,  così  come  i  medici  e  i  sanitari  e  quelli  del  soccorso pubblico  non  si  sono  fermati  un  solo  attimo  e,  con  altissimo  senso  di  responsabilità,  stanno continuando  ad  adempiere  al  loro  dovere  e  alla  loro  delicatissima  missione  che,  in  questo  frangente, risulta  oltremodo  aggravata  dal  concreto  e  attuale  rischio  di  essere  esposti  al  contagio  per  la  mancanza dei  dispositivi  di  protezione.  Mancanza,  sappiamo  bene,  aggravata  da  un  mercato  ormai  impazzito  e fortemente  condizionato  da  ingerenze  che  somigliano  a  vere  e  proprie  azioni  di  guerra,  nonostante l’impegno  profuso  per  approvvigionare  i  necessari  dispositivi. In  questo  contesto,  conclude  Romano,  pensare  di  manlevare  dalle  proprie  responsabilità  chi deve  dirigere  questi  lavoratori,  significa  creare  una  rottura  insanabile  tra  “vertici”  e  tutto  il  resto  del personale,  con  tutte  le  conseguenze  che  ciò  può  comportare,  ma  soprattutto  creare  le  condizioni  per non  poter  più  invocare  senso  di  responsabilità  di  opera  in  prima  linea  poiché,  ai  loro  occhi,  tutto questo  potrebbe  apparire  come  una  resa  incondizionata  al  nemico.  Per  tali  ragioni,  consapevoli  che insieme,  ognuno  con  le  proprie  responsabilità,  possiamo  sconfiggere  questo  nemico,  riponendo fiducia  il  lo,  abbiamo  fatto  appello  ai  Presidenti  delle  Camere,  al  Presidente  Conte,  al  Ministro Lamorgese  e  al  Capo  della  Polizia  affinché  questo  emendamento,  che  peraltro  riguarderebbe  solo  le colpe  lievi  dell’operato  dei  datori  di  lavoro,  sia  depennato  dal  testo  di  conversione  del  D.L.  nr.18.-   Roma  lì  30  marzo  2020         

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