Passa ai contenuti principali

Operazione Cravatte rosa - Eseguite 13 misure cautelari

 Bari, 9 novembre 2020

Operazione Cravatte rosa - Eseguite 13 misure cautelari

Comando Provinciale Bari

In data odierna, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, in collaborazione con personale specializzato della Sezione Aerea del R.O.A.N. e del Gruppo Pronto Impiego di Bari, ha eseguito un’ordinanza - emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica - applicativa della misura cautelare personale nei confronti di 13 soggetti, di cui 5 in carcere e 8 agli arresti domiciliari.

Contestualmente, sono in corso perquisizioni personali e domiciliari a carico dei medesimi indagati.

Le complesse indagini - coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari - hanno consentito di disvelare condotte di usura, di tipo “domestico”, per centinaia di migliaia di euro, poste in essere, nel periodo 2011-2020, prevalentemente da donne appartenenti a 4 nuclei familiari nei confronti di loro vicini di casa, residenti nei quartieri popolari Japigia, San Pasquale e San Paolo di Bari.

In particolare, le attività investigative sono state avviate a seguito delle dichiarazioni rese da un’anziana donna di Bari, in gravi difficoltà economiche, la quale - presentatasi nel maggio 2019 presso il Nucleo PEF Guardia di Finanza di Bari - aveva denunciato di essere stata e di essere, tuttora, vittima di usura da parte di diversi “aguzzini”.

L’attività investigativa è stata, quindi, sviluppata dai Finanzieri del G.I.C.O. Bari mediante attività di intercettazione telefonica, pedinamenti, video-riprese, indagini finanziarie ed escussione in atti delle numerosissime vittime dell’usura, la maggior parte delle quali - dimostrando grande coraggio - ha fornito una preziosa collaborazione agli inquirenti per la ricostruzione dell’illecita attività creditizia e l’individuazione dei responsabili.

Il “modus operandi” dell’attività usuraria prevedeva la restituzione della somma prestata in un arco temporale ricompreso - nella maggior parte dei casi tra una settimana ed un massimo di 6 mesi - con l’applicazione di tassi di interesse annui fino a oltre il 5.000%.

Spesso gli usurai costringevano le loro vittime a pagare gli interessi anche ricorrendo a violenze e minacce, quali - a titolo esemplificativo - le seguenti: “Se non paghi vengo e ti sbrano”; “Se non paghi ti brucio l’auto”; “Ti mando mio figlio con la pistola”, “…ti faccio saltare in aria…”.

Inoltre, per i prestiti ottenuti vigeva la regola del “salto rata”, ovvero la vittima - laddove non fosse stata in grado di pagare, alla scadenza, la rata pattuita - era costretta a versare una “penale”, denominata “solo interesse”, ammontante al 50% della rata mensile prevista, con la conseguenza che il debito residuo rimaneva inalterato e che i tempi di estinzione del prestito si allungavano.

Le attività investigative hanno, altresì, consentito di accertare che le singole rate dei prestiti usurari erano corrisposte in contanti o attraverso la ricarica di carte “postepay” prepagate intestate agli stessi usurai, nonché a persone loro vicine.

Oltre a famiglie con gravi difficoltà economiche, sono caduti nella “morsa” dell’usura impiegati, commessi ed operai, alcuni dei quali anche accaniti giocatori di “bingo”, “lotto”, “slot machine” e “gratta e vinci”, tanto che, in una circostanza, una vittima “ludopatica” si è ritrovata in difficoltà tali da dissipare intere fortune, arrivando persino a vendere l’abitazione nella quale viveva.

Nel corso delle indagini, in più, è stato possibile accertare che una delle aguzzine - nonostante le misure restrittive imposte dall’ultimo “lockdown” - non aveva esitato, pur di vedersi regolarmente pagata la rata mensile, a recarsi presso l’abitazione della sua debitrice e farvi ingresso, con la forza, priva dei dispositivi di protezione, nonostante nella casa vi fosse un’anziana allettata, con gravi problemi di salute.

Infine, è emerso che 6 dei 13 soggetti arrestati sono risultati percettori del “Reddito di Cittadinanza”, avendo dichiarato nelle pertinenti istanze di non essere titolari di alcun tipo di reddito.

La presente operazione costituisce una chiara testimonianza dell’impegno profuso dalla Procura della Repubblica di Bari, in sinergia con la Guardia di Finanza, nell’azione di contrasto all’usura, odiosa pratica criminale perpetrata da soggetti senza scrupoli che mirano ad ottenere ingenti guadagni sfruttando lo stato di bisogno delle proprie vittime e non disdegnando anche il ricorso alla violenza e alle minacce.

Ciò soprattutto nell’attuale emergenza epidemiologica da “COVID-19”, in cui diverse famiglie e imprese, in difficoltà finanziarie, sono facili “prede” della criminalità, anche organizzata, interessata a riciclare i proventi delle proprie attività illecite e ad infiltrarsi nell’economia legale del territorio

Post popolari in questo blog

Oro Rosso: rubano 15 chilometri di rame da una linea elettrica, denunciate 5 persone

  Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...

INCHIESTA DDA SCUOTE LA LIGURIA

  Procura della Repubblica di Genova Direzione Distrettuale Antimafia COMUNICATO STAMPA Ravvisato l’interesse pubblico nella divulgazione di informazioni riguardanti l‘accertamento di episodi di corruzione ritenuti essere stati perpetrati in occasione di consultazioni elettorali riguardanti la Liguria, nonché nell’ambito della Autorità di sistema portuale e della P.A. regionale, e fatta salva la presunzione di innocenza – in base sagli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per queste e per le aziende coinvolte (ma allo stato non destinatarie di contestazioni), di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede Si comunica che: nella mattinata odierna militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di...

FOCUS SU MAFIA A RAGUSA

FONDAZIONE CAPONNETTO: FOCUS ANALITICO SULLE INFILTRAZIONI CRIMINALI NELLA PROVINCIA DI RAGUSA 2015 a cura di Salvatore Calleri INDICE PROLOGO CLAN PROVINCIA DI RAGUSA SCIOGLIMENTO COMUNE DI SCICLI MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI VITTORIA INTERROGAZIONI PARLAMENTARI SULLA MAFIA NEL RAGUSANO CONCLUSIONI PROLOGO L'idea di questo focus nasce dal fatto che in provincia di Ragusa la sottovalutazione della presenza delle organizzazioni criminali è purtroppo molto alta. Non è raro assistere al fenomeno del negazionismo della presenza della mafia da parte di esponenti politici o della società civile. Da questo punto di vista Ragusa è assimilabile ad alcune realtà del centro nord non abituate alla criminalità organizzata. I fatti criminali però ci dimostrano l'esatto contrario tant'è che le relazioni della DNA e della DIA oramai da tempo mappano il territorio della provincia di Ragusa. Oggi quindi negare è impossibile e sorge il ragionevole dubbio che chi segue il negazioni...