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Operazione Time out - Sgominata maxi-rete di spaccio tra sud americani, africani e livornesi

 

Comando Provinciale Livorno

Il nome dell’operazione, “TIME OUT”, diretta dalla Procura di Livorno e condotta dalla Guardia di Finanza, nasce dal “linguaggio in codice” che i pusher usavano per comunicare tra loro, ore e minuti che in realtà dissimulavano la quantità e il costo della droga.

È quello che avveniva in alcuni quartieri di Livorno interessati dalle attività investigative condotte dalle Fiamme Gialle: da piazza Garibaldi, già sotto la lente d’ingrandimento delle Forze dell’Ordine, ad Antignano sul lungomare labronico, dalla periferia nord all’area industriale di Stagno, fino ad arrivare a Ospedaletto in provincia di Pisa.

Un’azione che ha consentito ai finanzieri della 1ª Compagnia di Livorno di smantellare una rete di pusher italiani, nord-africani e dominicani dediti abitualmente allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini, sotto la guida del Sostituto Procuratore della Repubblica di Livorno, dott.ssa Sabrina Carmazzi, hanno condotto tra l’altro a un terreno, in zona Picchianti, utilizzato per la coltivazione di marijuana.

Sequestrate le 20 piante di cannabis lì rinvenute. Inoltre, grazie all’utilizzo di intercettazioni sia telefoniche che ambientali sono state monitorate 1.800 cessioni di droga destinate al consumo personale di assuntori abituali, tra i quali purtroppo 11 minorenni.

Alcuni pusher si avvalevano degli stessi clienti per ampliare la loro rete di spaccio e occultare quantitativi di droga presso le abitazioni di questi ragazzi, responsabili ma anche vittime di un sistema che li vedeva nel ruolo sia di consumatori, sia a loro volta di spacciatori di circostanza, in cambio di piccole somme di denaro o di stupefacenti per uso personale.

Emblematico il caso di un papà livornese, classe 1994, che, per passare inosservato ed eludere eventuali controlli, si era recato a un incontro per lo scambio di droga con la figlia neonata nel passeggino. In una sola settimana, ha occultato presso la propria abitazione, in diverse tranche, oltre 6 chili di hashish. In un’altra occasione deteneva in casa una borsa frigo con all’interno 3 chili di hashish suddivisi in 29 panetti.

Soggetto dall’alto profilo criminale, oltre a essere stato tratto in arresto, è stato denunciato anche per evasione, avendo violato la misura cautelare successivamente disposta degli arresti domiciliari e per aver occupato arbitrariamente un appartamento di proprietà pubblica gestito da CASALP.

100 le perquisizioni effettuate nel corso dell’indagine che da due anni ha visto indagate 30 persone, 19 di queste arrestate.

Oltre ai reati in materia di sostanze stupefacenti e di evasione, un componente della rete è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale poiché, durante una perquisizione domiciliare, ha inferto una testata a un militare della Guardia di Finanza.

16 le persone segnalate alle competenti Prefetture per l’acquisto e la detenzione di droga per uso personale.  Complessivamente, le attività svolte hanno permesso di sequestrare 13 chili di hashish, 2 chili di marijuana, due etti di cocaina, dosi di eroina, boccette di metadone, sostanza da taglio, piante di marijuana e oltre 30 mila euro di contanti.

Non solo. È stato anche individuato, durante una perquisizione domiciliare, nascosto nell’appartamento di uno degli spacciatori, un extracomunitario di origini marocchine, irregolare sul territorio nazionale e nei confronti del quale sono state attivate le procedure di allontanamento.


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