Passa ai contenuti principali

Operazione contro il caporalato nelle Langhe

 


Comando Provinciale di Cuneo - Cuneo, 26/03/2024 08:46

I Carabinieri del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Cuneo e dei Comandi Provinciali dei Carabinieri di Cuneo e Bolzano, hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale o imprenditoriale e una del sequestro preventivo di n.11 veicoli emessa dal Gip del Tribunale di Asti su richiesta della Procura della Repubblica del medesimo centro nei confronti di 9 persone (4 macedoni, 4 albanesi e 1 tunisino) resesi responsabili di caporalato e di aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori non in regola con il soggiorno in Italia.


L’attività investigativa, avviata nel mese di aprile 2023 a seguito di attività ispettiva condotta unitamente ad Arma territoriale di Cuneo, ispettori ITL e con il concorso di mediatori culturali dell’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) nell’ambito del contrasto al caporalato e lavoro irregolare in agricoltura permetteva di individuare un quadro diffuso di sfruttamento lavorativo in tutta la zona di Alba (CN) e territori limitrofi (meglio indicata come zona delle “langhe”) a forte vocazione vitivinicola, in danno di cittadini extracomunitari in stato di bisogno reclutati sulle piazze e prelevati con pulmini o autovetture da parte di datori di lavoro contoterzisti.


Lo sviluppo delle indagini condotte mediante escussione di vittime di sfruttamento e servizi dinamici sul territorio permettevano di ricostruire la rete di sfruttamento classico in agricoltura ovvero che da un luogo di concentramento dei lavoratori, gli stessi venivano prelevati e trasportati a cura dei caporali, titolari di aziende agricole di lavoro conto terzi, per l’impiego in condizioni di sfruttamento[1] in aziende agricole operanti nei vigneti delle province di Cuneo, Asti e Alessandria.


Sono stati identificati ben 40 lavoratori vittime di sfruttamento (14 Gambia, 4 Senegal, 1 Ghana, 3 Macedonia, 3 Tunisia, 1 Pakistan, 1 Nigeria, 1 Guinea, 4 Egitto, 2 Albania, 3 Marocco, 1 Gabon, 2 Bangladesh) e per n.30 di loro, ricorrendone le condizioni, è stato chiesto ed ottenuto il Nulla Osta al rilascio del permesso di soggiorno per grave sfruttamento lavorativo ed in parte sono stati presi in carico da O.I.M. che li ha trasferiti e inseriti in progetti SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) in altre località italiane lontane da Alba, luogo dello sfruttamento, per l’inserimento lavorativo in diverse realtà imprenditoriali. Tra questi vi erano anche quelli che avevano trovato riparo in accampamenti di fortuna lungo il fiume Tanaro.


Nel corso delle operazioni sarà eseguito anche il sequestro degli 11 mezzi utilizzati dai caporali per il trasporto dei lavoratori.


Le indagini sono volte a reperire elementi indiziari anche a discolpa degli indagati che devono considerarsi innocenti sino alla pronuncia di una eventuale sentenza definitiva di condanna.

1] Condotte delittuose rilevate a vario titolo a carico degli indagati:


Reiterata corresponsione di retribuzioni palesemente difformi dai CCNL (6 € all’ora) anche con trattenute alla fonte per il costo di trasporto;

Mancata osservanza della normativa relativa a orari di lavoro, permessi, ferie e riposo;

Mancato rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;

Sottoposizione dei lavoratori a condizioni e metodi di lavoro degradanti (sorveglianza a vista e minaccia di non retribuzione in caso di minimo errore).


Post popolari in questo blog

Oro Rosso: rubano 15 chilometri di rame da una linea elettrica, denunciate 5 persone

  Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...

INCHIESTA DDA SCUOTE LA LIGURIA

  Procura della Repubblica di Genova Direzione Distrettuale Antimafia COMUNICATO STAMPA Ravvisato l’interesse pubblico nella divulgazione di informazioni riguardanti l‘accertamento di episodi di corruzione ritenuti essere stati perpetrati in occasione di consultazioni elettorali riguardanti la Liguria, nonché nell’ambito della Autorità di sistema portuale e della P.A. regionale, e fatta salva la presunzione di innocenza – in base sagli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per queste e per le aziende coinvolte (ma allo stato non destinatarie di contestazioni), di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede Si comunica che: nella mattinata odierna militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di...

FOCUS SU MAFIA A RAGUSA

FONDAZIONE CAPONNETTO: FOCUS ANALITICO SULLE INFILTRAZIONI CRIMINALI NELLA PROVINCIA DI RAGUSA 2015 a cura di Salvatore Calleri INDICE PROLOGO CLAN PROVINCIA DI RAGUSA SCIOGLIMENTO COMUNE DI SCICLI MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI VITTORIA INTERROGAZIONI PARLAMENTARI SULLA MAFIA NEL RAGUSANO CONCLUSIONI PROLOGO L'idea di questo focus nasce dal fatto che in provincia di Ragusa la sottovalutazione della presenza delle organizzazioni criminali è purtroppo molto alta. Non è raro assistere al fenomeno del negazionismo della presenza della mafia da parte di esponenti politici o della società civile. Da questo punto di vista Ragusa è assimilabile ad alcune realtà del centro nord non abituate alla criminalità organizzata. I fatti criminali però ci dimostrano l'esatto contrario tant'è che le relazioni della DNA e della DIA oramai da tempo mappano il territorio della provincia di Ragusa. Oggi quindi negare è impossibile e sorge il ragionevole dubbio che chi segue il negazioni...