Passa ai contenuti principali

OPERAZIONE DIA PALERMO AD AGRIGENTO

Direzione Investigativa Antimafia Centro Operativo Di Palermo COMUNICATO STAMPA MAFIA AGRIGENTO: LA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA SOTTRAE BENI PER UN VALORE COMPLESSIVO DI 1.500.000,00 DI EURO A CINQUE ESPONENTI MAFIOSI AGRIGENTINI. La Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento ha concluso un’articolata attività che ha portato al sequestro ed alla confisca di beni, per un valore complessivo di oltre un milione e cinquecentomila euro, riconducibili a cinque noti esponenti mafiosi della provincia di Agrigento, tutti attualmente detenuti. I provvedimenti sono stati emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale, sulla base delle indagini economico-patrimoniali effettuate dalla D.I.A, su delega della Procura della Repubblica di Palermo -Proc. Agg. Dott. Bernardo PETRALIA, coordinatore del gruppo misure di prevenzione di questa D.D.A.- I beni mafiosi aggrediti, dislocati in diverse aree della provincia, sono riconducibili a: - FALSONE Giuseppe, 44enne da Campobello di Licata (AG), già capo di cosa nostra della provincia di Agrigento; - CAPIZZI Simone, 71enne, ed il figlio CAPIZZI Giuseppe, 48enne, entrambi elementi di spicco dell’articolazione riberese di cosa nostra; - MARRELLA Damiano, 67enne, esponente della famiglia mafiosa di Montallegro; - ALAIMO Pasquale, 45enne, appartenente alla famiglia mafiosa di Favara. FALSONE Giuseppe è stato tra i primi trenta latitanti più pericolosi del territorio nazionale, e veniva tratto in arresto il 25 giugno 2010 a Marsiglia (Francia), dopo oltre dieci anni di latitanza, da personale della Polizia di Stato e della Polizia francese. Al FALSONE è stata confiscata un’impresa individuale con sede a Campobello di Licata (AG), intestata ad un suo familiare e destinata alla coltivazione di cereali ed all’allevamento di animali, per un valore complessivo di circa 35.000,00 euro. Il CAPIZZI Simone veniva condannato all’ergastolo per l’omicidio di mafia del Maresciallo dei Carabinieri Giuliano GUAZZELLI, consumato il 4 aprile 1992 ad Agrigento, mentre il figlio CAPIZZI Giuseppe, tratto in arresto nel luglio del 2006, è attualmente detenuto a seguito di sentenza definitiva che lo ha condannato ad otto anni di reclusione per partecipazione all’associazione mafiosa cosa nostra. I decreti di sequestro dei beni riconducibili ai CAPIZZI hanno riguardato complessivamente 13 terreni, 3 fabbricati e 4 conti deposito, il cui valore complessivo ammonta a circa 870.000,00 euro. Il MARRELLA Damiano (figlio di MARRELLA Stefano, ucciso il 5/10/1980 ed all’epoca ritenuto capo della famiglia mafiosa di Montellegro - AG), già arrestato dalla D.I.A. di Agrigento nell’ambito dell’operazione “MINOA, in data 14/12/2011 veniva condannato alla pena di 8 anni di reclusione. Il sequestro di beni operato sul conto del MARRELLA Damiano ha riguardato un immobile sito in Montallegro, fondi d’investimento ed altri rapporti bancari, per un valore complessivo di circa 300.000,00 euro. Per quanto riguarda ALAIMO Pasquale, il 6.03.2007 lo stesso veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto emesso dalla D.D.A. di Palermo nell’ambito dell’indagine denominata “CAMALEONTE”, poiché indiziato di far parte della famiglia mafiosa di Favara. Successivamente, con sentenza della Corte d’Appello di Palermo irrevocabile il 2/10/2012, veniva condannato alla pena di 13 anni di reclusione per associazione mafiosa. Il provvedimento di confisca a carico di ALAIMO Pasquale ha colpito immobili, automezzi, polizze assicurative, libretti di deposito, fondi comuni d’investimento, un conto corrente bancario ed una autovettura, per un valore complessivo di euro 270.000,00 circa.

Post popolari in questo blog

Oro Rosso: rubano 15 chilometri di rame da una linea elettrica, denunciate 5 persone

  Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...

INCHIESTA DDA SCUOTE LA LIGURIA

  Procura della Repubblica di Genova Direzione Distrettuale Antimafia COMUNICATO STAMPA Ravvisato l’interesse pubblico nella divulgazione di informazioni riguardanti l‘accertamento di episodi di corruzione ritenuti essere stati perpetrati in occasione di consultazioni elettorali riguardanti la Liguria, nonché nell’ambito della Autorità di sistema portuale e della P.A. regionale, e fatta salva la presunzione di innocenza – in base sagli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per queste e per le aziende coinvolte (ma allo stato non destinatarie di contestazioni), di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede Si comunica che: nella mattinata odierna militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di...

FOCUS SU MAFIA A RAGUSA

FONDAZIONE CAPONNETTO: FOCUS ANALITICO SULLE INFILTRAZIONI CRIMINALI NELLA PROVINCIA DI RAGUSA 2015 a cura di Salvatore Calleri INDICE PROLOGO CLAN PROVINCIA DI RAGUSA SCIOGLIMENTO COMUNE DI SCICLI MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI VITTORIA INTERROGAZIONI PARLAMENTARI SULLA MAFIA NEL RAGUSANO CONCLUSIONI PROLOGO L'idea di questo focus nasce dal fatto che in provincia di Ragusa la sottovalutazione della presenza delle organizzazioni criminali è purtroppo molto alta. Non è raro assistere al fenomeno del negazionismo della presenza della mafia da parte di esponenti politici o della società civile. Da questo punto di vista Ragusa è assimilabile ad alcune realtà del centro nord non abituate alla criminalità organizzata. I fatti criminali però ci dimostrano l'esatto contrario tant'è che le relazioni della DNA e della DIA oramai da tempo mappano il territorio della provincia di Ragusa. Oggi quindi negare è impossibile e sorge il ragionevole dubbio che chi segue il negazioni...