Strage di via d’Amelio: questo ventiseiesimo anniversario non è come tutti gli altri. Non dimentichiamo mai che il 19 Luglio del 1992 alle 16,58 attraverso un telecomando a distanza venne fatta saltare in aria una Fiat 126 posteggiata tranquillamente sotto la casa della madre del giudice Borsellino, in un’area priva di qualsiasi misura di sicurezza. Un ennesimo mostruoso attentato provocó la straziante morte del giudice Paolo Borsellino e degli agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Troina. Rimase in vita per puro caso Antonino Vullo seppur ferito e in gravi condizioni.
Questo Anniversario è stato finalmente illuminato dalle recenti motivazioni del Processo denominato Borsellino quater. Per la prima volta si dimostra in sentenza e con condanne il devastante depistaggio che settori importanti dello Stato avevano organizzato. In sostanza in via d’Amelio hanno fatto capolino gli apparati dei servizi e una vasta rete di collusioni politico-istituzionali che ci confermano che si è trattato di una strage anche di Stato.
Qualche settimana fa è giunto a sentenza un altro processo decisivo per fare luce sulle stragi del ‘92-‘93, quello sulla trattativa Stato-Mafia.
Abbiamo così finalmente ben due processi di svolta e di rilievo storico che possono aprire le porte a quelle che da anni e anni chiamo le più amare e terribili verità senza le quali non avrà pace non solo la terra di Sicilia ma tutta la nostra martoriata democrazia italiana...
Bisogna adesso insistere. Il tempo scorre velocemente. Sono stati bruciati colpevolmente anni e anni di lavoro. Ma la presa non va mollata. Si possono aprire nuovi spiragli e bisogna impegnarsi tutti insieme e non lasciare ai soli familiari il compito di reclamare e pretendere verità e giustizia.
Riflettiamo adesso insieme su alcuni aspetti qualificanti che ci possono aiutare nel capire meglio e muoverci dentro la complessa vicenda stragista.
1. Il “negazionismo” sulla trattativa Stato-Mafia non ha più motivo di esistere e su questa strada bisogna continuare a scavare perché la trattativa si dipanó in diverse fasi: dall’Addaura a Capaci, da via d’Amelio alle stragi del ‘93 di Roma-Firenze-Milano.
2. Il depistaggio è anch’esso una realtà pesante e corrosiva con cui dobbiamo fare i conti. Iniziò da subito, mentre tutto bruciava ancora in via d’Amelio scattò una sorta di piano devastante per orientare e sviare le indagini, sottrarre l’Agenda Rossa e impedire che la ricostruzione della verità potesse scorrere lungo i binari corretti della giustizia. Anche sul depistaggio bisogna andare avanti e individuare tutte le responsabilità collusive presenti nelle istituzioni che hanno consentito che per anni e anni si potesse mantenere in piedi una tale vergognosa realtà.
3. “Menti raffinatissime” è l’espressione usata lucidamente da Falcone per spiegare quello che avvenne nello sventato attentato dell’ Addaura di alcuni anni prima delle stragi. Le menti raffinatissime sono sempre state in azione e con esse bisogna fare i conti per chiarire tutti i punti ancora oscuri da svelare con coraggio, rigore e determinazione.
Per anni mi sono battuto, spesso da solo, all’interno del sistema politico per individuare le responsabilità politico-istituzionali che agirono insieme a Cosa nostra. In Commissione Antimafia ci sono tre documenti a mia firma che invito a leggere:
1. Relazione di minoranza del 2006, v. da pag.137 a 158 del seguente link
http://www.giuseppelumia.it/2014/wp-content/uploads/2018/01/relazioneminoranza.pdf
2. Nota sulle stragi ai lavori finali del 2013, v. da pag.391 a 414 del seguente link http://www.giuseppelumia.it/2014/wp-content/uploads/2017/07/Stragi-Lumia-Pisanu.pdf
3. Intervento finale nei lavori dell’ultima Commissione Antimafia del marzo 2018
http://www.giuseppelumia.it/2014/wp-content/uploads/2018/04/INTERVENTO-SEN-rel-finale-Antimafia-1.pdf
Mi auguro che adesso nel nuovo Parlamento non prevalgano il conformismo e il cinismo e si capisca che fare chiarezza sulla stagione delle stragi del ‘92-‘93 è un lavoro di inchiesta decisivo per liberare la nostra democrazia da vincoli e freni che il sistema delle collusioni ancora esercita.
Giuseppe Lumia