Passa ai contenuti principali

Rapine in villa: arrestata banda specializzata in furti in abitazione

Comando Provinciale di Forlì - Forlì (FC), 18/02/2020 14:00
Nei giorni scorsi, a Lignano Sabbiadoro (UD), i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Forlì-Cesena e del NORM della Compagnia di Meldola, hanno tratto in arresto, in collaborazione con i colleghi della provincia di Udine, per concorso in sequestro di persona, rapina aggravata e lesioni personali aggravate, 4 albanesi, autori di una violenta rapina ai danni di un 80enne, aggredito all’interno della sua abitazione. Gli arrestati sono giovani di nazionalità albanese, dai 26 ai 30 anni.
Nel medesimo contesto, i militari forlivesi hanno notificato un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Forlì (Procuratore dott.ssa Maria Teresa Cameli e Sost. dott. Claudio Santangelo), nei confronti di due dei quattro giovani, perché ritenuti gli autori della rapina avvenuta il 10 gennaio scorso a Civitella di Romagna, ai danni di un noto imprenditore della zona, anch’egli aggredito nel cuore della notte all’interno del giardino della sua villa, mentre stava rincasando.
Durante la prima rapina, il forlivese era stato aggredito da alcuni uomini travisati da mascherine all’interno del giardino di casa, subito dopo che lo stesso era rientrato in auto e aveva staccato l’allarme dell’abitazione. I malviventi, dopo averlo picchiato, minacciato di ucciderlo con un cacciavite alla gola e immobilizzato con nastro isolante lo hanno derubato di alcuni preziosi (bracciali, anelli e un orologio d’oro) e di contante rinvenuto all’interno della camera da letto. L’imprenditore era stato poi chiuso in uno stanzino ancora legato e imbavagliato.
Solo dopo molti tentativi, dopo più di un’ora, la vittima era riuscita a comporre il 112 sul suo cellulare, ancora legata con le mani dietro la schiena, utilizzando un cacciavite tenuto in bocca.
Le indagini, immediatamente avviate, si sono orientate verso un gruppo di albanesi gravitanti nel capoluogo forlivese, frequentatori di alcuni locali notturni della zona e già sospettati di essere autori di attività illecite.
Successivamente è emerso che i rapinatori avevano seguito ripetutamente l’uomo nei suoi spostamenti in provincia, verosimilmente per acquisire informazioni sulle sue abitudini e sui suoi orari di rientro a casa, fino a quando non hanno avuto l’occasione giusta per intervenire e mettere a segno la rapina.
L’acquisizione delle telecamere presenti nelle zone di interessa ha permesso di individuare alcune autovetture  di possibile interesse investigativo collegate ai sospettati.
Inoltre è emerso il fatto che i sospettati frequentavano saltuariamente la zona di Portogruaro e Lignano Sabbiadoro, verosimilmente per svolgervi alcuni loro traffici illeciti, aiutati in questo da uno o più basisti/favoreggiatori del posto.
Durante una di queste trasferte in Friuli, nello specifico, nella notte tra il 13 e il 14 febbraio scorsi, poco prima dell’una di notte è giunta alla centrale operativa della Compagnia CC di Latisana (UD) la segnalazione di una rapina all’interno dell’abitazione del centro di Lignano Sabbiadoro.
La vittima, titolare di un noto esercizio pubblico della località marittima, era stato aggredito appena rientrato in casa da due uomini travisati, verosimilmente dell’Est Europa. I rapinatori, dopo averlo malmenato, imbavagliato e legato con del nastro adesivo, hanno sottratto circa duemila euro in contanti e alcuni telefoni. La vittima solo dopo un’ora è riuscita, facendo rumore in casa, ad attirare l’attenzione di una vicina che è entrata nell’appartamento trovandola ancora legata.
Sulla base delle informazioni già in possesso, il gruppo di albanesi residenti nel forlivese era fortemente sospettato di avere condotto anche questo raid. Incrociando le informazioni dei diversi reparti, l’attenzione si è spostata verso un italiano residente a Lignano, già sospettato di avere agito quale basista per diversi colpi avvenuti in passato. Lo stesso aveva lavorato per la vittima nel suo locale, ma ne era stato cacciato.
Rintracciata la sua abitazione, gli operanti, con il rinforzo di altri colleghi giunti dal Comando Provinciale di Udine, si sono appostati nei pressi dell’appartamento, una piccola mansarda all’ultimo piano di un condominio, in attesa che qualcuno uscisse.
Dopo alcune ore, infatti, due uomini sono usciti dal condominio, tranquilli e senza fretta, ormai sicuri che nessuno li stesse cercando.
Riconosciuti dai militari di Forlì come gli albanesi sospettati di essere gli autori della rapina di Civitella, sono stati subito bloccati. la perquisizione condotta all'interno della mansarda ha permesso di trovare un terzo uomo nascosto all’interno di un armadio.
Ulteriori pattuglie in borghese hanno poi battuto strada per strada tutta Lignano Sabbiadoro fino a quando non hanno localizzato l’auto intestata all’italiano del posto, parcheggiata fuori da un bar. Entrati in forze hanno trovato e bloccato l’uomo, in compagnia di un quarto albanese, che aveva anch’egli partecipato alla rapina della notte.
A conclusione degli accertamenti, quindi, 4 albanesi sono stati arrestati in “quasi flagranza” di reato, per la rapina della notte precedente, mentre l’italiano è stato deferito in stato di libertà per favoreggiamento, avendo dato loro alloggio nella sua abitazione.
Contestualmente, da Forlì, il dott. Claudio Santangelo, dopo essersi coordinato con il collega del capoluogo friulano, ha trasmesso i suoi decreti di fermo di indiziato di reato, notificati a due degli albanesi del gruppo, ritenuti responsabili per la rapina di Civitella di Romagna del 10 gennaio scorso.
Infine, uno di questi ultimi è stato anche arrestato per violazione della legge Bossi-Fini, in quanto dalla comparazione della impronte è emerso che si trova in Italia clandestinamente, non avendo ottemperato a una precedente espulsione dal territorio nazionale.
I provvedimenti pre-cautelari sono stati convalidati dall’Autorità Giudiziaria friulana. I rapinatori sono tuttora reclusi nella Casa Circondariale di Udine, in attesa del processo.

Post popolari in questo blog

Catanzaro: operazione “Alto impatto”

  Operazione “Alto impatto” nel rione Aranceto di Catanzaro con controlli e perquisizioni della Polizia, Carabinieri e guardia di finanza. Alle operazioni hanno partecipato Polizia locale, Vigili del fuoco e altri enti quali Enel, Italgas e i servizi sociali di Catanzaro. Durante le attività sono state identificate 282 persone, controllati 180 veicoli, di cui 7 sequestrati, contestate 16 violazioni del Codice della Strada ed elevate 2 contravvenzioni amministrative nei confronti di esercizi pubblici che somministravano alimenti e bevande senza alcuna autorizzazione.  Inoltre, gli operatori hanno sequestrato marijuana, denaro contante, attrezzi per lo scasso, centraline elettroniche utilizzate per rubare le autovetture ed anche impianti di videosorveglianza non autorizzati posizionati a guardiania di abitazioni di pregiudicati. Inoltre, sono stati trovati alcuni veicoli rubati che nei prossimi giorni verranno restituiti ai legittimi proprietari. Nel corso dell’operazione sono stati effe

Rubano corrente per alimentare la serra di marijuana

  Comando Provinciale di Latina - Latina, 23/02/2024 11:00 I Carabinieri della locale Stazione di Borgo Sabotino hanno tratto in arresto due uomini di 35 anni in flagranza del reato di coltivazione di sostanza stupefacente. In particolare, a seguito di perquisizione domiciliare i due venivano trovati in possesso di 200 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana, nonché n.76 piante di canapa indica in infiorescenza, coltivate in una serra realizzata all’interno dell’abitazione. Tutto veniva sottoposto a sequestro. Inoltre, durante le operazioni i Carabinieri accertavano che vi era un collegamento illecito alla rete elettrica mediante manomissione del contatore Enel sia nell’abitazione interessata dalla perquisizione che in altre due case nella disponibilità di uno dei due soggetti arrestati. Dopo le formalità di rito i due soggetti tratti in arresto venivano sottoposti agli arresti domiciliari.

Catania: sequestro di stalle e cavalli nel quartiere San Cristoforo

    Durante un controllo straordinario nel quartiere San Cristoforo, a Catania, i poliziotti della Questura hanno scoperto cinque stalle abusive all’interno delle quali c’erano dei carretti utilizzati per le corse clandestine. Nelle stalle vivevano i cavalli in pessime condizioni igienico-sanitarie e senza microchip. Inoltre, dalle visite fatte dai veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) è emerso anche che i cavalli avevano subito maltrattamenti da parte dei proprietari. Gli animali sono stati sequestrati dai poliziotti della Squadra a cavallo e della Squadra mobile, che li hanno affidati ad una struttura idonea. Durante le perquisizioni sono stati trovati e sequestrati diversi farmaci dopanti che venivano utilizzati sui cavalli durante le corse clandestine. Sono tre le persone denunciate per maltrattamenti di animali alle quali sono stati contestati anche altri illeciti amministrativi, anche da parte del personale Asp. Sempre a seguito delle perquisizioni sono stati rinven