COMUNICATO STAMPA 22 maggio
22 maggio 2017
In memoria della strage di Capaci
Cinema Teatro Marconi
via S. Pio X 1, Abano Terme (PD)
Omertà, Capaci 23 maggio 1992
Intervista al Generale Angiolo Pellegrini, autore del libro "Noi, gli uomini di Falcone"
Abano Terme commemora l’anniversario della strage di Capaci, unendo nello spazio della stessa serata due diversi momenti di riflessione: la brillante rappresentazione scenica di Ivan Di Noia sul maxiprocesso alla mafia; l’intervista al generale Angiolo Pellegrini, che fu tra i più validi aiuti di Giovanni Falcone. Due momenti diversi, ma ugualmente allineati idealmente, votati a non interrompere il filo della memoria che tiene vivo lo sdegno per le stragi di mafia.
Ivan Di Noia, giovane attore di Barabao Teatro, vide da bambino alla televisione la strage e avvertì dentro di lui che l’infanzia se ne era andata, tumultuosamente segnata dalla crudeltà di un mondo che non riconosceva più. Ora propone alla cittadina termale la sua splendida rivisitazione del maxiprocesso alla mafia, “Omertà. Capaci, 23 maggio 1992”, realizzata dal teatro Barabao, per la regia di Romina Ranzato, con l’organizzazione di
Micaela Grasso, coordinatrice di Teatro Ragazzi Calendoli (prenotazioni telefono 3939812287).
Ivan interpreta i quattro protagonisti Giovanni Falcone, Tommaso Buscetta, Michele Greco, Totò Riina; ma anche tutti gli altri protagonisti, ritagliati sullo sfondo etico di chi sa servire lo stato fino al sacrificio, e di chi lo umilia con il compromesso. In uno splendido intrecciarsi di emozioni, Giovanni Falcone, rappresentato da una giacca chiara, convince Tommaso Buscetta che non esiste più l’“uomo d’onore”, ma soltanto “l’uomo” e “mi creda, Buscetta, sarà la cosa più difficile”.
Poi parlerà Angiolo Pellegrini, brillante ufficiale dei carabinieri, che ha lottato accanto a Falcone, e ha reso la testimonianza di quei momenti nel libro “Noi, gli uomini di Falcone”. Capitano dei carabinieri a Palermo nel 1981, Angiolo ha guidato la sezione anticrimine, ed ha effettuato le indagini sugli omicidi, sulla criminalità, sul lungo cammino di dolore, che per la mafia è normale pratica affaristica. La lotta a Cosa Nostra si è fatta serrata e vincente, con le indagini confermate con la sentenza di primo grado del maxiprocesso datata 16.12.1987. Angiolo Pellegrini ci dirà cosa non ha funzionato in seguito, perché la mafia spande ancora il suo orrore, perché non vinse lo stato, se non alcune importanti battaglie, perché la guerra non è ancora volta al termine. Con lui parlerà anche il dottor Domenico Bilotta, responsabile nazionale scuola della Fondazione Antonino Caponnetto, che ha organizzato l’evento.
Lo stesso copione viene proposto al mattino ai ragazzi delle scuole di Abano Terme, in continuità ideale con la volontà del giudice Caponnetto, che dedicò gli ultimi anni della sua vita a girare per le scuole, invitando i giovani a reagire ai soprusi, diventando ‘giovani sentinelle della legalità’. I 400 studenti parteciperanno gratuitamente all’evento offerto dai concittadini grazie alla promozione del ‘biglietto sospeso’, prassi consolidata della Fondazione Caponnetto.
In serata, invece, la memoria della strage viene proposta a tutta la cittadinanza, quella strage in cui persero la vita, oltre al giudice, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sopravvissero all’attentato: Paolo Capuzza, Gaspare Cervello, Giuseppe Costanza e Angelo Corbo.
Dalla riflessione sulle tragedie di ieri, si volge l’impegno del presente, per un futuro da disegnare con i caratteri dell’ideale, l’ideale per cui tanti giovani sono ancora disposti a lottare, l’ideale per cui molti uomini e donne indimenticati, indimenticabili, hanno sacrificato la loro vita.
22 maggio 2017
In memoria della strage di Capaci
Cinema Teatro Marconi
via S. Pio X 1, Abano Terme (PD)
Omertà, Capaci 23 maggio 1992
Intervista al Generale Angiolo Pellegrini, autore del libro "Noi, gli uomini di Falcone"
Abano Terme commemora l’anniversario della strage di Capaci, unendo nello spazio della stessa serata due diversi momenti di riflessione: la brillante rappresentazione scenica di Ivan Di Noia sul maxiprocesso alla mafia; l’intervista al generale Angiolo Pellegrini, che fu tra i più validi aiuti di Giovanni Falcone. Due momenti diversi, ma ugualmente allineati idealmente, votati a non interrompere il filo della memoria che tiene vivo lo sdegno per le stragi di mafia.
Ivan Di Noia, giovane attore di Barabao Teatro, vide da bambino alla televisione la strage e avvertì dentro di lui che l’infanzia se ne era andata, tumultuosamente segnata dalla crudeltà di un mondo che non riconosceva più. Ora propone alla cittadina termale la sua splendida rivisitazione del maxiprocesso alla mafia, “Omertà. Capaci, 23 maggio 1992”, realizzata dal teatro Barabao, per la regia di Romina Ranzato, con l’organizzazione di
Micaela Grasso, coordinatrice di Teatro Ragazzi Calendoli (prenotazioni telefono 3939812287).
Ivan interpreta i quattro protagonisti Giovanni Falcone, Tommaso Buscetta, Michele Greco, Totò Riina; ma anche tutti gli altri protagonisti, ritagliati sullo sfondo etico di chi sa servire lo stato fino al sacrificio, e di chi lo umilia con il compromesso. In uno splendido intrecciarsi di emozioni, Giovanni Falcone, rappresentato da una giacca chiara, convince Tommaso Buscetta che non esiste più l’“uomo d’onore”, ma soltanto “l’uomo” e “mi creda, Buscetta, sarà la cosa più difficile”.
Poi parlerà Angiolo Pellegrini, brillante ufficiale dei carabinieri, che ha lottato accanto a Falcone, e ha reso la testimonianza di quei momenti nel libro “Noi, gli uomini di Falcone”. Capitano dei carabinieri a Palermo nel 1981, Angiolo ha guidato la sezione anticrimine, ed ha effettuato le indagini sugli omicidi, sulla criminalità, sul lungo cammino di dolore, che per la mafia è normale pratica affaristica. La lotta a Cosa Nostra si è fatta serrata e vincente, con le indagini confermate con la sentenza di primo grado del maxiprocesso datata 16.12.1987. Angiolo Pellegrini ci dirà cosa non ha funzionato in seguito, perché la mafia spande ancora il suo orrore, perché non vinse lo stato, se non alcune importanti battaglie, perché la guerra non è ancora volta al termine. Con lui parlerà anche il dottor Domenico Bilotta, responsabile nazionale scuola della Fondazione Antonino Caponnetto, che ha organizzato l’evento.
Lo stesso copione viene proposto al mattino ai ragazzi delle scuole di Abano Terme, in continuità ideale con la volontà del giudice Caponnetto, che dedicò gli ultimi anni della sua vita a girare per le scuole, invitando i giovani a reagire ai soprusi, diventando ‘giovani sentinelle della legalità’. I 400 studenti parteciperanno gratuitamente all’evento offerto dai concittadini grazie alla promozione del ‘biglietto sospeso’, prassi consolidata della Fondazione Caponnetto.
In serata, invece, la memoria della strage viene proposta a tutta la cittadinanza, quella strage in cui persero la vita, oltre al giudice, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sopravvissero all’attentato: Paolo Capuzza, Gaspare Cervello, Giuseppe Costanza e Angelo Corbo.
Dalla riflessione sulle tragedie di ieri, si volge l’impegno del presente, per un futuro da disegnare con i caratteri dell’ideale, l’ideale per cui tanti giovani sono ancora disposti a lottare, l’ideale per cui molti uomini e donne indimenticati, indimenticabili, hanno sacrificato la loro vita.