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CANOSA DI PUGLIA – OMICIDIO RISOLTO NEL VOLGERE DI POCHE ORE


La  professionalità  dei  Poliziotti  non  può  più  bastare  per  arginare  la  sfrontata  sfida della criminalità   L’efferato  omicidio  perpetrato  ieri  in  pieno  giorno,  nella  piazza  centrale  di  Canosa,  che  ha  una evidente  valenza  simbolica,  si  inscrive  in  una  serie  di  inquietanti  episodi  di  cronaca,  inducono  a considerare  questo  territorio  come  una  frontiera  che  stuzzica  gli  appetiti  di  sodalizi  riferibili  alla criminalità  organizzata  che  già  da  tempo  esercita  il  suo  controllo  in  vaste  zone  della  regione.  A prescindere  da  quelli  che  saranno  gli  esiti  degli  approfondimenti  investigativi,  che  già  hanno consentito,  grazie  alla  eccezionale  professionalità  degli  operatori  della  Polizia  di  Stato  intervenuti, di  individuare  ed  arrestare  l’autore  dell’efferato  omicidio,  resta  il  senso  di  smarrimento  di  una comunità  che,  appena  pochi  giorni  addietro,  era  stata  turbata  dall’attentato  con  cui  ignoti  hanno collocato  un  ordigno  all’interno  del  parcheggio  del  locale  Commissariato,  la  cui  esplosione  ha provocato  l’incendio  di  due  veicoli.   Parliamo  più  in  generale  di  una  concatenazione  di  episodi  che  devono  essere  interpretati  come il  sintomo  inequivocabile  di  una  vera  e  propria  sfida  alle  Istituzioni,  ben  rappresentata  dalla recente  relazione  della  Direzione  Investigativa  Antimafia  secondo  la  quale  l’area  in  questione  è stata  eletta  come  “..il  punto  d'incontro  tra  organizzazioni  criminali  di  diversa  estrazione geografica  (società  foggiana,  malavita  cerignolana  e  criminalità  organizzata  barese),  quasi  una cerniera  tra  le  stesse,  generando  così  un  quadro  locale  eterogeneo,  la  cui  peculiarità  si  traduce anche  nella  diversificazione  dei  traffici  illeciti  (da  reati  predatori  –  attività  cui  è  dedita  anche  la microcriminalità  che  ben  si  rapporta  con  i  clan,  distinguendosi  per  efferatezza  e  pendolarismo)”.     Questo  essendo  lo  scenario  di  riferimento  nutriamo  il  fondato  timore  che  l’istituenda  Questura B.A.T.,  che  comunque  non  vedrà  la  luce  prima  del  2021,  non  potrà  essere  una  adeguata  risposta alla  richiesta  di  sicurezza  di  questi  territori  se  non  sarà  accompagnata  da  una  coerente  iniezione di  risorse,  umane  e  logistiche.  Ed  alla  stessa  stregua  pensare  di  recuperare  consistenza  organica per  le  specialità  della  Polizia  di  Stato  attraverso  la  soppressione  di  uffici  periferici  risulterebbe una  operazione  di  mero  maquillage,  che  non  andrebbe  di  certo  ad  impensierire  sodalizi  mafiosi che  dispongono  di  eccezionali  potenzialità  e  che  sono  in  grado  di  esercitare  una  capillare condizionamento  sociale  ed  economico.   In  altre  parole  non  riteniamo  che  i  tempi  della  gestione  amministrativa  ordinaria  siano compatibili  con  una  efficace  azione  di  contrasto  della  forza  intimidatrice  manifestata  con sprezzante  arroganza  da  una  delinquenza  organizzata  che  ha  approfittato  di  una  colpevole sottovalutazione  del fenomeno.   Accontentarsi  di  soluzioni  di  mera  facciata,  quali  la  semplice  modifica  della  denominazione degli  uffici  della  Polizia  di  Stato,  altro  non  farebbe  che  mettere  ulteriormente  sotto  pressione  un apparato  già  duramente  provato  dai  diuturni  sacrifici  ai  quali  si  sottopongono  le  donne  e  gli uomini  delle  forze  dell’ordine  che  prestano  servizio  in  queste  terre  duramente  colpite  dalla crescente  prepotenza  della  criminalità.  Non  si  potrà  approfittare  a  lungo  dell’eccellenza  della qualità  professionale  degli  investigatori  del  Commissariato  di  Canosa  che  ieri  hanno  rapidamente saputo  trovare  il bandolo  dell’omicidio  che  ha  sconvolto  gli attoniti cittadini.      Per  questo  è  a  nostro  avviso  indifferibile  una  immediata  reazione  da  parte  dello  Stato,  una accelerazione  del  processo  di  (ri)strutturazione  degli  apparati  di  prevenzione  e  repressione  facenti riferimento  all’autorità  locale  di  Pubblica  Sicurezza  della  sesta  provincia  pugliese  che  veda l’immediata  assegnazione  in  via  straordinaria  di  un  opportuno  numero  di  rinforzi.  Solo  a  queste condizioni  si  può  sperare  di  recuperare  una  situazione  che  già  oggi  appare  come  drammaticamente compromessa,  e  che  qualsiasi  ulteriore  ritardo  renderebbe  probabilmente  irreversibile. 

Roma,  14  settembre  2020 

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