Il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, ha rivolto una interrogazione al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo l’ennesima evasione dell’ergastolano Giuseppe Mastini, meglio noto come Johnny lo Zingaro. L’evaso era in permesso premio e doveva fare rientro nel carcere di massima sicurezza di Bancali in giornata, ma ha fatto perdere le sue tracce. Nella sua storia criminale furti, rapine, ma anche il sequestro di una ragazza, Silvia Leonardi, l’omicidio del poliziotto Michele Giraldi, e il ferimento di un brigadiere dei carabinieri, Bruno Nolfi. La sua prima evasione risale al 1987, l’ultima al 30 giugno del 2017, quando si allontanò dal penitenziario di Fasano approfittando del regime di semilibertà. Nella sua interrogazione Wanda Ferro richiama le dichiarazioni rilasciate dal Segretario generale di Es Polizia Vincenzo Chianese, secondo cui la normativa che consente di uscire dal carcere anche a persone che palesemente non dovrebbero poter circolare andrebbe assolutamente cambiata, «non solo per evitare che i familiari delle vittime ogni volta che accadono certe cose avvertono di nuovo lo stesso dolore, ma anche perché la sensazione di impunità che c'è nel nostro Paese mina profondamente la credibilità dello Stato». Della stessa idea anche il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria S.Pp. Aldo Di Giacomo secondo cui «Il caso dell'evasione di Johnny Lo Zingaro mette in evidenza come il sistema delle premialità per i detenuti vada urgentemente rivisto. Il voler rieducare a tutti i costi evidentemente non paga e si mette i detenuti nella condizione di prendersi gioco dello Stato e dei familiari delle vittime. Il tasso di recidiva, di chi evade o commette reati duranti i permessi premio o le diverse premialità, è negli ultimi anni raddoppiato. Questo rende ancora più sconcertante la volontà di ampliamento di detti permessi anche per i detenuti di alta sicurezza che non collaborano con la giustizia». Sempre secondo Di Giacomo sarebbero 4000 i detenuti di alta sicurezza che per norma e disposizione del D.A.P. dovrebbero scontare la pena con un sistema di celle chiuse e, invece, hanno usufruito di un sistema di celle aperte. Dura anche la denuncia di Donato Capece, segretario generale del Sappe secondo il quale l'evasione dal carcere di Sassari di Giuseppe Mastini è il risultato tangibile dello «smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della polizia penitenziaria, che ha 7mila agenti in meno». Per questo Wanda Ferro ha chiesto al guardasigilli “se non ritenga improcrastinabile l’apertura di un tavolo tecnico-politico per l’attuazione di una profonda revisione del sistema dei permessi premio e delle altre misure premiali, in termini di rigidità, soprattutto nei confronti di quei soggetti che si sono macchiati di reati di grave pericolosità sociale, in grado di rispondere in maniera più incisiva alle esigenze di sicurezza degli istituti penitenziari e del territorio e restituire credibilità allo Stato, ma ancor di più dignità alle vittime ed ai loro familiari”. Inoltre la deputata di Fratelli d’Italia ha chiesto di conoscere “i dati aggiornati sul tasso di recidiva, di evasione e commissione di reati durante i permessi premio o la concessione delle altre misure premiali”.