Passa ai contenuti principali

FIRENZE. GDF E POLIZIA DI STATO. SEQUESTRATI IN PROVINCIA DI SIENA BENI PER 600.000 EURO AD UN IMPRENDITORE CALABRESE “PRESTANOME” DELLA ‘NDRANGHETA REGGINA.



Firenze, 07 aprile 2025

 


FIRENZE. GDF E POLIZIA DI STATO. SEQUESTRATI IN PROVINCIA DI SIENA BENI  PER 600.000 EURO AD UN IMPRENDITORE CALABRESE “PRESTANOME” DELLA ‘NDRANGHETA REGGINA.

I Finanzieri del Comando Provinciale di Firenze, in collaborazione con il Comando Provinciale di Reggio-Calabria e la Polizia di Stato di Siena, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Capo f.f. Dott. Giuseppe Lombardo, hanno condotto accertamenti economico-patrimoniali ai sensi del Codice Antimafia nei confronti di un imprenditore contiguo alla ‘ndrangheta residente con il suo nucleo familiare in provincia di Siena.

La figura criminale del “proposto”, destinatario, attraverso una sua società attiva nel settore edile, di un primo provvedimento interdittivo antimafia emesso nel 2003 dalla Prefettura di Reggio-Calabria, è emersa nel 2011 nell’ambito dei procedimenti denominati “Archi-Astrea” e “Ghota” della Direzione Distrettuale Antimafia reggina, che lo ha ritenuto, anche sulla base di riscontrate dichiarazioni di collaboratori di giustizia, portatore di “pericolosità sociale”.

Lo stesso, quale fidato “prestanome” e uomo curante gli interessi patrimoniali della cosca “Tegano-De Stefano”, originaria di Reggio Calabria e con proiezioni sul territorio nazionale, si è reso disponibile, attraverso fittizie intestazioni societarie, ad occultare l’effettivo gestore, un componente di spicco della medesima ‘ndrina; nello specifico, risulta aver falsamente stipulato un contratto d’affitto d’azienda e aver attribuito fittiziamente a terzi soggetti, con il proprio contributo causale e consapevole, la titolarità formale di quote di società operanti nei settori edile, costruzioni e servizi (appositamente costituite), essendo in realtà l’attività imprenditoriale di proprietà, di fatto, della cosca di riferimento.

In relazione alle risultanze delle attività di cui sopra, la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nel quadro delle attività finalizzate al contrasto degli interessi economico-imprenditoriali della criminalità organizzata, ha delegato i GG.I.C.O. dei Nuclei di Polizia Economico Finanziaria di Firenze e Reggio Calabria e la Squadra Mobile di Siena, a svolgere apposita indagine anche di carattere economico - patrimoniale, finalizzata all’applicazione, nei confronti del citato soggetto, di misure di prevenzione patrimoniali. 

Una volta documentata la pericolosità sociale, l’attività in rassegna ha consentito di ricostruire, attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, anche documentale, il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità del predetto, il cui valore è risultato sproporzionato (nell’arco di quasi 30 anni per circa 800.000 euro) rispetto alla capacità reddituale manifestata.

Sul punto il Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di Prevenzione ha in sintesi osservato come la ragione della sproporzione tra il patrimonio posseduto e i redditi lecitamente dichiarati sia da individuarsi in guadagni che potrebbero derivare dalla sua piena messa a disposizione della cosca. Conseguentemente, il divario ricostruito durante il periodo di manifestazione di pericolosità sociale appare non giustificato da capitali di origine lecita e, pertanto, suscettibile di misura ablativa.

Su queste basi, il Tribunale di Reggio-Calabria - Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro, tra Siena, Sovicille (SI) e Monteroni d’Arbia (SI), del patrimonio intestato ai familiari del “proposto”, ossia una villa con relative pertinenze, due appezzamenti di terreno, un locale adibito ad autorimessa, un B&B/affittacamere, oltre a conti correnti e disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato in oltre 600.000 euro. Tali beni saranno gestiti da un Amministratore Giudiziario.

Le risultanze delle attività eseguite e degli elementi probatori acquisiti saranno vagliate dal Giudice della Prevenzione e, dunque, la richiesta di sequestro è stata ritenuta meritevole di accoglimento, fatta salva ogni diversa valutazione da condurre in esito all’instaurazione del contradditorio tra le parti: il principio di non colpevolezza che vige nel nostro ordinamento impone, infatti, di ritenere accertata la responsabilità solo in esito all’intervento di un provvedimento definitivo.

L’attività di servizio in parola testimonia la continua attenzione all’individuazione e alla conseguente aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati dalle consorterie criminali di stampo mafioso, allo scopo di espungere dal sistema l’utile economico proveniente da attività criminose, a tutela del mercato e della sana imprenditoria.

Post popolari in questo blog

Oro Rosso: rubano 15 chilometri di rame da una linea elettrica, denunciate 5 persone

  Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...

INCHIESTA DDA SCUOTE LA LIGURIA

  Procura della Repubblica di Genova Direzione Distrettuale Antimafia COMUNICATO STAMPA Ravvisato l’interesse pubblico nella divulgazione di informazioni riguardanti l‘accertamento di episodi di corruzione ritenuti essere stati perpetrati in occasione di consultazioni elettorali riguardanti la Liguria, nonché nell’ambito della Autorità di sistema portuale e della P.A. regionale, e fatta salva la presunzione di innocenza – in base sagli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per queste e per le aziende coinvolte (ma allo stato non destinatarie di contestazioni), di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede Si comunica che: nella mattinata odierna militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di...

FOCUS SU MAFIA A RAGUSA

FONDAZIONE CAPONNETTO: FOCUS ANALITICO SULLE INFILTRAZIONI CRIMINALI NELLA PROVINCIA DI RAGUSA 2015 a cura di Salvatore Calleri INDICE PROLOGO CLAN PROVINCIA DI RAGUSA SCIOGLIMENTO COMUNE DI SCICLI MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI VITTORIA INTERROGAZIONI PARLAMENTARI SULLA MAFIA NEL RAGUSANO CONCLUSIONI PROLOGO L'idea di questo focus nasce dal fatto che in provincia di Ragusa la sottovalutazione della presenza delle organizzazioni criminali è purtroppo molto alta. Non è raro assistere al fenomeno del negazionismo della presenza della mafia da parte di esponenti politici o della società civile. Da questo punto di vista Ragusa è assimilabile ad alcune realtà del centro nord non abituate alla criminalità organizzata. I fatti criminali però ci dimostrano l'esatto contrario tant'è che le relazioni della DNA e della DIA oramai da tempo mappano il territorio della provincia di Ragusa. Oggi quindi negare è impossibile e sorge il ragionevole dubbio che chi segue il negazioni...