Il Questore della provincia di Ancona dispone la chiusura di un esercizio pubblico per 20 giorni ai sensi dell’art. 100 T.U.L.P.S

Nella giornata odierna, la Polizia di Stato ha dato esecuzione al provvedimento con cui il Questore della provincia di Ancona, ai sensi dell’art. 100 TULPS, ha disposto la chiusura di un esercizio pubblico situato a Numana per 20 giorni a partire da oggi.
In occasione di un controllo effettuato nella serata tra il 15 ed il 16 novembre scorsi da personale della Divisione P.A.S. della Questura di Ancona e del Commissariato di P.S. di Osimo, presso il predetto locale, erano state infatti accertate numerose violazioni.
In primo luogo, il locale in questione, un ristorante sito sul lungomare di Numana, era stato trasformato in una vera e propria discoteca, con più di 200 giovani avventori che ballavano. Le attività danzanti iniziavano alle ore 23.30 circa del 15 novembre e terminavano alle ore 03.30 del giorno successivo e molti giovani erano sopraggiunti dopo la mezzanotte, accedendo alla struttura, previo pagamento dell’accesso, senza che fosse rilasciata alcuna ricevuta, tranne un ticket per il drink e un braccialetto, che serviva ad identificare chi aveva pagato nel caso uscisse temporaneamente dal locale.
Il titolare della discoteca risultava avere esclusivamente una SCIA relativa alla somministrazione di alimenti e bevande del locale, mentre le SCIA relative all’attività di intrattenimento/spettacolo dello stesso erano intestate ad un’altra persona: nelle stesse, in ogni caso, era stata dichiarata una capienza massima di 100 astanti e il locale risultava sprovvisto di certificato antincendio rilasciato dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco.
Anche a causa della mole di persone presenti, il titolare ed il personale dipendente del locale non provvedevano ad accertare (tramite la richiesta di esibizione di un documento) la maggiore o minore età di chi chiedeva l’acquisto di drink alcolici. Infatti, i poliziotti operanti constatavano che una delle bariste del locale serviva un drink alcolico ad un minore, che veniva successivamente affidato ai genitori. Alla barista ed al titolare del locale (in solido) veniva contestata la sanzione amministrativa per la violazione di cui all’art. 14 ter, co. 2 della L. 125/2001.
Vieppiù, in tale circostanza, molti degli avventori erano in stato di ubriachezza e durante le stesse fasi del controllo, il personale operante provvedeva a soccorrere nell’immediatezza due ragazze giovanissime che avevano perso coscienza e venivano trasportate d’urgenza in ospedale. I successivi accertamenti permettevano di verificare come le due giovani soccorse facessero parte di un gruppo di quattro minorenni a cui erano stati poco prima serviti alcolici mentre erano sedute ad un tavolo del citato locale. A nessuna di esse era stato chiesto, come prevede la normativa, un documento che accertasse la loro effettiva età, nonostante le stesse apparissero per tratti somatici e fattezze in modo evidente minorenni.
Per tale motivo il titolare del locale veniva deferito per apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo, spettacoli o trattenimenti pubblici senza licenza, somministrazione di sostanze alcoliche a minori.
Si precisa che la misura adottata dal Questore non assolve ad una esigenza punitiva o repressiva, bensì risponde ad una finalità esclusivamente preventiva e cautelare, a garanzia di interessi pubblici primari quali la sicurezza e l’ordine pubblico.
Il provvedimento si inserisce nell’ambito dei controlli sui locali pubblici presenti su tutto il territorio, disposti dal Questore Capocasa, in linea con le determinazioni assunte in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto Valiante.