Milano, 25 nov. (askanews) - Sette giovani ragazze costrette a prostituirsi da tre aguzzini che da circa un anno gestivano un giro di escort a domicilio nel Cremonese. E' il "sistema" scoperto dai carabinieri di Cremona che hanno individuato tre romeni accusati anche di aver segregato, picchiato e violentato sette connazionali di età compresa tra i 20 e i 24 anni. Secondo la ricostruzione degli investigatori dell'Arma, le vittime subivano continuamente violenze fisiche e psicologiche: minacce, percosse, insulti e abusi sessuali. L'inchiesta fu avviata circa a febbraio scorso, dopo che un romeno residente nel Veronese aveva denunciato la scomparsa della nipote residente a Cremona. Il suo racconto portò i carabinieri a fare irruzione in un appartamento della cittadina lombarda dove, oltre alla ragazza scomparsa, erano state segregate altre tre connazionali. Le quattro vittime, portate in caserma, hanno raccontato tutto ai militari che, dopo alcuni accertamenti investigativi mirati, hanno scoperto un altro appartamento di Cremona dove erano state imprigionate e costrette a vedersi altre tre giovani romene. Secondo quanto emerso nelle indagini, le sette vittime venivano fatte prostituire non solo a Cremona, ma anche nelle province di Brescia, Lodi, Verona, Pavia, Piacenza e Parma. Il prezzo di ciascuna prestazione sessuale poteva andare dai 200 fino ai 1.500 euro. I loro sfruttatori, tre romeni tra i 23 e i 28 anni, sono ora tutti indagati per sfruttamento e induzione alla prostituzione, percosse e violenza sessuale.
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...