(AGI) - Caserta, 15 nov. - I carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli nei confronti di Giuseppe Diana, detto Peppe o' biondo, per associazione per delinquere di tipo mafioso. Secondo gli inquirenti, Diana, dopo il matrimonio con la figlia di un cognato dell'ex primula rossa del clan dei Casalesi, Michele Zagaria, e' diventato una figura imprenditoriale di rilievo nel clan. Le indagini si sono basate per lo piu' sulle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia e su intercettazioni telefoniche e ambientali in un arco temporale molto ampio, che inizia nel 2009, durante la ricerca dell'allora boss latitante, e concluse nel 2020. Giuseppe Diana, imprenditore edile di Casapesenna, sarebbe stato in stretto contatto con lui e con il nipote di quest'ultimo, Filippo Capaldo, occupandosi proprio della latitanza di Michele Zagaria e della raccolta del denaro legato al 'pizzo' per l'imposizione di slot machine negli esercizi commerciali del territorio di riferimento del clan. Dopo l'arresto di Giovanni Garofalo, e dopo il suo matrimonio con la figlia di Francesco Zagaria - cognato di Michele in quanto sposato con Elvira, sorella del capoclan - Diana avrebbe assunto, secondo i pm, un ruolo apicale come imprenditore, tanto da avviare molti cantieri edili anche in Toscana per conto della cosca.
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...