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Chiedevano finanziamenti con dati anagrafici rubati, denunciate 8 persone CONDIVIDI Postale BolognaOtto persone che fingevano di essere appartenenti ad uffici investigativi dell’Arma dei carabinieri di Parma e Torino tramite mail falsificate per ottenere dati anagrafici, con cui poi avviavano richieste di finanziamento a varie società finanziarie, sono state denunciate dalla Polizia postale di Bologna. Le persone erano tutte residenti tra le zone di Castelfranco Emilia in provincia di Modena e Afragola in provincia di Napoli ed erano tutte pregiudicate. L’indagine era iniziata nel 2020 dopo una segnalazione dell’Ufficio di stato civile del comune di Bologna per le mail sospette. Gli investigatori della Polizia postale analizzando i dati informatici relativi alle connessioni avvenute nei server che ospitavano le caselle di posta elettronica, sono stati in grado di individuare le utenze telefoniche reali dei cybercriminali nonostante fossero intestate a prestanome. Il gruppo criminale, dopo aver ottenuto il finanziamento, faceva bonificare il denaro su conti correnti aperti nel Regno Unito, per poi tornare in Italia su rapporti finanziari riferibili al gruppo. Gli esiti delle perquisizioni domiciliari, già effettuate e dirette agli appartenenti al sodalizio criminale, hanno fornito importanti e ulteriori fonti di prova. 15/06/2023 Parole chiave: polizia postale e delle comunicazioni - truffa - cybercrime - parma - Torino - arma dei carabinieri

 


Otto persone che fingevano di essere appartenenti ad uffici investigativi dell’Arma dei carabinieri di Parma e Torino tramite mail falsificate per ottenere dati anagrafici, con cui poi avviavano richieste di finanziamento a varie società finanziarie, sono state denunciate dalla Polizia postale di Bologna.

Le persone erano tutte residenti tra le zone di Castelfranco Emilia in provincia di Modena e Afragola in provincia di Napoli ed erano tutte pregiudicate.


L’indagine era iniziata nel 2020 dopo una segnalazione dell’Ufficio di stato civile del comune di Bologna per le mail sospette.


Gli investigatori della Polizia postale analizzando i dati informatici relativi alle connessioni avvenute nei server che ospitavano le caselle di posta elettronica, sono stati in grado di individuare le utenze telefoniche reali dei cybercriminali nonostante fossero intestate a prestanome.


Il gruppo criminale, dopo aver ottenuto il finanziamento, faceva bonificare il denaro su conti correnti aperti nel Regno Unito, per poi tornare in Italia su rapporti finanziari riferibili al gruppo.


Gli esiti delle perquisizioni domiciliari, già effettuate e dirette agli appartenenti al sodalizio criminale, hanno fornito importanti e ulteriori fonti di prova. 


15/06/2023


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