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Condannata in via definitiva esponente di spicco della Ndrangheta

 

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In data odierna, accogliendo le richieste formulate dalla DDA della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, il G.U.P. Distrettuale di Bologna ha condannato alla pena di anni 7 e mesi 2 di reclusione GRANDE ARACRI Rosita, detta Rossella cl. 1983, figlia del boss GRANDE ARACRI Francesco cl. 1954, sorella di GRANDE ARACRI Salvatore e di GRANDE ARACRI Paolo (tutti condannati in via definitiva nell’ambito del processo denominato “Grimilde”), nonché nipote del boss GRANDE ARACRI Nicolino, riconosciuti tutti esponenti di spicco della Ndrangheta da numerose sentenze emesse a loro carico. GRANDE ARACRI Rosita cl. 83 era già stata condannata in via definitiva all’esito del rito abbreviato “Grimilde” per il reato di trasferimento fraudolento della società EUROGRANDE Costruzioni S.r.l., finalizzato ad eludere la normativa per l’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali, con riconoscimento dell’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 c.p., per aver agevolato il sodalizio ‘ndranghetistico emiliano.

In data 16.06.2022, la Corte di Appello di Bologna, nel confermare la condanna di GRANDE ARACRI Rosita per il suddetto reato, aveva trasmesso gli atti alla D.D.A. di Bologna nei confronti della stessa GRANDE ARACRI Rosita per il capo 1) di imputazione, relativo al delitto associativo di cui all’art. 416 bis c.p., affermando quanto a GRANDE ARACRI Rosita che (pag. 246): “essa rivestiva nelle vicende in esame un ruolo particolarmente attivo anche operando in stretta contiguità con alcuni dei sodali, tanto che la Corte ritiene necessario un approfondimento istruttorio della reale portata del suo contributo”.

La conseguente attività di indagine delegata dalla Procura Distrettuale alla Polizia di Stato, S.I.S.C.O. di Bologna, ha consentito di documentare come GRANDE ARACRI Rosita abbia svolto in concreto un ruolo determinante per la cosca di appartenenza, anche in sostituzione dei familiari detenuti. GRANDE ARACRI Rosita cl. 83 è stata quindi rinviata a giudizio, nel procedimento penale nr. 5247/21 R.G.N.R. Mod. 21 DDA di Bologna, per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., precisamente per aver fatto parte, con GRANDE ARACRI Francesco cl. 1954, GRANDE ARACRI Salvatore cl.1979, GRANDE ARACRI Paolo ed altri, dell’associazione di stampo mafioso denominata Ndrangheta, autonomamente operante da anni nel territorio emiliano, associazione che si avvale della forza intimidazione e del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva; nello specifico, GRANDE ARACRI Rosita è stata ritenuta, con sentenza di primo grado non definitiva, avere fornito un costante contributo per la vita dell’associazione mafiosa, in costante sinergia con i vertici del sodalizio ‘ndranghetistico emiliano (es. GRANDE ARACRI Francesco cl. 1954 e GRANDE ARACRI Salvatore cl. 1979), essendo pienamente informata di strategie, iniziative, affari, problematiche riguardanti la consorteria stessa.

La condanna odierna segue a quelle già comminate nell’ambito dei processi “Aemilia”, “Grimilde”, “Aemilia 1992” (con riferimento a GRANDE ARACRI Nicolino) e “Perseverance”, che, in questi anni, hanno, di fatto, decapitato i vertici della cosca ndranghetista operante in Emilia ed avente come epicentro Reggio Emilia. Il risultato processuale è estremamente significativo, ma l’attenzione della Polizia di Stato, coordinata dalla D.D.A. di Bologna, si mantiene elevata in ragione della decennale presenza, documentata processualmente, della Ndrangheta in Emilia


14/10/2025

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