MESSINA, SERVIZI ANTIDROGA. LA POLIZIA DI STATO ARRESTA UNA 34ENNE E DENUNCIA UN 35ENNE PER DETENZIONE DI STUPEFACENTI AI FINI DI SPACCIO. SEQUESTRATI OLTRE 230 GRAMMI DI MARIJUANA

Nell’ambito di specifici servizi antidroga disposti dal Questore di Messina, Annino Gargano, agenti della Polizia di Stato di Messina hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato di una messinese di 34 anni ed al deferimento in stato di libertà di un messinese di 35 anni, entrambi indagati per il reato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.
In particolare, i poliziotti delle Volanti hanno arrestato la trentaquattrenne al termine della perquisizione veicolare a suo carico. L’attenta attività di controllo del territorio, infatti, aveva consentito agli operatori di appurare che, all’interno del ciclomotore in uso alla stessa, vi fossero occultati circa 140 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana.
La successiva perquisizione domiciliare, inoltre, ha consentito ai poliziotti di rinvenire ulteriori 95 grammi circa di sostanza stupefacente, sempre del tipo marijuana, nonché un bilancino di precisione e materiale utilizzato per il confezionamento delle singole dosi.
Successivamente, a seguito di perquisizione personale a carico di altro soggetto, trentacinquenne messinese, fermato in compagnia della donna, è stata rinvenuta la somma in contanti di 440 euro in banconote di vario taglio, verosimile provento dell’attività posta in essere in concorso.
Pertanto, la sostanza stupefacente rinvenuta e la somma in contanti sono stati immediatamente sottoposti a sequestro, la donna è stata tratta in arresto in flagranza di reato e l’uomo è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio.
Dopo le formalità di rito, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, la trentaquattrenne è stata sottoposta agli arresti domiciliari in attesa di convalida da parte del Giudice per le indagini preliminari.
Si precisa che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari e che, in ossequio al principio di presunzione di non colpevolezza e fino a sentenza di condanna passata in giudicato, sarà svolto ogni ulteriore accertamento che dovesse rendersi necessario, anche nell’interesse degli indagati.