DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
Centro Operativo di Palermo
COMUNICATO STAMPA
MAFIA: ARRESTO DELLA D.I.A. PER TENTATA ESTORSIONE.
Il Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nei confronti di LEONFORTE Atanasio Ugo, cl. 55, di Ficarazzi (PA), ritenuto responsabile di tentata estorsione.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della locale D.D.A.. L’attività di indagine svolta dalla DIA palermitana, coordinata dal Proc. Agg.to dr. Vittorio TERESI e dal Sost. Proc. dr. Alessandro PICCHI, nasce dalla denuncia di un imprenditore amministratore di una società cooperativa, che gestisce una casa di riposo. Nello specifico è stato significativo il contributo dell’associazione antiracket “Addiopizzo” di Palermo che ha fornito un adeguato supporto morale alla vittima.
Le articolate investigazioni, anche di natura tecnica, poste in essere dalla D.I.A. hanno permesso di stigmatizzare le richieste di somme di denaro, a titolo di “pizzo”, fatte dal LEONFORTE all’imprenditore in modo pressante, continuato e minaccioso.
Il LEONFORTE, già sorvegliato speciale della PS, è ritenuto organico al mandamento mafioso di Bagheria (PA), cui fanno parte le famiglie di Villabate, Ficarazzi, Casteldaccia ed Altavilla Milicia. Lo stesso è stato, più volte, tratto in arresto per associazione mafiosa, estorsioni e tentate estorsioni pluriaggravate e rapina. Il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere, ove il LEONFORTE è detenuto dal giugno scorso, in quanto colpito da OCCC emessa dal GIP di Palermo, per i reati di associazione mafiosa ed estorsione.
Palermo, 28 novembre 2014
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...