Navigando in rete mi sono imbattuto in alcune critiche nei confronti di chi, come il sottoscritto, ieri ha manifestato la propria indignazione in relazione alla notizia secondo cui il figlio del boss Bernardo Provenzano da alcuni mesi lavora come guida raccontando a dei turisti americani la storia della sua famiglia ed il suo rapporto col padre.
Il motivo della critica risiede nel fatto che anche il figlio di un boss ha diritto ad avere un lavoro ed una vita normale. Su questo non ci piove e sono io il primo ad averlo incoraggiato ad avere una vita normale quando nel 2011 gli chiesi, con una lettera aperta, di prendere le distanze dalla mafia, sull’esempio di Peppino Impastato, e di chiedere al padre di collaborare.
Angelo Provenzano però non solo non raccolse il mio invito, ma addirittura quando il padre diede il segno di una possibile collaborazione si affrettò a recarsi alla Procura di Caltanissetta per farlo dichiarare incapace di intendere e di volere.
Ecco perché ho voluto rinnovare il mio invito chiedendogli di andare dai magistrati e dire loro dove si trovano le ricchezze accumulate dal padre e chi le amministra. È questo il primo passo per avere una vita normale. Una vita che certamente non può accettare la cultura mafiosa e addirittura sfruttarla a fini commerciali.
Ad Angelo Provenzano la scelta.
Giuseppe Lumia
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...