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LUMIA: Codice antimafia, sequestro e confisca per i corrotti punto irrinunciabile

La riforma del Codice antimafia è in dirittura d’arrivo al Senato. E’ una legge che mi coinvolge particolarmente, sia perché seguo da anni questi temi, sia perché sono stato designato relatore insieme al senatore Pagliari. Da relatore ho seguito passo passo questo provvedimento, costituito da tre pilastri in grado di far fare un salto di qualità alla lotta alle mafie. Il primo riguarda il rafforzamento delle misure di prevenzione patrimoniale contro i corrotti, con il sequestro e la confisca dei loro beni alla stregua dei mafiosi e dei terroristi. Una scelta che tanto sta facendo discutere, ma si tratta di un punto qualificante a cui non si può rinunciare. Abbiamo resistito e mantenuto in piedi l’impianto originario, affinchè contro la corruzione si possano finalmente ottenere risultati profondi e duraturi. Il secondo pilastro riguarda le misure di prevenzione patrimoniale nella loro applicazione concreta. In questo campo finalmente si avranno procedure più efficaci, per fare realmente dell’aggressione ai patrimoni una via strategica e decisiva per combattere le organizzazioni criminali, come voleva Pio La Torre. Sono state anche rafforzate le misure che consentono di applicare questi provvedimenti ai reati di terrorismo e per quanto riguarda le misure di prevenzione personali al reato di stalking su cui bisogna intervenire in modo tempestivo per evitare che si possa giungere al femminicidio, come si sta ripetutamente e tragicamente constatando. Segnalo anche l’inserimento nelle misure di prevenzione patrimoniale del reato di truffa aggravata, che viene sempre più utilizzata dalla “mafia dei terreni”. Una mafia che abbiamo iniziato a combattere aspramente alla luce dell’esperienza maturata dal presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Ricordo che quello dei terreni è un giro d’affari più redditizio di quello del traffico di droga. Il terzo pilastro è costituito dalla riforma radicale dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati. L’Agenzia viene ristrutturata e riorganizzata per trasformare i beni sequestrati e confiscati, soprattutto quelli aziendali, da grave problema a risorsa moderna in grado di promuovere il lavoro, evitando disoccupazione e chiusura di aziende come spesso avviene oggi e inserendo tutta una serie di norme di trasparenza per garantire una gestione pulita dalle tante opacità scoperte di recente. L’Agenzia avrà un numero di personale molto più numeroso e una serie di strumenti finanziari e professionali capaci di farle giocare un ruolo che sino ad adesso aveva solo sulla carta. La prossima settimana in Aula si entrerà nel vivo dell’esame del provvedimento. Faremo di tutto per portare in porto questo importante risultato, perché l’approvazione della riforma sul Testo unico antimafia rappresenta un’opportunità rara che non possiamo disperdere. Giuseppe Lumia

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