La mafia operante nella provincia di Foggia presenta delle caratteristiche del tutto diverse da quelle del circondario di Bari: storicamente suddivisa tra “Mafia dei Montanari”- riferita ai sodalizi della zona garganica - e “Mafia della Pianura”- riferita alla zona della Capitanata-, le organizzazioni mafiose operanti nel territorio in esame – pur presentandosi frammentate e prive di un vertice aggregante – evidenziano una solida strutturazione interna, forte senso di autodisciplina, capacità di programmare e attuare strategie criminali e di intessere alleanze sia tra i diversi gruppi operanti sul territorio; sia con sodalizi mafiosi campani e calabresi. La duttilità nell’ intessere tali relazioni è indotta - a differenza che da improvvisate mire espansionistiche o personali ambizioni carrieristiche, tipiche della mafia del barese- da decisioni strategiche legate a variazioni di equilibri di potere, ovvero allo stato detentivo dei vertici; pertanto, le continue aggregazioni e disgregazioni dei gruppi dei quali si compone la “Società Foggiana” appare funzionale a perseguire gli interessi criminali, riorganizzandosi prontamente per contrastare gli effetti dei colpi inferti dall’ azione di contrasto indefessamente condotta da Magistratura e Forze dell’ ordine. Un elemento di supporto alla solidità di tali organizzazioni e alla loro impenetrabilità deriva dal contesto civile della zona, caratterizzata da arretratezza culturale, omertà e illegalità diffusa: sembra quasi impossibile che da tale contesto si sia sviluppata una criminalità mafiosa moderna e flessibile, vuoi riguardo gli obiettivi che si prefigge – essenzialmente finalizzati ad infiltrarsi nel tessuto economico-politico-sociale - vuoi riguardo i modelli relazionali; una mafia proiettata verso il più moderno modello di “Mafia degli Affari”, ma che trae la sua forza dalla capacità di coniugare la sua proiezione più avanzata con i tradizionali modelli culturali del territorio, primo tra tutti l’ omertà; nonché con una metodologia di imposizione delle proprie regole all’ interno e all’ esterno dei gruppi basata sulla forza che si trasforma in ferocia; con regole di vendetta e di punizione mutuate dalle più arcaiche comunità agricolo-pastorali. Il risultato di questo connubio micidiale tra modernità e lungimiranza negli obiettivi con valori e metodi arcaici è un capillare controllo del territorio, ottenuto e consolidato con una lunga scia di sangue ed anche con un numero impressionante di “lupare bianche”, su cui gli inquirenti del Distretto stentano a far luce: nessun apporto collaborativo da parte della popolazione; assenza di collaboratori di giustizia; morfologia ostile del territorio che spesso non consente neanche normali servizi di pedinamento, di osservazione e, talvolta, neanche di attività tecniche, non essendo il territorio integralmente coperto dai servizi di telefonia.
Droga e allacci abusivi alla rete elettrica: arresti e denunce della Polizia di Stato alla Vucciria a Palermo
Droga e allacci abusivi alla rete elettrica: arresti e denunce della Polizia di Stato alla Vucciria Nei giorni scorsi, nell’ambito dei costanti servizi di repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Vucciria, la Polizia di Stato , segnatamente personale della Sezione Criminalità Diffusa della locale Squadra Mobile ha denunciato in stato di libertà L.B.G. classe 2000, sequestrando a suo carico circa 6 grammi di cocaina. Nell’ambito dell’attività di controllo, avvenuta in una strada che il giovane percorreva a bordo di uno scooter senza la patente di guida – circostanza per la quale è stato anche denunciato all’Autorita Giudiziaria, si sono registrati dei momenti di tensione con alcuni abitanti del rione, innescati dalla reazione del padre del ragazzo, L.B.M. classe 80, che aggrediva fisicamente gli operatori. In conseguenza di tale condotta, l’uomo è stato tratto in arresto per resistenza a pubblico ufficiale e per furto aggravato di energia ...
