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RELAZIONE DNA 2016 - IL CASO DI LIGNANO SABBIADORO IN FRIULI

In  sostanza,  si  presenta  un  allarmante  quadro  sulla  capacità  di  infiltrazione  in Friuli  Venezia Giulia  delle cosche mafiose.   Sono  soprattutto  i  mutati  i  rapporti  fra  sodalizi  criminali  internazionali  e  il variare  delle  condizioni  geopolitiche  a  proiettare  il  F.V.G.  come  regione strategica  nello  sviluppo  di  traffici  criminali.   All’uopo  la  Procura  distrettuale  di  Trieste  ha  incentivato  presso  le  autorità istituzionali  della  Regione,  la  costituzione  di  un  Osservatorio  permanente  sul fenomeno  mafioso  volto  a  dare  continuità,  a  tutti  i  livelli,  all’opera  di opposizione fattiva alle mafie ormai  installatesi  nella Regione.   Come  esempio  di  capillare penetrazione  della  malavita organizzata  nel  tessuto legale  del  Friuli  Venezia  Giulia  va  necessariamente  ricordata  l’indagine, ancora  in  corso,  sulle  evidenti  irregolarità  del  voto  amministrativo  del Comune  di  Lignano  Sabbiadoro,  uno  dei  gioielli  del  turismo  friulano.  Qui  fra il  2011  e  il  2012,  in  prossimità  del  voto  comunale  si  assisteva  ad  una organizzata  migrazione  che  dalla  Campania  giungeva  in  Lignano  con  nuclei famigliari  che  ottenevano,  a  pochi  mesi  dal  voto,  la  residenza  maturando  così il  diritto  a  partecipare  alla  contesa  elettorale.  La  sofisticata  e  complessa operazione  spostava  circa  400  preferenze  che  andavano  a  vantaggio dell’allora  vice-sindaco,  anch’esso  di  origine  napoletana  e  poi  risultato  primo fra  gli  eletti  in  Consiglio  Comunale.  Per  accelerare  le  pratiche  dei  richiedenti la  residenza  a  Lignano  –  pratiche  anagrafiche  che,  quando  provengono  da altri Comuni,  non  sono  per  nulla  brevi  –  si  mobilitava  il  Comandante  della  Polizia Municipale che verrà  indagato  per  vari  reati  connessi. L’interesse  della  vicenda  criminosa  riguarda  due  aspetti:  il  primo  concerne l’originalità  di  una  pratica  che  sfugge  ai  consueti  dettami  del  voto  di  scambio, trattandosi  invero  di  una  vera  e  propria  falsificazione  del  dato  elettorale  e  di un  attentato  ai  diritti  costituzionali  dei  cittadini  di  Lignano,  almeno  di  quelli autoctoni;  In  secondo  luogo  va  valorizzato  l’uso  politico  finale  di  tutta l’operazione  e  della  avvenuta  elezione  del  candidato  campano:  a  parte  la carica  di  vice-sindaco,  quasi  onorifica  in  un  piccolo  Comune,  il  soggetto  di interesse  –  forte  del  consenso  popolare  raggiunto  –  chiedeva  e  riusciva  ad ottenere  la  presidenza  della  Commissione  Edilizia  di  Lignano  Sabbiadoro deputata  alle  concessioni  per nuove  costruzioni  ma  soprattutto  alle proposte di stesura e  variazione  del  Piano  Regolatore urbanistico. Considerando  la  ridotta  consistenza  del  numero  degli  abitanti  del  Comune  di Lignano  –  ad  esclusione  del  periodo  turistico  –  ed  il  suo  ambito  tipicamente provinciale,  stupisce  come  tutto  ciò  sia  potuto  accadere  senza  che  ciò  destasse allarme  nelle  istituzioni  locali.

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