Roma, 7 dic. (askanews) - Trentadue misure cautelari per associazione mafiosa aggravata dalla disponibilità di armi, traffico di stupefacenti, tentato omicidio, porto abusivo e detenzione di armi, intestazione fittizia, autoriciclaggio, e altri reati sono state notificate dal Ros dei carabinieri su disposizione del Gip di Bari. L'indagine della Direzione Nazionale e della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha fatto luce sulle attività dell'organizzazione criminale operante nel comprensorio garganico di Manfredonia, Mattinata, Monte Sant'Angelo e Vieste. Si tratta di un sodalizio, a suo tempo facente parte di un più vasto aggregato criminale riconducibile ai cd "Montanari", che, secondo le acquisizioni investigative accolte dal Gip, in un'ideale continuità evolutiva, rappresenterebbe l'attuale assetto della componente facente originariamente capo alla famiglia Romito. Secondo l'accusa l' organizzazione dopo la cosiddetta strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017, in cui perse la vita Mario Luciano Romito, si sarebbe rimodulata in una compagine che può essere ribattezzata clan "Romito- Lombardi-Ricucci". Secondo l'accusa l'organizzazione avrebbe controllato il commercio ittico di Manfredonia, per la vendita all'ingrosso e al dettaglio di pesce costringendo i pescatori a consegnare il pescato in via esclusiva ad una società legata all'organizzazione. Inoltre l'associazione avrebbe consumato estorsioni nel settore agro-pastorale e truffe in danno dell'INPS mediante indebita percezione di provvidenze. Sono stati, altresì, raccolti gravi indizi in ordine all'operatività criminale del sodalizio mafioso nel settore del traffico di stupefacenti, in particolare cocaina, nel settore della ristorazione, riciclando denaro di provenienza illecita e nel settore degli assalti ai portavalori, realizzati mediante l'interazione con altri gruppi criminali
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...