L’indagine denominata “Zeus”, condotta dalla Squadra mobile di Catania e dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, ha avuto come esito l’esecuzione di 24 provvedimenti nei confronti di altrettante persone indiziate di far parte di due clan mafiosi, i Cursoti Milanesi e i Cappello-Bonaccorsi.
Gli indagati sono accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illecita di armi, ricettazione, danneggiamento, tutti reati aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa di appartenenza. Di questi, venti sono finiti in carcere, tre agli arresti domiciliari, mentre uno è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’indagine, svolta dal novembre 2018 al settembre 2019, era puntata sul clan mafioso Cursoti Milanesi, attivo nella zona di San Berillio Nuovo. Grazie all’utilizzo di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre a videoregistrazioni e dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, l’attività investigativa ha fornito un quadro fedele delle attività illecite e delle dinamiche criminali interne al gruppo mafioso.
In particolare, l’indagine ha fatto luce sulle diverse crisi interne attraversate dal clan e sui relativi episodi di violenza che le hanno caratterizzate. Ricostruito anche l’organigramma del gruppo, con i relativi vertici, gregari e compiti ad essi assegnati, come la gestione delle varie piazze di spaccio o la riscossione delle estorsioni.
Gli investigatori hanno anche documentato diversi summit di mafia tra esponenti dei clan Cursoti Milanesi e Cappello-Bonaccorsi, finalizzati a mediare alcuni contrasti di natura economica tra le due consorterie mafiose relativi ad affari comuni.