FOGGIA: RAPINE A MANO ARMATA IN SUPERMERCATI, TRE ARRESTI
Foggia, 12 nov. (Adnkronos) - Si sarebbero resi responsabili di alcune rapine a mano armata da febbraio a marzo 2021 ai danni di negozi di Stornara, Ortanova e Foggia, le tre persone arrestate questa mattina dai carabinieri delle Compagnie di Cerignola e del capoluogo dauno in esecuzione di una ordinanza cautelare. L'indagine è stata avviata a seguito del 'colpo' ai danni di una tabaccheria di Stornara il 24 febbraio 2021. Due dei tre arrestati si sarebbero presentati improvvisamente, con il volto coperto, nell'esercizio commerciale e, dopo aver chiesto il denaro, minacciando il cassiere con una pistola, si sarebbero fatti consegnare 400 euro in contanti. Dalla visione dei filmati, ma soprattutto da un'impronta papillare trovata sul registratore di cassa, è stato possibile risalire a lui e poi al suo complice. Gli investigatori hanno quindi avviato un'attività di monitoraggio che ha consentito loro di ricostruire una vera e propria associazione a delinquere con gerarchie definite, finalizzata soprattutto alle rapine a mano armata, alla detenzione e al porto di armi da fuoco. I delitti venivano pianificati in modo dettagliato da uno dei tre che poi impartiva disposizioni precise agli altri per l'esecuzione, cui partecipava in prima persona facendo da 'palo'. I tre, dalle ricostruzioni degli inquirenti, si fornivano supporto reciproco in caso di bisogno durante la commissione dei reati, per poi dividersi il bottino. Il più anziano, 59 anni, di Stornara, è stato individuato quale presunto organizzatore e coordinatore del gruppo: decideva gli obiettivi da colpire, dava disposizioni sulle modalità e i tempi di esecuzione delle rapine. Vittime di tali reati sono stati tre supermercati e una tabaccheria di Stornara, nonché una tabaccheria di Orta Nova. I colpi sono stati commessi dal gruppo in rapida successione, quasi uno a settimana, dal 24 febbraio al 20 marzo 2021, sempre nelle stesse modalità: uno faceva da accompagnatore e palo, mentre gli altri due entravano nel negozio minacciando i cassieri con le armi. Ad incastrarli sono stati anche gli indumenti ritrovati nelle loro abitazioni durante le perquisizioni dei militari e utilizzati nel corso delle rapine. Ora si trovano in carcere.