Passa ai contenuti principali

Piacenza: caporalato, indagate 17 persone

 


Un’indagine della Squadra mobile di Piacenza, in collaborazione con la Polizia stradale di Trento e di Piacenza e con la Guardia di Finanza di Piacenza, ha consentito di scoprire un sistema criminale, messo in piedi dai responsabili di un’azienda di trasporti piacentina, che sfruttava lavoratori extracomunitari fatti entrare in Italia in modo irregolare. Per i reati di caporalato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono state indagate 17 persone di cui una è stata arrestata, per due è stato disposto l’obbligo di dimora e per altre due invece è stato applicato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. È stato inoltre disposto il sequestro preventivo dell’azienda di trasporti e di un’altra azienda, formalmente distinta dalla prima, ma di fatto riconducibile alla stessa.

In particolare l’azienda reclutava all’estero cittadini extracomunitari, perlopiù cittadini brasiliani desiderosi di entrare in Italia (dietro il pagamento all‘azienda di circa 500 euro), da impiegare nella ditta di trasporti, che forniva loro dietro ulteriore pagamento i documenti d’identità e di guida contraffatti, per i quali dovevano versare fino a 2500 euro.  Gli stranieri già indebitati firmavano quindi con il falso nome un contratto di lavoro, ed iniziavano l’attività di autisti a bordo dei camion dell’impresa, in condizioni di impiego ed alloggiamento degradanti. I camionisti tra un viaggio e l’altro dormivano a bordo dei mezzi di trasporto nel piazzale dell’azienda, e potevano usufruire anche di alcune baracche presenti nella piazzola.

Approfittando proprio dello stato di bisogno in cui i camionisti versavano, poiché irregolari sul territorio italiano, con documenti falsi e privi di qualsiasi altro contatto o alternativa lavorativa in Italia, ne sfruttavano le prestazioni lavorative imponendo turni di servizio massacranti. L’analisi dei cronotachigrafi sequestrati dalla Polizia stradale a numerosi autisti, ha fatto emergere in un periodo d’esame di soli tre mesi quasi mille infrazioni al codice della strada, principalmente per il mancato rispetto dei tempi di guida. L’azienda invitava infatti i lavoratori a fare un uso improprio dei cronotachigrafi, al fine di non essere scoperti durante i controlli.

Gli stipendi versati agli autisti erano invece difformi dai contratti collettivi nazionali e sproporzionati rispetto alla qualità e quantità del lavoro prestato. I pagamenti avvenivano senza alcuna busta paga e con ulteriori decurtazioni qualora non venisse svolto il lavoro straordinario o vi fosse un ritardo sui tempi di consegna. Venivano inoltre contabilizzate le rate per pagare i documenti falsi forniti, che venivano stornate dallo stipendio, così come venivano stornati i corrispettivi per riposare nelle baracche e pure le spese per gli incidenti stradali che causavano durante i massacranti turni di lavoro.

Successivamente, a seguito delle limitazioni alla circolazione oltreoceano per la pandemia, l’azienda ha iniziato a reclutare cittadini turchi e moldavi, ai quali non era necessario fornire documenti falsi perché era sufficiente assumerli tramite una inesistente società di diritto bulgaro, gestita dalle medesime persone e costituita ad hoc, per poi fintamente distaccarli presso la società di trasporti italiana. Tale distacco transnazionale era sufficiente a permettere comunque la loro la libera circolazione sul territorio nazionale, formalmente per un periodo limitato di tempo.

Sono complessivamente 44 i camionisti stranieri individuati nel corso delle indagini quali vittime del reato di caporalato, persone in situazione di estremo bisogno grazie alle quali gli indagati potevano trarre profitto.

 

15/11/2022

Post popolari in questo blog

Oro Rosso: rubano 15 chilometri di rame da una linea elettrica, denunciate 5 persone

  Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...

ANCORA CONTROLLI DELLA TASK FORCE COORDINATA DALLA POLIZIA DI STATO NELLE STALLE E NEGLI ALLEVAMENTI: DENUNCIATO UN UOMO PER MALGOVERNO DI ANIMALI E SEQUESTRATO UN CAVALLO. SOTTOPOSTO A SEQUESTRO SANITARIO ANCHE UN INTERO ALLEVAMENTO DI ANIMALI A VACCARIZO A CATANIA

  La Polizia di Stato ha denunciato per malgoverno di animali un catanese di 50 anni e ha sequestrato un cavallo maltrattato, affidandolo in giudiziale custodia. Nell’ambito dei controlli che vengono effettuati ogni settimana per la prevenzione e la repressione del fenomeno delle corse e della macellazione clandestina, i poliziotti della Squadra a Cavallo della Questura di Catania, unitamente ai medici del Dipartimento di Prevenzione – Servizio Veterinari – dell’Asp di Catania, hanno proceduto al controllo di una stalla in via Castromarino, in pieno centro storico. I poliziotti hanno rintracciato il proprietario del fatiscente box abusivo, che era stato adibito a stalla, priva di acqua e luce, al cui interno vi era un cavallo in evidenti condizioni di maltrattamento. L’equide era molto sporco e maleodorante, in condizioni igienico sanitarie estremamente precarie, senza cibo e acqua sufficienti, ed il box non aveva alcuna apertura per l’areazione degli ambienti. Unitamente ai polizi...

Tentarono un furto in banca

  Comando Provinciale di  Savona   -   Varazze (SV) , 30/05/2025 11:41 Al termine di una complessa ed articolata attività d’indagine durata sette mesi e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona, i Carabinieri della Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Savona, con il supporto dei colleghi dei comandi territorialmente competenti, hanno arrestato quattro persone, residenti in provincia di Torino, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal GIP del Tribunale di Savona. I soggetti sono ritenuti responsabili del tentato furto aggravato avvenuto nel settembre 2024 all’interno della filiale dell’istituto di credito Banca Intesa - Sanpaolo di Varazze.